I Fantastici 4: Gli Inizi – Primi passi verso il Futuro | Recensione no spoiler

I Fantastici Quattro tornano sul grande schermo con una nuova e sorprendente versione: noi abbiamo visto il film in anteprima e questa è la nostra recensione, assolutamente senza spoiler

Mr. Kent
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Con I Fantastici 4: Gli Inizi, la Prima Famiglia della Casa delle Idee entra ufficialmente nel Marvel Cinematic Universe, e lo fa portando sulle spalle più peso di quanto forse fosse previsto. Reed Richards, Sue Storm, Johnny Storm e Ben Grimm non sono solo supereroi: sono genitori, simboli, speranze e, per molti fan, l’ultima vera occasione di riscatto per un MCU che da tempo ha perso il suo smalto (eccezion fatta per l’ottimo Thunderbolts*, che purtroppo non ha brillato al box office).

Il regista Matt Shakman abbraccia questa sfida con coraggio e visione, confezionando un film che sorprende soprattutto nei suoi aspetti più umani. È un dramma familiare travestito da cinecomic, e funziona proprio quando non cerca a tutti i costi di seguire lo “stile Marvel”, che forse sta iniziando un po’ a stancare il pubblico delle sale.

Oltre a nuovi personaggi, servivano anche nuovi modi di raccontare le storie: tornare a pensare alla riuscita di un singolo film, anziché di un intero universo narrativo composto da innumerevoli pellicole e serie tv, può sicuramente riavvicinare il pubblico.

Azzeccare il tono di un film, il linguaggio adatto a determinati personaggi, credo sia la cosa più difficile: se riesci a trovare la chiave adatta (vedi il recente Superman di James Gunn) allora sei già a buon punto. Ecco, si capisce che siamo un altro universo anche da questo: è tutto decisamente diverso, non solo l’estetica, ma anche il modo di raccontare la storia. Meno battute, più sostanza.

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I Primi Passi dei Fantastici Quattro

L’arrivo di First Steps (titolo decisamente più efficace dell’italiano “Gli Inizi“) è stato accompagnato da aspettative altissime, spesso anche sproporzionate. Con personaggi leggendari come Galactus e lo spietato Dottor Destino di Robert Downey Jr. già pronto per la prossima fase del MCU, erano in molti (me compreso, sono sincero) ad aspettarsi che questo film fosse una sorta di punto di partenza per le grandi trame future che vedremo dal prossimo anno. Fortunatamente non era questo il suo scopo….

Perché I Fantastici Quattro: Gli Inizi non è (solo) l’ennesimo episodio di una grande saga cinematografica, ma un film compiuto, che chiunque può godersi senza dover necessariamente conoscere anni e anni di continuity.

Non serve aver visto altri film, ricordare nomi, eventi o timeline contorte. È un enorme sollievo per chi, negli ultimi anni, si è sentito sopraffatto dalla complessità crescente del franchise. E questo approccio funziona, almeno in parte.

Sebbene il film non proponga una classica storia di origini – già raccontata più volte in precedenti adattamenti – c’è comunque la necessità di introdurre personaggi e contesto. La sceneggiatura lo fa con intelligenza, attraverso salti temporali e montaggi dinamici che permettono di gettare le basi in modo rapido, senza annoiare.

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The Fantastic Four: First Steps centra pienamente l’obiettivo che si era prefissato, i protagonisti funziona alla perfezione: la chimica tra i personaggi è evidente (soprattutto tra Pedro Pascal e Vanessa Kirby, rispettivamente Reed Richards e Sue Storm), i dialoghi brillano e l’equilibrio emotivo tra i membri della squadra è tutto sommato buono, soprattutto se confrontato con altri recenti titoli del MCU.

Le scene “di famiglia” sono piuttosto credibili, riescono ad affrontare questioni complesse e delicate con sincerità, per poi passare con naturalezza a momenti più leggeri e ironici (ovviamente affidati a Johnny Storm, la Torcia Umana).

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La storia: siamo su Terra 828

Sono passati quattro anni da quella missione nello spazio profondo che ha segnato per sempre il destino di Reed Richards e della sua squadra. Da allora, il mondo li conosce come i Fantastici Quattro: una famiglia di eroi, custodi del pianeta, pronti a sfidare l’impossibile pur di proteggere ciò che amano.

