Suehiro Maruo presenterà un nuovo manga intitolato Satsujin 28‑gou (che si può tradurre come “Omicidio numero 28”) sulla rivista Monthly Comic Beam di Kadokawa, con uscita prevista il 12 novembre 2025. Questo annuncio arriva dopo la conclusione di An Gura (abbreviazione di “underground”), sua serie precedente pubblicata sempre su Monthly Comic Beam dal 2021 al 2023 e terminata ufficialmente nel marzo 2023.
La sinossi per ora trapelata suggerisce una vicenda carica di tensione psicologica: il racconto sarà condotto da un giovane il cui padre è un artista celebre di spettacoli “freak show”. La narrazione si svolgerà in un ospedale che ricorda una prigione, e dalla prospettiva interna del protagonista emergeranno elementi di sofferenza, claustrofobia e decadenza personale.
Satsujin 28‑gou promette quindi di riprendere molti dei temi che hanno contraddistinto la carriera del Maestro Suehiro Maruo: l’isolamento, l’estetica della deformità, la tensione fra bellezza e brutalità.
Suehiro Maruo – Il maestro dell’ero-guro
Nel manga, l’ero-guro non è un semplice stile “horror” o “pornografico”: è un linguaggio visivo e narrativo che cerca di turbare, sovvertire le convenzioni morali e mettere a disagio, attraverso rappresentazioni disturbanti del corpo umano, della sessualità e del dolore. Non si tratta solo di scioccare, ma di esplorare i margini dell’identità e del desiderio, spesso con una componente artistica e simbolica molto marcata.
Suehiro Maruo è uno dei massimi esponenti contemporanei di questa corrente. Le sue opere si inscrivono in una tradizione che comprende anche autori come Edogawa Rampo (da cui ha tratto varie ispirazioni letterarie) e illustratori pre-bellici come Tsuyoshi Yoshitoshi o Umezu Kazuo. Nei suoi lavori, Maruo impiega l’estetica ero guro per indagare i traumi personali, la depravazione sociale e i lati oscuri della cultura giapponese moderna, attraverso tavole curate nei minimi dettagli, in cui convivono bellezza e brutalità.
La cifra dell’ero guro maruiano è riconoscibile nell’uso di corpi martoriati ma stilizzati, ambientazioni claustrofobiche, figure androgine e inquietanti, e atmosfere sospese tra sogno, incubo e perversione. Questo stile lo ha reso celebre e al tempo stesso difficilmente catalogabile: troppo esplicito per il mercato mainstream, troppo sofisticato per essere relegato a semplice pornografia.
Suehiro Maruo è nato il 28 gennaio 1956 a Nagasaki, in Giappone. All’età di 17 anni tentò di proporre un manga a Weekly Shōnen Jump, ma venne respinto poiché considerato troppo esplicito per la linea editoriale. Dopo un periodo lontano dal fumetto, fece il suo debutto ufficiale nel novembre 1980 con un breve lavoro intitolato Ribon no Kishi (si, proprio come l’opera del Maestro Tezuka). Due anni dopo pubblicò la sua prima raccolta di racconti, Barairo no Kaibutsu (薔薇色の怪物), che gettò le basi per il suo stile personale in bilico tra erotismo e grottesco.
Maruo fu inoltre un collaboratore regolare della storica rivista di manga “underground” Garo. Attraverso la sua carriera ha realizzato non solo manga, ma anche illustrazioni per manifesti, copertine di CD, riviste e altri progetti multimediali. In Giappone, Maruo è riconosciuto come figura centrale del filone ero‑guro. Spesso trae ispirazione dall’arte occidentale (surrealismo, espressionismo, cinema classico) e dalle tradizioni del ukiyo-e (in particolare le stampe atroci, muzan-e).
Nel corso di decenni, Maruo ha prodotto una produzione relativamente contenuta in termini quantitativi, ma estremamente densa da un punto di vista stilistico e tematico. Grazie a Coconino Press, le opere che vogliamo ricordare di seguito sono tutte fruibili e godono di edizioni eccellenti. L’opera più nota di Maruo al pubblico internazionale è certamente Midori. La ragazza delle camelie.
Quest’ultima racconta la storia di una giovane ragazza che diventa parte di uno spettacolo di fenomeni, affrontando violenza, degrado e alienazione. Dobbiamo poi assolutamente citare l’adattamento incredibile in forma di manga di una novella di Edogawa Rampo (1926): La strana storia dell’Isola Panorama. Pubblicata su Monthly Comic Beam nel 2008, questa opera è stata insignita del premio “New Artist Prize” ai Tezuka Osamu Cultural Prizes nel 2009.
Anche Il Bruco è un’opera basata su un racconto di Edogawa Rampo del 1929 che tratta il tema dell’orrendo cambiamento e della disabilità estrema: un soldato mutilato e il rapporto con la moglie. Maruo lo ha adattato in chiave ero‑guro.
Il vampiro che ride è invece un manga horror ed erotico serializzato su Young Champion tra il 1998 e il 2004. Racconta la figura inquietante di un vampiro dal sorriso inquietante, con stile fortemente teatrale e un uso visivo intenso dell’immagine. L’opera monumentale di Suehiro Maruo è Tomino la dannata. Tomino racconta di un gruppo di giovani “freak” intrappolati in un ambiente di devastazione morale e fisica. È una delle sue storie più ambiziose dal punto di vista narrativo e simbolico.
Infine, Paradiso, Notte putrescente, L’inferno delle bottiglie (opera da noi pubblicata con il titolo L’inferno delle bottiglie). Queste sono antologie di racconti recenti (pubblicate tra 2019 e 2020) che esplorano diversi temi legati all’orrore interiore, alla memoria storica e alla condizione infantile come soggetto vulnerabile.
Seguite il lavoro del Maestro Suheiro Maruo? Avete un’opera preferita? Parliamone insieme nei commenti!
fonte: animenewsnetwork