La notizia è rimbalzata ovunque nel giro di poche ore: con un comunicato ufficiale, Netflix ha annunciato di aver acquistato da Warner Bros. Discovery gli studios cinematografici e televisivi, il canale via cavo HBO e la piattaforma di streaming HBO Max. Il tutto per la cifra colossale di 82,7 miliardi di dollari.
Un’operazione che non ha precedenti nell’industria dell’intrattenimento moderno e che, inevitabilmente, ha scatenato una lunga scia di reazioni, dubbi e aspettative.
L’industria insorge: “È una minaccia alla concorrenza”
A poche ore dall’annuncio, i primi a far sentire la loro voce sono stati gli sceneggiatori della Writers’ Guild of America. Il sindacato non ha usato mezzi termini: secondo la WGA, permettere a Netflix – già leader mondiale dello streaming – di inglobare uno dei suoi principali competitor rappresenta un rischio grave per la concorrenza.
«È proprio per evitare situazioni del genere che esistono le leggi antitrust», hanno dichiarato.
Il timore è chiaro: se una sola piattaforma diventa abbastanza grande da controllare buona parte del mercato, a farne le spese potrebbero essere la varietà dei contenuti, la libertà creativa e – naturalmente – i lavoratori del settore.
Preoccupazioni condivise anche dai produttori della Producers’ Guild of America, che hanno sottolineato quanto sia delicata la possibile vendita di uno degli studios più antichi e prestigiosi della storia hollywoodiana.
Nel loro comunicato, la PGA ricorda che negli ultimi cento anni l’industria dell’intrattenimento ha dato lavoro a milioni di persone e ha esportato nel mondo l’immaginario americano. Proteggere questo patrimonio culturale, affermano, è fondamentale.
Le potenziali fusioni, secondo il sindacato, dovrebbero rispondere a un unico principio: garantire creatività, opportunità lavorative e libertà d’espressione. Perché, come ricordano, negli archivi di Warner Bros. non c’è solo un catalogo di titoli: c’è un pezzo di identità nazionale.
Anche la Directors’ Guild of America, il sindacato dei registi presieduto da Christopher Nolan, non è rimasta a guardare. La DGA avrebbe già programmato un incontro con i dirigenti di Netflix per discutere una questione cruciale: che ne sarà delle sale cinematografiche?

Netflix rassicura: “Warner Bros. resta intatta”
Dal canto suo, Netflix tenta di placare le inquietudini dell’industria. L’azienda ha confermato l’intenzione di mantenere operative e indipendenti le attività di Warner Bros., compresa la programmazione dei film già previsti fino al 2029.
Una dichiarazione che punta a rassicurare soprattutto quei professionisti che temono un ridimensionamento o uno stravolgimento della storica major.
Per quanto riguarda la piattaforma HBO Max, Netflix sembra voler procedere con cautela: resterà separata, continuerà il suo percorso – incluso l’arrivo ufficiale in Italia fissato per il 13 gennaio 2026 – e, parallelamente, alcuni titoli Warner inizieranno ad apparire gradualmente nel catalogo Netflix.
Una sorta di coesistenza che, però, non esclude una futura fusione delle due piattaforme: una possibilità che aleggia nell’aria e che potrebbe trasformare radicalmente l’ecosistema dello streaming.
La ristrutturazione di Warner Bros. Discovery e la nascita di Discovery Global
L’operazione, tuttavia, non può partire senza il via libera degli enti regolatori. Se tutto procederà secondo i piani, la transazione verrà finalizzata entro il terzo quadrimestre del 2026.
Nel frattempo, Warner Bros. Discovery ha già annunciato un’importante riorganizzazione interna: la divisione Streaming & Studios verrà separata dai canali via cavo, destinati a confluire in una nuova società chiamata Discovery Global.
Discovery Global includerà un vasto ventaglio di brand televisivi e digitali: dal colosso delle news CNN allo sport di TNT Sports, dai canali entertainment di Discovery a numerose reti europee in chiaro, fino alle piattaforme digitali Discovery+ e Bleacher Report.
Una ristrutturazione che mira a rendere più chiara la linea di separazione tra attività tradizionali e contenuti premium destinati allo streaming.

Cosa ottengono gli azionisti: i dettagli finanziari
Dal punto di vista economico, l’accordo stabilisce che ogni azionista WBD riceverà 23,25 dollari in contanti più 4,5 dollari in azioni Netflix per ogni azione posseduta al momento della chiusura dell’operazione.
Nel complesso, l’acquisizione valuta Warner Bros. Discovery 27,75 dollari per azione, per un valore azionario totale di circa 72 miliardi di dollari e un valore d’impresa che raggiunge appunto gli 82,7 miliardi sborsati da Netflix.
Numeri impressionanti, che mostrano quanto la compagnia guidata da Ted Sarandos e Greg Peters stia puntando sul consolidamento del mercato e sulla creazione di un impero dei contenuti difficile da eguagliare.
Cosa significa davvero questa acquisizione?
Per ora è presto per capire l’impatto reale di questa mega-operazione, ma una cosa è certa: il terreno dell’intrattenimento sta cambiando sotto i nostri occhi.
L’acquisizione di uno dei più grandi studios al mondo da parte del leader dello streaming potrebbe ridefinire rapporti di forza, strategie distributive e perfino il modo in cui viviamo cinema e televisione.
Il futuro potrebbe essere più integrato, più centralizzato… o forse più fragile.
Le prossime mosse – e soprattutto il giudizio degli enti regolatori – diranno se stiamo assistendo all’inizio di una nuova era dorata dello streaming o all’avvicinarsi di un monopolio pericoloso per creativi e consumatori.
Una cosa è certa: la partita è appena iniziata.

