The Conjuring: Il Rito Finale – L’ultimo caso dei coniugi Warren

Fa un certo effetto assistere alla chiusura di un franchise cinematografico di successo. È quello che accade in "The Conjuring - Il Rito Finale", decimo e ultimo capitolo di una serie di film che hanno appassionato gli amanti del genere horror. Noi lo abbiamo visto in anteprima e queste sono le nostre impressioni rigorosamente no-spoiler

Mr. Rabbit
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Quello che ci ha colpito maggiormente al momento dell’annuncio di “The Conjuring – Il Rito Finale è stata la notizia che questa pellicola avrebbe segnato la conclusione del cosiddetto “Conjuring Universe“, l’universo condiviso di film horror ispirati ai presunti casi di attività paranormali di cui si sarebbero occupati Ed e Lorraine Warren. la celebre coppia di demonologi (o, per dirla con le parole di Tiziano Sclavi, “indagatori dell’occulto”) del Connecticut.

Il condizionale resta d’obbligo: i dubbi sulla credibilità dei Warren, entrambi oramai scomparsi, continuano a persistere. Non a caso, la New England Skeptical Society, un’organizzazione statunitense impegnata nella diffusione della scienza e del pensiero razionale, li definì così: «I Warren sono persone piacevoli, ma il loro è tutto un eloquio da ciarlatano».

Negli ultimi anni il cinema horror sembra seguire regole tutte sue. La conclusione del “Conjuring Universe appare infatti in controtendenza rispetto al trend dominante che vede una ricerca ostinata (che spesso appare accanimento terapeutico) nel voler tenere in vita saghe che oramai hanno esaurito quello che hanno da dire, pur di non rinunciare a un marchio consolidato.

The Conjuring: Il Rito Finale

La parola “fine” al Conjuring Universe

Fatta eccezione per la chiusura del ciclo di film di Mission: Impossible con il capitolo “Mission: Impossible: The Final Reckoning (probabilmente Tom Cruise ha esaurito la voglia di rischiare la vita a ogni capitolo…), le major continuano a puntare sul cosiddetto “usato sicuro”.
In questo scenario, è interessante registrare come proprio l’horror stia ritrovando linfa vitale grazie a opere originali, capaci di proporre nuove storie invece che limitarsi a sequel o prequel di vecchi successi. Tra i titoli più significativi che rientrano in questa categoria possiamo citare “I Peccatori di Ryan Coogler, “Weapons di Zach Cregger, “Bring Her Back dei fratelli Danny e Michael Philippou e “Dangerous Animals di Sean Byrne.

Una gallina dalle uova d’oro

Eppure il “Conjuring Universe” ha rappresentato una vera e propria gallina dalle uova d’oro per i produttori New Line CinemaThe Safran Company (sì, Peter Safran, colui che sta restaurando il DC Universe insieme a James Gunn) e il distributore Warner Bros. Pictures: in 12 anni sono usciti dieci titoli che hanno incassato in tutto il mondo quasi 2 miliardi e mezzo di dollari, a fronte di un budget complessivo di circa 220 milioni di dollari. Numeri impressionanti certificati da Forbes che ha definito il “Conjuring Universe” «il primo universo cinematografico post-Marvel di successo».

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Per onestà intellettuale ci preme evidenziare che non tutte le pellicole sono di qualità eccelsa (eufemismo), Se però siete completamente a digiuno dell’argomento, vale la pena concentrarsi sui titoli del ciclo principale. I primi due, diretti dal talentuoso James Wan, regista malese naturalizzato australiano, restano indiscutibilmente i migliori. “The Conjuring – L’Evocazione” (2013) è il primo capitolo, indubbiamente la pellicola migliore, quella il cui successo ha dato il via al franchise.

