Jason Howard: «Tifo per i G.I. Joe, ma preferisco disegnare i cattivi»

Durante Lucca Comics & Games 2025 abbiamo avuto il grande piacere di intervistare Jason Howard, disegnatore statunitense attualmente impegnato sui titoli Energon Universe di Skybound

Doc. G
copertina intervista jason howard

All’ultima edizione di Lucca Comics & Games tra gli ospiti dello stand saldaPress era presente Jason Howard, grande disegnatore arrivato direttamente dagli Stati Uniti, che attualmente stiamo ammirando sui titoli Skybound dell’Energon Universe come Transformers e G.I. Joe.

Jason, però, è un artista che ha dato il suo contributo in passato sia con opere creator-owned (come Trees, opera sci-fi su testi di Warren Ellis), sia su fumetti legati a un altro grande franchise, quello di Invincible.

Insomma, in compagnia di Jason Howard, noi di MegaNerd abbiamo avuto modo di capire cosa ne pensa di questo nuovo rilancio fumettistico dei due colossi Hasbro, oltre che molte altre domande legate ai suoi ultimi lavori. Buona lettura!


Intervista a Jason Howard, dall’Energon Universe a Lucca Comics & Games

Ciao Jason, grazie per essere con noi oggi.

Jason Howard: Grazie a voi per l’invito!

Abbiamo saputo che sei uno degli artisti coinvolti nel rilancio di G.I. Joe targato Skybound. Partiamo da una domanda semplice: Team G.I. Joe o Team Cobra?

Jason Howard: Direi… G.I. Joe, ma i Cobra hanno alcuni dei personaggi più fighi. Da bambino avevo la action figure di Zartan, con la pelle che cambiava colore al sole e le maschere intercambiabili. Cobra Commander è semplicemente iconico. Anche Serpentor. Quindi sì: tifo per i Joe, ma come artista preferisco decisamente disegnare i cattivi.

L’action figure di Zartan

Cosa pensi del ritorno di G.I. Joe e Transformers nei nuovi titoli Skybound? Cosa possono rappresentare oggi questi franchise fondamentali degli anni ’80 e ’90 per i nuovi lettori?

Jason Howard: Sono cresciuto guardando i cartoni animati, soprattutto dei Transformers, e avevo tantissimi giocattoli. Una cosa interessante è che Transformers, in particolare, si è reinventato molte volte nel corso degli anni. Di recente parlavo con un fan che ha scoperto il franchise grazie alla serie animata Beast Wars: Transformers, una fase che io personalmente mi sono perso.

Questo dimostra quanto sia un franchise duraturo. Skybound sta portando tantissima creatività e talento all’interno del franchise, e penso che stiano facendo un lavoro eccellente. Daniel Warren Johnson è uno scrittore straordinario e ha dato una forte spinta creativa a Transformers, e poi c’è anche il coinvolgimento di Robert Kirkman. È tutto gestito molto bene ed è divertente poter far parte, anche solo in piccola parte, di questo progetto.

Il progetto G.I. Joe arriva dopo diverse miniserie dedicate ai singoli personaggi, come Duke o Cobra Commander. Lavorando su G.I. Joe, è stato utile vedere come altri artisti avevano caratterizzato visivamente i personaggi? Sei stato coinvolto nelle prime fasi di sviluppo?

Jason Howard: Il mio coinvolgimento con G.I. Joe è stato più limitato rispetto a Transformers. Ho realizzato molte cover, ma l’artista principale della serie è Tom Reilly. Quando ci sono nuovi design dei personaggi, gli editor mi mandano i lavori di Tom e io li uso come riferimento per le copertine.

Ho lavorato anche a una breve storia di G.I. Joe in cui compaiono un paio di personaggi la cui identità inizialmente è un mistero. Ho disegnato io i loro costumi “enigmatici”, ed è stato molto divertente. Quando li vedi per la prima volta, non sai se siano buoni o cattivi.

