La Città Incantata, film che sin dalla sua uscita si è imposto al mondo come un racconto poetico denso di simbolismo firmato dal Maestro Hayao Miyazaki, è stato eletto come miglior film d’animazione del XXI° secolo.
Il riconoscimento è giunto attraverso un sondaggio lanciato dalla prestigiosa testata The New York Times che ha visto coinvolti 500 professionisti di Hollywood. Registi, sceneggiatori e critici sono stati chiamati ad esprimersi su quale fosse, secondo il loro parere, il miglior film del XXI° secolo. Nei primi trenta posti figurano pellicole segnanti come Moonlight, Non è un paese per vecchi o Parasite che si è aggiudicato il primo posto (per spulciare la classifica completa, vi rimandiamo al sito della testata). Nella top ten, precisamente al nono posto, viene premiato La città incantata di Hayao Miyazaki, film che gli è valso nel 2003 l’Orso d’oro di Berlino e l’Oscar come miglior film d’animazione.
Il film La città incantata è liberamente ispirato al romanzo fantastico Il meraviglioso paese oltre la nebbia della scrittrice Sachiko Kashiwaba – edito in Italia dalla Kappalab come La città incantata al di là delle nebbie – e nell’anno della sua uscita incassò ben 330 milioni di dollari al box office, guadagnando ad oggi 30,4 miliardi di yen (primo nella storia dell’animazione giapponese).
La Città Incantata è diventato con gli anni un cult ed essendo una vera e propria fabbrica di sogni, col tempo ha ricevuto molteplici interpretazioni. La più comune è quella che paragona Chihiro ad Alice nel paese delle meraviglie, mentre un’altra vede La città incantata come rappresentazione del Giappone antico, quello che si ribella al progressismo moderno (rappresentato dalla realtà di Chihiro e dei suoi genitori).
Nel secondo caso la morale consisterebbe nell’importanza di imparare a far coesistere presente e passato senza che nessuno dei due offuschi i valori dell’altro. Una terza interpretazione vede il film addirittura come un’allegoria della prostituzione infantile, in cui i bagni pubblici presenti nella pellicola assumono connotazioni molto più sinistre, visione probabilmente dovuta al fatto che Miyazaki una volta dichiarò che la società giapponese fosse diventata un’industria del sesso.
Qualcuno vi scorge anche un duello tra forze opposte, il capitalismo e la spiritualità messi in risalto l’uno contro l’altro. Tempo fa circolava un tweet in cui veniva chiesto allo Studio Ghibli dell’importanza della trasformazione in maiali dei genitori di Chihiro.
Nella risposta lo Studio dichiarava che la scena è servita a rappresentare il modo in cui le persone sono diventate maiali durante la bolla economica giapponese degli anni 80, seguita dal crollo del 1991. Ogni volta che qualcuno si comporta come un maiale viene innescato un processo per cui gradualmente otterrà anche “il corpo e l’anima” del maiale. Metafora vera non solo nel mondo della fantasia. Se volete saperne ancora di più su queta incredibile opera vi rimandiamo al nostro speciale.
La città incantata – L’incredibile avventura di Chihiro
Chihiro è un bambina di 10 anni, capricciosa e testarda, che sta traslocando con i genitori dalla sua vecchia casa. Durante il viaggio si imbatte con loro in una sorta di mondo segreto, pieno di cibi deliziosi e numerose leccornie: la vista di tutto quel ben di Dio attira come le api al miele i genitori della piccola, che cominciano a mangiare tutto a dismisura senza nemmeno preoccuparsi di dover chiedere il permesso a qualcuno. Scopriamo che quel cibo era in realtà riservato a degli Dei antichi, che per punirli decideranno di trasformarli in maiali. A questo punto Chihiro non ha scelta, è una ragazzina coraggiosa e decide di trovare il modo di salvare i suoi genitori.
Inizia così il suo viaggio attraverso un mondo magico e misterioso, abitato da antichi spiriti detti yokai. Mentre Chihiro s’incammina tra le strade di questo posto misterioso, iniziano ad accadere cose alcquanto strane: gli yokai cominciano ad affollare le vie e la bambina si rende conto di star lentamente diventando invisibile.
In suo aiuto arriva Haku, un ragazzino che le fa mangiare una bacca proveniente dal mondo magico, grazie alla quale il corpo di Chihiro diventa di nuovo concreto e tangibile, permettendole così di restare in vita all’interno della nuova città. Haku inoltre le svela l’esistenza del dominio della strega Yubaba che regna su tutto il complesso e le spiega che l’unico modo per non farsi catturare dai suoi uomini è quello di trovarsi un lavoro all’interno del suo impianto.
Grazie all’aiuto di Kamagi e di Lin, suoi nuovi amici, la bambina riesce ad ottenere udienza presso la strega ed un contratto di lavoro, che la priva però del suo vero nome, ribattezzandola come Sen. Questo trucco viene usato dalla maga poiché la mancanza di nome rende i suoi sottoposti incapaci di abbandonare la città.
Durante la sua permanenza, Sen incontra innumerevoli personaggi emblematici, primo tra tutti Senza-volto, il suo primo cliente, che avrebbe dovuto rappresentare uno spirito del cattivo odore, ma che una volta pulito a fondo dalla bambina si scopre non essere altro che lo spirito di un fiume inquinato. Lo stesso senza-volto però si trasformerà ben presto nel simbolo dell’ingordigia per eccellenza, cominciando a tentare tutti gli inservienti con dell’oro in cambio di enormi quantità di cibo, fino a diventare gigante.
Chihiro sarà man mano messa a dura prova: dovrà ritrovare sé stessa per non essere inglobata dalle migliaia di esseri che incontrerà lungo il viaggio, scoprire il segreto di Yubaba e soprattutto salvare Haku e i suoi genitori.
Noi siamo d’accordo con questo riconoscimento, e voi? Fatecelo sapere nei commenti!
fonte: comicbook