Non sono incoraggianti i segnali i dati del box office per la pellicola con protagonista Gleen Powell. Dopo un esordio non esaltante al debutto in sala, la seconda settimana si è rivelata ancora più un dito nella piaga per il blockbuster diretto da Edgar Wright.
I dati della pellicola
Il reboot di The Running Man, tratto dal romanzo distopico di Stephen King e già portato sullo schermo negli anni ’80 con L’implacabile interpretato da Arnold Schwarzenegger, sta vivendo un crollo senza precedenti al box office. Nell’ultimo weekend il film ha incassato solo 5,8 milioni di dollari negli Stati Uniti, segnando un vertiginoso -70% rispetto alla settimana di debutto. L’incasso complessivo si ferma così a 48 milioni, una cifra particolarmente deludente se confrontata con i 110 milioni di budget produttivo.

Paramount anticipa l’uscita su piattaforma?
La situazione è così critica che la Paramount starebbe valutando di anticipare l’uscita in VOD, inizialmente fissata per il 16 dicembre, forse addirittura all’ultima settimana di novembre. E il problema non si limita al flop nei cinema: secondo le stime interne, il film avrebbe avuto bisogno di superare i 260 milioni per raggiungere il pareggio. Ciò significa che lo studio si troverà probabilmente a fronteggiare perdite superiori ai 200 milioni di dollari.
Le teorie sul “fallimento” del film
Cosa è andato storto? Le teorie si moltiplicano. Una delle convinzioni della Paramount era che Glen Powell potesse trainare da solo il botteghino grazie alla sua crescente popolarità, ma il film ha dimostrato che l’attore non è ancora considerabile un “nome” capace di garantire un successo commerciale di portata mondiale. Un’altra ipotesi riguarda una campagna marketing non abbastanza incisiva o non in linea con le aspettative del pubblico.
A peggiorare il quadro ci sono le recensioni negative e un passaparola non proprio favorevole: nonostante qualcuno creda che nel 2025 Rotten Tomatoes abbia perso peso, per The Running Man sarebbe stato fondamentale ottenere una buona accoglienza critica, cosa che non è avvenuta. Insomma, un bel mix di problemi che ha infilato il bastone tra le ruote per il film tratto dal romanzo omonimo di Richard Bachman (lo pseudonimo utilizzato da Stephen King, ndr.)
Un cameo gradito dai fan
Nel bel mezzo del calderone delle critiche, però, i fan più attenti hanno notato un omaggio curioso al film originale. In una scena del reboot di Edgar Wright, quando Ben guarda il Network e i suoi game show, appare una banconota da 100 “New Dollars” raffigurante Arnold Schwarzenegger in abito elegante. Un cameo insolito ma significativo. Wright ha spiegato a CinemaBlend che, nel mondo distopico del film, Schwarzenegger è addirittura il Presidente degli Stati Uniti. Il team creativo ha infatti immaginato un universo in cui anche chi non è nato sul suolo americano può candidarsi alla Casa Bianca, permettendo così al celebre attore di passare da governatore della California alla presidenza.
Curiosità sul romanzo
A proposito del romanzo, c’è un dettaglio interessante da sottolineare per capire la grandezza autoriale di Stephen King. Nell’introduzione del romanzo L’Uomo in Fuga, lo stesso King ha dichiarato di aver scritto il libro nell’arco di 72 ore. Anche se, qualche anno più tardi, nel suo saggio On Writing ha corretto il tiro: affermando che ci ha impiegato “solo” una settimana.


