La prima stagione di Gen V aveva sorpreso i fan di The Boys per l’aderenza come toni e tematiche alla serie madre. Molti, probabilmente, non speravano che lo spin-off dello show ideato e prodotto da Eric Kripke, oltre ad ampliare l’universo televisivo di The Boys, avrebbe trovato una propria via.
I giovani protagonisti Marie Moreau (Jaz Sinclair), Emma (Lizze Broadway), Jordan Li (Derek Luh & London Thor), Cate Dunlap (Maddie Phillips), Sam Riordan (Asa Germann) e Andre Anderson (il compianto Chance Perdomo) si erano dimostrati all’altezza dei personaggi sfrontati e scurrili disseminati all’interno di The Boys, grazie anche a una prima stagione dalla trama sorprendentemente solida, capace di mescolare il cinismo e la satira del mondo creato da Garth Ennis calato, però, in un contesto universitario fatto di ricerca della propria identità, crisi adolescenziali e tanto (tanto) sangue come visto nella serie Prime Video sui ‘ragazzi’ guidati da Billy Butcher.
A distanza di due anni Gen V torna sulla piattaforma Prime Video, con 8 nuovi episodi che seguono quanto accaduto nella prima stagione, gli eventi di The Boys 4 e con un grosso lutto da gestire.
Dopo la visione dei primi 3 episodi, arrivati il 17 settembre sulla piattaforma di Amazon, possiamo affermare che lo show ha mantenuto la propria personalità, nonostante abbia dovuto affrontare la prematura scomparsa di Chance Perdomo, interprete di Andre Anderson, forse il personaggio più amato della prima stagione, morto in un incidente in moto.
La gestione all’interno della serie dell’uscita di scena del personaggio di Andre, è sicuramente una delle cose più apprezzabili dei primi episodi di Gen V, dove sia la produzione che gli attori, rendono omaggio in diverse occasioni a Chance ricordando l’importanza e il carisma dell’attore che con la sua morte ha sconvolto non solo i fan ma anche i colleghi e amici.
Gen V – Dove eravamo rimasti?
Dopo il violento massacro al campus della Godolkin University, avevamo lasciato Cate e Sam, saliti alla ribalta con l’inganno, come i nuovi “eroi” della scuola, mentre Marie, Emma, Jordan e Andre erano stati imprigionati all’interno di una misteriosa struttura della Vought, Elmira.
All’inizio del primo episodio, Emma e Jordan sono gli unici ancora detenuti: Marie è riuscita a fuggire, mentre, come si scoprirà nel corso della puntata, Andre ha perso la vita nel tentativo di scappare.
La prigionia di Emma e Jordan, però, non dura a lungo. Grazie a un escamotage e all’aiuto di Cate, i due riescono a tornare alla Godolkin, obbligati dalla dirigenza scolastica, guidata dal nuovo e inquietante preside Dean Cipher (Hamish Linklater), a fingersi colpevoli redenti del massacro avvenuto mesi prima. In apparenza, per loro, tutto sembra tornare alla normalità.
Nel frattempo Marie cerca di mantenere un basso profilo per non essere riconosciuta, visto che sulla sua testa pendono pesanti accuse e che i super sono sulle sue tracce. La situazione è resa ancora più complessa dal crescente conflitto tra super e umani: con Patriota che ha acquisito sempre più potere politico, i super iniziano a considerare gli umani inferiori e li trattano con arroganza, arrivando persino a bullizzarli e a ucciderli.
Ma una ragazza capace di manipolare il sangue non può rimanere a lungo lontana dai riflettori, e soprattutto dai social. Dopo essere intervenuta per salvare un ragazzo privo di poteri, Marie viene avvicinata da Starlight, che le chiede di tornare all’università per indagare sul misterioso Progetto Odessa. La ragazza, inizialmente, rifiuta.
Oltre all’incontro con l’eroina alleata dei Boys, Marie si ritrova faccia a faccia anche con Emma, Jordan… e Cate. Quest’ultima, dopo aver scoperto del contatto tra l’ex amica con Starlight, rimane gravemente ferita in uno scontro proprio con Marie. Nonostante tutto, anche quest’ultima finisce per rientrare alla God U per evitare ripercussioni e finire di scappare, fingendosi redenta e riprendendo la vita universitaria. La God U al momento è il posto più sicuro per lei e i suoi amici, essendo sempre al centro delle attenzioni mediatiche.
Il secondo anno inizia per i giovani della Gen V.. ma che cos’è davvero il Progetto Odessa? E quali sono i piani del preside Cipher?
Una stagione più adulta che non rinuncia al grottesco, alla violenza e alle parolacce
Nei primi episodi della stagione 2, Gen V sembra quasi di fare un passo indietro più che in avanti. Chi si aspettava uno status quo diverso o in evoluzione dopo il finale della prima stagione, nel giro di una puntata viene smentito, con il ritorno dei protagonisti tra gli studenti della God U, quasi come se non fosse successo nulla. Sotto questo punto di vista, forse, ci si aspettava un profondo cambiamento.