Il secondo capitolo, “The Conjuring – Il Caso Enfield“, mantiene lo stesso livello di qualità e introduce per la prima volta il demone Valak, la spaventosa suora che sarebbe diventata protagonista dello spin-offThe Nun. Con il terzo capitolo, “The Conjuring – Per ordine del diavolo”, la regia passa a Michael Chaves (Wan rimane, insieme a Safran, con il ruolo di produttore). Purtroppo il risultato è nettamente inferiore: un film pigro, che sembra confermare come il “Conjuring Universe non avesse più molto da dire.

Accanto al ciclo di film principale si collocano i vari spin-off, dedicati alla bambola Annabelle e a suor Valak: opere che, a nostro avviso, si posizionano su un gradino qualitativo più basso rispetto ai titoli cardine della saga.

Una serie di film che condividono lo stesso format

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Queste pellicole, o quantomeno quelle del ciclo principale, condividono il medesimo format: al centro della trama c’è una comune famiglia americana vittima di fenomeni inspiegabili. Teatro degli eventi è una casa infestata da una presenza demoniaca, generalmente legata a un evento traumatico.

Dopo una fase di escalation del terrore, entrano in scena Ed e Lorraine Warren. I Warren analizzano il caso, scoprono la natura della minaccia e affrontano una serie di manifestazioni sempre più intense e pericolose. La storia culmina in un rituale o uno scontro diretto con l’entità. La lotta è aspra, dura, spesso fisica, che mette a dura prova i protagonisti ma, alla fine, questi ne escono vincitori.

Nell’epilogo si rimanda al museo dell’occulto dei Warren, una sorta di emporio contenente tutti i reperti raccolti dai coniugi durante le loro “missioni”, qui viene custodito l’oggetto maledetto collegato al caso di turno (immancabile, in questa sequenza, la carrellata della camera che si sofferma sulla bambola Annabelle, tenuta precauzionalmente dentro una teca di vetro).

“The Conjuring – Il Rito Finale” non sfugge a questo format fin troppo abusato. Verrebbe quasi spontaneo pensare di aver già raccontato tutto del film, confermando la sensazione che il franchise non abbia più nulla da aggiungere. E il ritorno alla regia di Michael Chaves, già regista del deludente terzo capitolo, potrebbe alimentare ulteriori dubbi.


Eppure non è così: “Il Rito Finale ci ha piacevolmente sorpreso. La regia di Chaves, unita al lavoro degli sceneggiatori Ian Goldberg, Richard Naing e David Leslie Johnson-McGoldrick, riesce a costruire una chiusura convincente e rispettosa per uno dei franchise horror più seguiti degli ultimi anni.

Il focus è su Ed e Lorraine Warren

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Chaves sembra aver imparato dagli errori del passato e, pienamente consapevole del peso della responsabilità assunta, sceglie di non basare la trama esclusivamente sull’ennesimo racconto di un caso di possessione demoniaca, sebbene questo ci viene presentato come una vicenda talmente sconvolgente da indurre i Warren a considerare l’idea di abbandonare per sempre la loro attività di indagatori dell’occulto. Al contrario, decide di puntare tutto su ciò che ha reso il franchise di The Conjuring tanto amato: i suoi protagonisti.

La vera chiave del successo della saga va infatti ricercata, dal nostro punto di vista, nella presenza magnetica e ormai riconoscibile di Patrick Wilson e Vera Farmiga, confermando che il loro casting per i ruoli di Ed e Lorraine è tra i migliori di sempre (almeno nel cinema horror). La storia della famiglia Smurl – un nucleo di otto persone della Pennsylvania tormentato da un demone per oltre quindici anni, tra il 1974 e il 1989  – rimane sullo sfondo, mentre l’attenzione si concentra interamente sulla coppia di demonologi statunitensi.

Non temete: non mancano le sequenze horror tanto care a tutti gli appassionati di cinema di genere sebbene, dobbiamo ammetterlo, non abbiamo mai più provato tanta paura come accaduto in “The Conjuring – L’Evocazione”. Già l’incipit de “Il Rito Finale” suona come una dichiarazione di intenti: viene mostrato un episodio doloroso e cruciale del passato dei coniugi, un momento fondamentale che pone le basi per il futuro stesso di Ed e Lorraine Warren.

