Rubate le tavole originali di “Video Girl Ai”, l’opera di Katsura finisce nel mercato nero

Le tavole originali di Video Girl Ai di Masakazu Katsura sono state rubate durante un trasloco e stanno riapparendo nelle aste online, il danno stimato supera i 46 milioni di euro. L’autore prepara una nuova denuncia per furto, ecco tutti i dettagli

Mr. Kent
video girl ai katsura

Una delle vicende più sorprendenti e inquietanti dell’ultimo anno nel mondo del manga riguarda Masakazu Katsura, autore amatissimo dai lettrici e lettori in tutto il mondo e creatore di Video Girl Ai. Katsura ha rivelato pubblicamente che le tavole originali della serie – un patrimonio unico composto da circa 2500 disegni – sono state rubate dal suo atelier e stanno progressivamente riemergendo sul mercato delle aste online. Il furto sarebbe avvenuto nell’ottobre 2024, durante il trasloco del suo studio, un’operazione apparentemente ordinaria che si è trasformata in un caso dai contorni gravissimi.

Secondo quanto ricostruito, le tavole erano conservate con estrema cura all’interno di un armadietto chiuso, organizzate per volumi e perfettamente catalogate. Durante il trasloco, nonostante Katsura avesse fornito istruzioni dettagliate alle ditte incaricate, solo i materiali di Video Girl Ai sono misteriosamente spariti. Tutte le altre opere, tra cui Wingman, risultano invece ancora al sicuro in depositi separati. Un dettaglio che ha reso subito evidente il carattere mirato del furto, difficile da spiegare come semplice incidente o errore di gestione.

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Il valore economico delle tavole e l’esplosione sul mercato delle aste

Il caso è esploso definitivamente quando le prime tavole rubate hanno iniziato a comparire sul portale giapponese Yahoo! Auctions. Nel giro di pochi mesi, le offerte online si sono moltiplicate, con prezzi che oscillano dai 100.000 yen fino a oltre 1.000.000 di yen per singolo foglio, cioè da circa 620 euro a più di 6.200 euro. Una forbice ampia, ma comunque indicativa dell’enorme valore artistico e collezionistico delle tavole di Katsura.

Considerando una stima media di 300.000 yen a tavola (circa 1.850 euro) il danno complessivo arriva a cifre vertiginose: parliamo di circa 7,5 miliardi di yen, equivalenti a più di 46 milioni di euro. Una perdita che non riguarda soltanto l’aspetto economico, ma colpisce al cuore l’eredità artistica di una delle serie più iconiche degli anni ’90.

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Katsura esclude errori: un furto mirato e ben organizzato

Fin dai primi momenti successivi alla scoperta, Katsura ha smentito categoricamente qualsiasi ipotesi di smaltimento accidentale o errore logistico. L’autore ha raccontato di aver supervisionato personalmente tutto ciò che veniva consegnato a rigattieri o imprese di smaltimento, ribadendo più volte che le tavole non dovevano essere né aperte né manipolate. Anche agli addetti al trasloco erano state date indicazioni rigidissime sul trattamento dell’armadietto in cui erano conservati i disegni originali.

Questi elementi hanno rafforzato la convinzione che non si tratti di una svista, ma di un furto pianificato. La scelta selettiva di cosa portare via – solo Video Girl Ai e nulla delle altre opere – suggerisce una conoscenza approfondita del valore del materiale e delle condizioni di conservazione.

Video Girl Ai

Le indagini e i sospetti: un operatore e un antiquario nel mirino

Dopo la diffusione pubblica della notizia, l’autore ha iniziato a ricevere numerose segnalazioni. L’avvocata che segue il caso ha spiegato che incrociando tutte le informazioni ottenute si è delineato un quadro più preciso: i sospetti si concentrano su uno degli operatori che hanno partecipato al trasloco, presumibilmente coinvolto nell’accesso all’armadietto contenente le tavole. A questo si aggiunge un antiquario, indicato come figura chiave nella possibile immissione dei materiali sul mercato.

La svolta è arrivata dalle richieste di accesso ai dati degli account utilizzati per le aste. Uno dei profili coinvolti nelle vendite sembrerebbe riconducibile proprio all’antiquario sospettato, un dettaglio che collega direttamente la scomparsa delle tavole alla loro successiva comparsa online, rafforzando l’ipotesi di una rete organizzata e consapevole del valore dell’opera rubata.

Una nuova denuncia in arrivo: Katsura si prepara alla battaglia legale

Nonostante la gravità del furto, la denuncia iniziale non era stata accolta. Una situazione che avrebbe scoraggiato molti, ma che non ha fermato Katsura. L’autore ha dichiarato di essere ora pronto a tornare dalle autorità con un dossier completo e strutturato, costruito a partire dalle nuove prove e dai collegamenti emersi negli ultimi mesi. L’obiettivo è procedere penalmente per furto, con la speranza di recuperare almeno parte del materiale sottratto e di colpire i responsabili.

Si tratta di una battaglia che non riguarda soltanto il singolo autore, ma l’intero sistema del collezionismo e della conservazione del manga originale in Giappone. Le tavole di un’opera come Video Girl Ai rappresentano un patrimonio culturale significativo, non solo un bene artistico privato.

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Video Girl Ai: un classico intramontabile del manga tra romanticismo e fantascienza

Pubblicato tra il 1989 e il 1992 sulle pagine di Weekly Shōnen Jump, Video Girl Ai è uno dei lavori più amati di Masakazu Katsura. In Italia è stato pubblicato per la prima volta da Star Comics nel 1993, conquistando rapidamente un vasto pubblico grazie al suo mix inconfondibile di romanticismo, sci-fi e dramma adolescenziale. La serie, composta da 15 volumi, ha superato i 14 milioni di copie vendute e resta ancora oggi un titolo di riferimento per più generazioni di lettori.

Il furto delle sue tavole originali non colpisce soltanto l’opera materiale, ma anche l’immaginario di milioni di fan che hanno amato la storia di Ai Amano e Yota Moteuchi. Un danno che va ben oltre il valore monetario, e che rende ancora più urgente fare chiarezza su una vicenda che continua a scuotere l’intero mondo del fumetto.

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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.
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