Nonostante ciò, Gen V presenta nelle prime battute una trama più adulta, con situazioni che si concentrano sulla situazione politica attuale all’interno della serie e nelle tensioni tra umani e super, che non è altro che un manifesto e una (non) tanto velata contestazione del clima politico attuale che vige principalmente negli Stati Uniti.
Molto interessante la new entry e villain apparente della stagione: il preside Cipher, interpretato da un ottimo Hamish Linklater, personaggio che fa sorridere per il suo modo di fare ‘composto’ a metà tra il demenziale e il folle. È chiaro che sia un sociopatico, maestro della manipolazione e che abbia dei piani in mente per i ragazzi della God U.
Cipher trasforma l’istituto in qualcosa di molto più inquietante: non più semplice luogo di addestramento, ma un laboratorio politico e propagandistico alla sua mercè, pronto a manipolare e forgiare giovani eroi in strumenti di un potere sempre più autoritario. Decisamente un personaggio da tenere d’occhio nel prosieguo della stagione.
Il cuore emotivo della stagione, è, ovviamente, concentrato sul lutto per la morte di Chance Perdomo. La scomparsa dell’attore ha imposto alla produzione una scelta difficile: come proseguire senza uno dei protagonisti più rilevanti? La decisione è stata quella di non sostituirlo e di non cancellarlo, ma di incorporare la sua assenza nella storia.

I personaggi lo ricordano, lo rimpiangono, reagiscono in modo diverso al vuoto lasciato. E soprattutto il padre di Andre, Polarity, acquista un ruolo di primo piano, diventando una presenza ingombrante e ambivalente.
Questa scelta narrativa permette, come già anticipato, di rendere omaggio all’attore e aggiunge un livello di realismo emotivo alla serie. Perché dietro la satira, il sangue e l’ironia nera, Gen V resta una storia di ragazzi che affrontano la perdita, l’incertezza e la crescita in un mondo che non concede tregua.
Non mancano, comunque, i siparietti grotteschi e le tante, eccessive, parolacce. Non stiamo contestando l’utilizzo di sproloqui, che contraddistinguono anche lo ‘stile’ personale e realistico di uno show come The Boys così come Gen V, ma a volte sembrano inserite forzatamente a chiusura di uno scambio di battute quasi a voler strappare un sorriso con un linguaggio volgare. Ne viene contagiato soprattutto il personaggio della ‘tascabile’ Emma, degna erede di Samuel L. Jackson, (da sempre record-man di mother f****r pronunciati nei suoi film) per il numero di parolacce che pronuncia solo nei primi 3 episodi!
Anche se godibili, il ritmo delle prime puntate di questa nuova stagione non è sempre equilibrato: ci sono momenti di grande intensità, ma ci sono anche momenti più statici, dove sembra non ingranare la trama principale. Inoltre, la dipendenza dall’universo di The Boys resta evidente: chi non conosce bene la serie principale potrebbe sentirsi spaesato di fronte a certi riferimenti o collegamenti.
Conclusioni
La seconda stagione di Gen V comincia con un passo lento, ma diretto con ogni probabilità verso la giusta direzione. È più cupa, più adulta, più intrecciata con The Boys, ma anche più emotivamente potente. Riesce a onorare la memoria di Chance Perdomo senza trasformarla in retorica, integra nuovi personaggi interessanti come il preside Cipher e continua a proporre quella miscela di satira, violenza e introspezione che è diventata il marchio di fabbrica del franchise. Ci si aspetta maggior minutaggio dal personaggio di Sam, rimasto un po’ in secondo piano nelle prime puntate della stagione 2 dello show.
Se siete fan di The Boys, questa stagione amplia il contesto narrativo in cui si muovono le avventure di Butcher, Patriota & Co. a cavallo tra la stagione 4 e la stagione 5, con personaggi intriganti e che non escludiamo possano (almeno alcuni) apparire nella stagione finale della serie TV tratta dal fumetto cult di Garth Ennis e Darick Robertson.
Gen V in questi primi episodi della stagione 2 si conferma, grazie anche all’ottimo cast, non un semplice spin-off, ma un pezzo fondamentale del racconto distopico che Prime Video ha costruito negli ultimi anni. E siamo sicuri di essere solo all’inizio… ci rivediamo al termine della stagione per fare il bilancio complessivo, comprese anche le vittime che siamo sicuri non mancheranno.

Gen V - Stagione 2
Jaz Sinclair: Marie Moreau
Chance Perdomo: Andre Anderson
Lizze Broadway: Emma Shaw / Little Cricket
Maddie Phillips: Cate Dunlap
Derek Luh: Jordan Li (forma maschile)
London Thor: Jordan Li (forma femminile)
Asa Germann: Sam Riordan
Shelley Conn: Indira Shetty
Lucrezia Marricchi : Marie Moreau
Federico Bebi: Andre Anderson
Annalisa Usai: Emma Shaw / Little Cricket
Ludovica Bebi: Cate Dunlap
Riccardo Suarez: Jordan Li (forma maschile)
Alice Venditti: Jordan Li (forma femminile)
Federico Campaiola: Sam Riordan
Domitilla D'Amico: Indira Shetty