Ma anche i più grandi difensori dell’umanità coltivano sogni semplici. Dopo anni di speranze disattese, Sue è finalmente incinta. Per un breve, prezioso istante, tutto sembra perfetto. La luce della speranza splende sulle loro vite come mai prima d’ora. Ma il destino, si sa, è sempre in agguato.
Il cielo si oscura. Un bagliore cremisi avvolge la Terra e una figura avanza tra le nubi infuocate: Shalla-Bal, araldo di una minaccia cosmica, messaggera della distruzione.

“Io sono l’araldo del suo arrivo, io sono l’araldo della vostra fine. Io sono l’araldo di Galactus!”

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Galactus, il Divoratore di Mondi, è in marcia verso il nostro pianeta. La sua fame è eterna. La sua volontà, inarrestabile.

Senza esitazione, i Fantastici Quattro si lanciano in una nuova impresa tra le stelle, pronti ad affrontare una forza che trascende ogni logica, ogni legge dell’universo. Arrivati al cospetto dell’entità cosmica, vengono messi di fronte a una scelta atroce: sì, il mondo può essere salvato… ma Galactus chiede un prezzo davvero troppo alto da pagare.

Saranno disposti a piegarsi al volere di un dio cosmico pur di salvare la Terra?
O troveranno la forza, uniti come famiglia, per sfidare l’ineluttabile e riscrivere il proprio destino?

L’ora è giunta. La fine si avvicina. Ma finché i Fantastici Quattro resisteranno, nulla è ancora perduto… vero?

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Pedro Pascal e Vanessa Kirby: genitori, eroi e pilastri emotivi

Pedro Pascal bilancia perfettamente la rigidità del genio brillante con le fragilità di un uomo sopraffatto dall’incertezza. Il suo Reed non impara grandi lezioni nel corso del film, ma sembra impostato per un’evoluzione futura più ampia.

La vera rivelazione, però, è Vanessa Kirby. La sua Sue Storm è il cuore pulsante di First Steps, una madre, una leader e una guerriera. In più occasioni è lei a salvare la situazione mentre il resto della squadra è messo fuori gioco, anche in condizioni apparentemente impossibili.

Sue è anche l’unica in grado di parlare con l’Uomo Talpa (il primo, storico nemico dei FQ a fumetti, interpretato da Paul Walter Hauser), personaggio bizzarro ma irresistibile, che riesce persino a rubare la scena agli altri protagonisti. È lei, più di tutti, a dare un’anima e un futuro alla squadra.

Kirby (mai cognome è stato più azzeccato per un’interprete di cinecomics Marvel…) riesce a essere vulnerabile e implacabile allo stesso tempo: una performance che, nel MCU di oggi, non passa inosservata.

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Johnny e Ben: due comprimari di lusso

Ebon Moss-Bachrach e Joseph Quinn, nei ruoli di Ben Grimm e Johnny Storm, aggiungono al film una dose ben calibrata di leggerezza e spirito. La loro amicizia è evidente, e insieme funzionano alla perfezione come una sorta di “super zii”, capaci di strappare sorrisi anche nei momenti più tesi.

Tuttavia, nonostante qualche accenno a sottotrame personali, soprattutto Ben risente visibilmente di tagli in fase di montaggio. È l’unico membro della squadra a risultare meno approfondito, quasi abbozzato, come se la sua evoluzione fosse rimasta fuori campo.

Il risultato finale resta comunque convincente, ma in un film che ruota attorno a un gruppo di soli quattro protagonisti, lasciare uno di loro ai margini è un’occasione mancata difficile da ignorare.

Johnny, invece, ha un ruolo più attivo nella trama, soprattutto per il suo legame con la Silver Surfer (Julia Garner). Questo rapporto offre al personaggio motivazioni solide e aggiunge un pizzico di pathos inaspettato. Anche se… beh, di questo magari ne riparliamo quando avrete tutti visto il film. Diciamo che Johnny riesce a fare un qualcosa che richiede davvero tanta sospensione d’incredulità. Ma proprio tanta.

Galactus

Galactus è esattamente come dovrebbe essere

Uno degli aspetti più affascinanti del film è il parallelo tra l’arrivo di Galactus – il divoratore di mondi – e la gravidanza. Prima arriva il messaggero (il Silver Surfer), poi la rivelazione sconvolgente, e infine la preparazione al cataclisma.