La maggior parte dei design della serie principale sono però di Tom, ed è un grandissimo character designer. Quando lavoro sulle cover, come quella con Risk, uno dei personaggi più recenti di G.I. Joe, seguo le indicazioni fornite da Skybound. Non sono direttamente coinvolto con Hasbro: quel rapporto è gestito da Skybound. Come artista, ricevo le mie indicazioni da loro, anche se sono sicuro che ci sia un continuo confronto con Hasbro per trovare il giusto equilibrio tra ciò che funziona nei fumetti e ciò che funziona come giocattolo.

Che sensazione si prova a lavorare su personaggi iconici come G.I. Joe e Transformers, dopo anni passati a creare materiale originale?

Jason Howard: La cosa che amo di più dei fumetti è creare qualcosa di nuovo, e l’ho fatto spesso nel corso della mia carriera, soprattutto con progetti creator-owned, anche insieme a Robert Kirkman.

Detto questo, lavorare su Transformers e G.I. Joe ti riconnette inevitabilmente al bambino che sei stato. Da piccolo disegnavo questi personaggi solo per divertimento, studiavo i loro design sulle confezioni dei giocattoli e cercavo di capirne il funzionamento. Poterli disegnare oggi da professionista è un modo per rivivere quelle sensazioni.

Allo stesso tempo, però, non voglio restare prigioniero del passato. Per essere rilevanti oggi, questi franchise devono parlare anche ai nuovi lettori. Quindi cerco di portare la mia sensibilità artistica e di chiedermi cosa trovo io interessante e come farlo funzionare nel presente.

G.I.-Joe-Vol.-1-LAttacco-dei-Cobra

L’Energon Universe sta avendo un enorme successo, sia di pubblico che di critica. Qual è, secondo te, il segreto di questo risultato?

Jason Howard: Dal mio punto di vista, uno dei fattori chiave è Robert Kirkman. È un fan di Transformers fin da quando era giovane e, quando Skybound ha acquisito la licenza da Hasbro, aveva una posizione decisionale importante ed era anche molto forte anche dal punto di vista creativo.

Robert è un grande scrittore: un vero visionario. Quando guarda a Transformers o G.I. Joe, lo fa con amore per il franchise, ma anche con una profonda comprensione di ciò che rende una storia efficace e un fumetto avvincente. Quando sceglie di coinvolgere autori come Daniel Warren Johnson, non sta semplicemente assegnando un incarico: sta portando a bordo una persone talentuosa e appassionata.

Lo stesso vale per G.I. Joe, con Joshua Williamson, che è uno scrittore eccellente e perfetto per quel progetto. Skybound non sta semplicemente “producendo fumetti”: sta cercando di farli bene. Le persone dietro a questi libri amano davvero queste proprietà, e questo si vede.

Per quanto mi riguarda, cerco solo di non essere l’anello debole della catena [risata n.d.r.]. Anche io sono cresciuto con questi personaggi, quindi è molto stimolante contribuire mantenendo l’energia e il dinamismo stabiliti dagli altri artisti coinvolti.

Jason Howard all’opera a Lucca Comics & Games 2025

Il tuo Transformer preferito è Megatron, giusto? Come mai?

Jason Howard: Sì, il cattivo. Ovviamente non condivido la sua visione del mondo, ma penso che sia il più figo. Ci sono tantissimi Transformer dal design incredibile, ma Megatron è davvero iconico: il cannone al posto del braccio, il design dell’elmo… è tutto molto potente visivamente.

Jason Howard intervista
Megatron by Howard… e la felicità di disegnare il suo Transformers preferito

Parlando dei tuoi lavori passati, Lo stupefacente Wolf-Man è stato uno dei tuoi primi progetti importanti. Ti sei divertito a disegnare l’universo di Mark Grayson?

Jason Howard: Assolutamente sì. Wolf-Man è stato uno dei miei primi lavori nel fumetto. Collaborare con Robert Kirkman è stata un’esperienza formativa enorme, e in più è stato semplicemente divertente disegnare un supereroe.

 

Di recente hai lavorato sia alle cover che agli interni di Transformers. Qual è la differenza principale tra i due approcci e quale trovi più stimolante?

Jason Howard: In generale preferisco gli interni, perché ciò che amo di più dei fumetti è raccontare una storia. Le tavole interne ti permettono di farlo visivamente, pagina dopo pagina. Le cover raccontano comunque una storia, ma spesso si tratta di un solo momento.