Il male trova spazio dentro di noi quando siamo pronti ad accoglierlo

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“The Conjuring – Il Rito Finale” si configura principalmente come un dramma familiare che invita a riflettere su quanto siamo disposti a sacrificare pur di proteggere la stabilità della nostra casa e dei nostri affetti. Lo fa riprendendo un concetto tutt’altro che nuovo: il male trova spazio dentro di noi proprio quando siamo pronti ad accoglierlo.

In questo contesto, Chaves introduce uno specchio come oggetto maledetto, simbolo che diventa metafora della necessità, per i protagonisti come per gli spettatori, di guardarsi dentro, fare i conti con la propria coscienza e interrogarsi su ciò che davvero riflette la nostra immagine. Solo se si è capaci di affrontare le proprie paure ed “esorcizzare” le proprie debolezze (il termine, ovviamente, non è preso a caso) allora ci si potrà garantire un futuro sereno.

La Pennsylvania degli anni 80 ritratta dal direttore della fotografia Eli Born è un luogo tanto affascinante quanto lugubre: il cielo grigio contrasta con l’aspetto di serenità e calma apparente che restituiscono le villette dei quartieri residenziali di West Pittston. Sullo sfondo di ergono imperiose le ciminiere dei complessi industriali (principalmente acciaierie e fabbriche pesanti) che sputano fumo a getto continuo. Vere e proprie “torri del male” che incombono sui protagonisti come a volerci ricordare che nessuno può sfuggire a un destino più grande: proprio come i demoni, anche l’industria decadente degli anni 80 rimane un’entità che controlla e soffoca la vita quotidiana.

La degna conclusione di un franchise di successo

“The Conjuring – Il Rito Finale” emoziona perché affonda le sue radici nel legame ormai consolidato con Ed e Lorraine Warren, costruito nel corso di un franchise che dura da oltre quindici anni. A rendere ancora più intensa l’empatia generata dalle convincenti interpretazioni di Patrick Wilson e Vera Farmiga contribuisce un incipit folgorante, che vi lascerà senza fiato. Il film intreccia con equilibrio la tensione tipica dell’horror con una dimensione intima e profonda, ricordandoci ancora una volta perché i coniugi Warren continuano a essere così amati dal pubblico.

“The Conjuring – Il Rito Finale” è al cinema a partire dal 4 settembre, distribuito da Warner Bros. Italia.

The Conjuring: Il Rito Finale

The Conjuring: Il Rito Finale

Titolo originale: The Conjuring: Last Rites
Paese USA
Anno: 2025
Durata: 135 minuti
Regia: Michael Chaves
Soggetto: David Leslie Johnson-McGoldrick, James Wan
Sceneggiatura: Ian Goldberg, Richard Naing, David Leslie Johnson-McGoldrick
Casa di produzione: New Line Cinema, Atomic Monster, The Safran Company
Distribuzione italiana: Warner Bros. Italia
Interpreti e personaggi:
Vera Farmiga: Lorraine Warren
Patrick Wilson: Ed Warren
Mia Tomlinson: Judy Warren
Ben Hardy: Tony Spera
Rebecca Calder: Janet Smurl
Elliot Cowan: Jack Smurl
Kila Lord Cassidy: Heather Smurl
Beau Gadsdon: Dawn Smurl
Molly Cartwight: Shannon Smurl
John Brotherton: Brad Hamilton
Shannon Kook: Drew
Steve Coulter: Padre Gordon
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Stanco dal 1973. Ma cos'è un Nerd se non un'infanzia perseverante? Amante dei supereroi sin dall'Editoriale Corno, accumula da anni comics in lingua originale e ne è lettore avido. Quando non gioca la Roma
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