Personalmente non avrei potuto chiedere una versione live action migliore per l’entità cosmica: il Galactus che vediamo in questo film è totalmente preso dai fumetti, probabilmente il personaggio più aderente alla sua controparte di carta. Reed Richards lo teme, Sue lo odia, Ben vorrebbe spaccargli il muso, Johnny… beh, lui è davvero pronto a tutto per fermarlo. Ci riusciranno? Non è così scontato. Stiamo pur sempre parlando di un essere più antico dell’universo, non di un criminale da quattro soldi.

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Shalla-Bal, la Silver Surfer

Julia Garner, nei panni di Shalla-Bal alias Silver Surfer, è una presenza magnetica sin dal suo primo ingresso in scena. Con il suo sguardo enigmatico e un’aura di maestosità aliena, la sua interpretazione riesce a trasmettere tanto con pochissimo. E proprio per questo, dispiace vederla comparire solo in brevi segmenti, relegata a un ruolo più funzionale che narrativo. Il potenziale del personaggio — e dell’attrice — è enorme: la sua connessione con Galactus, il conflitto interiore tra dovere e compassione, tutto viene appena sfiorato e buttato nell’unico, vero, momento discutibile della pellicola.

In un film che parla di scelte impossibili e destino, Silver Surfer avrebbe potuto incarnare un tema cruciale, ma resta invece una figura affascinante e, purtroppo, sottoutilizzata. Un’occasione mancata, soprattutto considerando il carisma e il talento che Julia Garner porta in ogni scena.

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L’estetica retrofuturistica

Si è molto parlato dell’ambientazione retrofuturistica in cui vivono i Fantastici Quattro: è un’idea assolutamente geniale, che da un lato omaggia la golden age del gruppo nei suoi primi anni di attività, mentre dall’altro propone qualcosa di veramente nuovo e fresco al pubblico Marvel.

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Piccoli passi per un grande futuro?

Molti si aspettavano che First Steps fosse una pietra miliare per il MCU, ma Shakman sceglie una strada diversa: niente regni distrutti, niente cliffhanger cosmici. Solo una famiglia alle prese con la nascita (in ogni senso) e con la responsabilità.

Questo approccio può deludere chi sperava in un reboot esplosivo, ma si rivela coerente. Più che un film-evento, The Fantastic Four: First Steps è una “prima puntata”. Un’introduzione. E come tale, si prende il tempo necessario per piantare i semi di ciò che verrà.

The Fantastic Four: First Steps non è il film Marvel che cambierà tutto. Non è neppure quello che molti fan sognavano. Ma è un film sincero, intelligente, umano. E forse, proprio per questo, rappresenta la direzione giusta per il futuro del MCU.

Ovviamente non è un film perfetto, alcune scelte lasciano perplessi, però è evidente che regista, sceneggiatori, produzione e cast abbiano davvero cercato di fare il massimo per non deludere il pubblico.

Pedro Pascal, Vanessa Kirby, Joseph Quinn ed Ebon Moss-Bachrach sono un team vincente, che ha creato delle solide fondamenta. Ora spetta ai prossimi capitoli – Avengers: Doomsday, Secret Wars e oltre – costruire qualcosa di grande sopra questi “primi passi”.

I Fantastici 4: Gli Inizi

I Fantastici 4: Gli Inizi

Titolo originale: The Fantastic Four: First Steps
Paese: USA
Anno: 2025
Durata: 114 minuti
Regia: Matt Shakman
Sceneggiatura: Jeff Kaplan, Ian Springer, Josh Friedman, Eric Pearson, Peter Cameron, Cameron Squires
Casa di produzione: Marvel Studios
Distribuzione italiana: Walt Disney Studios Motion Pictures
Interpreti e personaggi:
Pedro Pascal: Reed Richards / Mister Fantastic
Vanessa Kirby: Susan "Sue" Storm / Donna Invisibile
Ebon Moss-Bachrach: Ben Grimm / La Cosa
Joseph Quinn: Johnny Storm / Torcia Umana
Julia Garner: Shalla-Bal / Silver Surfer
Ralph Ineson: Galactus
Paul Walter Hauser: Harvey Elder / Uomo Talpa
Mark Gatiss: Ted Gilbert
Doppiatori italiani:
Guido Di Naccio: Reed Richards / Mister Fantastic
Gea Riva: Susan "Sue" Storm / Donna invisibile
Riccardo Scarafoni: Ben Grimm / La Cosa
Jacopo Venturiero: Johnny Storm / Torcia Umana
Cristina Garosi: Shalla-Bal \ Silver Surfer
Voto:
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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.
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