Mi piacciono molto anche le cover, soprattutto perché ho un background nel graphic design. Però impaginare le tavole e costruire la narrazione è ciò che trovo più appagante, specialmente quando si lavora su una sceneggiatura forte.

Le cover richiedono spesso un grande lavoro tecnico, assicurarsi che personaggi come Soundwave abbiano tutti i dettagli giusti al posto giusto, ma restano molto divertenti. Detto questo, lo storytelling delle pagine interne è ciò che amo di più.

Sul tuo Instagram abbiamo visto alcuni disegni di DC K.O.: Wonder Woman vs. Lobo. Ti sei divertito a lavorare sul personaggio più folle, Lobo ovviamente, della DC?

Jason Howard: La miniserie originale di Lobo disegnata da Simon Bisley è stata un’enorme influenza per me quando ero giovane. Mi ha davvero aperto gli occhi su uno stile artistico completamente diverso.

Adoro Wonder Woman, ma il vero richiamo di quel progetto per me era poter disegnare Lobo in azione. Mi sono divertito moltissimo a lavorarci e spero che i lettori saranno entusiasti del risultato.

Jason Howard intervista
Preview del Lobo di Jason Howard in Wonder Woman vs. Lobo

Ci sono stati dei mentori che ti hanno influenzato come artista?

Jason Howard: Ci sono stati moltissimi artisti che mi hanno influenzato attraverso il loro lavoro. Una volta parlai con un artista che aveva lavorato in studio con grandi professionisti. Mi lamentavo del fatto di non vivere vicino a New York o Los Angeles.

Mi disse una cosa che mi è rimasta impressa: tutto ciò che aveva imparato lavorando fianco a fianco con grandi artisti, avrebbe potuto impararlo semplicemente studiando le loro tavole. Questo concetto mi ha colpito molto. Non avendo molti artisti professionisti vicino a me, ho imparato studiando le pagine, chiedendomi perché certe scelte funzionassero, e applicandole.

Le fiere del fumetto, inoltre, sono state fondamentali: molti artisti mi hanno dato consigli preziosi quando ero giovane, e questo mi ha aiutato tantissimo.

Puoi citare tre fumetti che sono stati fondamentali per la tua crescita artistica?

Jason Howard: Appleseed è stato il primo manga che abbia mai letto, e l’ho studiato come fosse un manuale. [manga di genere cyberpunk realizzato da Masamune Shirow n.d.r.]

Lobo, come dicevo, di Simon Bisley è stato un’altra enorme influenza. SuperPatriot di Dave Johnson mi ha aperto gli occhi su uno stile che non avevo mai visto prima. Anche il lavoro di Joe Quesada negli anni ’90 è stato molto importante per me, soprattutto dal punto di vista dello storytelling.

Jason Howard intervista
Superpatriot di Dave Johnson

Per concludere, qual è il fumetto che ti ha cambiato la vita?

Jason Howard: Spider-Man di Todd McFarlane.

Da bambino leggevo fumetti, ma crescendo mi ero spostato verso i romanzi. Un giorno vidi un albo di Spider-Man su uno spinner rack che sembrava completamente diverso da tutti gli altri. La copertina era incredibile, e l’interno era altrettanto spettacolare.

Quel fumetto ha cambiato il mio modo di vedere l’arte sequenziale. Non era statico, era dinamico, esagerato, quasi migliore della realtà. Mi ha fatto capire che i fumetti potevano essere qualcosa di completamente diverso da come li immaginavo, e da allora non ho mai smesso di amarli.

Jason, grazie mille. È stato un vero piacere parlare con te

Jason Howard: Grazie a voi, è stato un piacere.

Jason Howard intervista
Jason Howard al padiglione saldaPress di Lucca Comics & Games 2025, durante un firmacopie
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Il mio nome e' Doc. G , torinese di 36 anni lettore compulsivo di fumetti di quasi ogni genere (manga, italiano, comics) ma che ha una passione irrefrenabile per Spider-Man! Chi è il miglior Spider-Man per me? Chiunque ne indossi il costume.
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