Grazie a saldaPress, MegaNerd ha partecipato a una round table su The Moon is Following Us organizzata dall’editore con i due autori: Daniel Warren Johnson e Riley Rossmo
MegaNerd è stata invitata qualche giorno fa a una Round Table organizzata dall’editore saldaPress che si è rivelata una “tavola rotonda”, densissima di spunti e riflessioni sull’imminente pubblicazione italiana di The Moon is Following Us, opera a quattro mani di Daniel Warren Johnson (Extremity, Murder Falcon, Do a Power Bomb, Transformers) e Riley Rossmo (Dark Ride, Batman).
Moderata da Rachele Baz, Ufficio stampa di saldaPress, e con la traduzione di Angelica Mamprin, la conversazione ha coinvolto i due autori che hanno risposto alle domande dei creator e addetti stampa del settore, tra cui per l’appunto, MegaNerd.
L’incontro si è rivelato un viaggio condiviso nei temi, nei simboli e nei processi creativi dell’opera il cui primo volume (di due), ricordiamo, sarà disponibile in anteprima al ComiCon di Bergamo (20-22 giugno) e dal 27 giugno nelle fumetterie e librerie d’Italia. Ma andiamo a leggere cosa è venuto fuori!
The Moon is Following Us – Azione, umanità e il cuore delle storie
La discussione si apre con una domanda diretta a Daniel Warren Johnson, scrittore e disegnatore di The Moon is Following Us, su come riesca a bilanciare azione esplosiva, combattimenti ipercinetici e violenza con tematiche umane e profonde.
Daniel risponde che non si tratta di una scelta calcolata, ma del naturale risultato di ciò che ama scrivere.
DWJ – “Non seguo una formula: seguo il mio entusiasmo. Se qualcosa mi emoziona, allora è quello che voglio raccontare.”
Riley Rossmo aggiunge che proprio questo entusiasmo è ciò che rende accessibili le storie di Daniel: anche gli elementi più folli e fantastici sono ancorati a emozioni e dinamiche familiari riconoscibili.
Tecnologia e magia sotto lo sguardo della Luna
L’attenzione viene spostata sul simbolismo della Luna in The Moon is Following Us, e sul dualismo tra tecnologia e magia.
Riley spiega che nella prima parte del fumetto la tecnologia viene proposta come soluzione a tutto.
RR– “Nella prima parte ci siamo sbilanciati molto su come la tecnologia sia una soluzione per tutto e poi nel mezzo ho cercato di far riflettere nei miei disegni che non erano le pistole o qualcosa di tecnologico, ma qualcosa di un po’ più fisico ad aiutarmi ad arrivare a una soluzione. Perché anche nel mondo di oggi io credo che molti di noi si affidano alla tecnologia come una soluzione rapida.”
Daniel sottolinea come la luna è un elemento visivo e simbolico costante, non perché abbia poteri specifici, ma perché rappresenta la cura, la difficoltà di proteggere gli altri, il mistero e la presenza rassicurante ma silenziosa di chi veglia.
DWJ – “Ho voluto usare la presenza della Luna come un una base per la mia storia ed è anche perché per questo motivo che abbiamo scelto questo titolo. Secondo me la Luna ha un qualcosa di magico anche nella vita reale e nella storia ho voluto utilizzarla per sottolineare quei punti in cui dovevamo iniziare a staccarci dall’uso delle armi e iniziare a utilizzare trovare delle soluzioni per prenderci cura dei nostri figli. Dal mio punto di vista la luna è appunto qualcosa di misterioso ed è collegato al far aiutare a crescere i nostri bambini, che è un qualcosa di difficile.”
Due stili, due mondi, una storia
Uno degli aspetti più interessanti è la coesistenza dei due stili grafici radicalmente diversi dei due autori. Riley e Daniel sono stati capaci di mantenere le loro identità visive, senza cercare di uniformarsi. Daniel spiega che questa scelta è stata voluta: il suo stile più realistico rappresenta un mondo, quello di Riley più astratto e visionario, ne rappresenta un altro.
DWJ – “Abbiamo due stili totalmente differenti e questa era una delle ragioni per cui volevo collaborare con lui e volevo che tra le nostre arti ci fosse qualcosa di narrativo che raccontasse perché ci fosse questa differenza. […] ho iniziato a scrivere The Moon is Following Us proprio pensando a come i nostri due stili potessero collaborare, ovvero il mio stile che è un po’ più realistico, mentre il suo più sul fantastico. Ed è stato fatto tutto con un obiettivo: quello di mischiare la nostra arte.”
Riley Rossmo ha voluto aggiungere un particolare tecnico della collaborazione con Daniel proprio relativo alla realizzazione grafica di The Moon is Following Us:
RR – “Entrambi disegniamo su carta, quindi disegnavamo sul sullo stesso foglio e ce lo passavamo di mese in mese e secondo me è fantastico notare la nostra differenza di stili. ”
Il viaggio dei personaggi tra queste due realtà diventa così chiaro e narrativamente coerente.
Sogni, fragilità e musica
In molte opere di Daniel, compresa The Moon is Following Us, la forza dei personaggi nasca dalle loro fragilità. La storia ruota attorno a due genitori che devono affrontare la perdita dei sogni della figlia e combatterne gli incubi. Daniel paragona la scrittura alla musica:
DWJ – “Voglio sempre fare qualcosa di diverso, qualcosa che non è mai stato fatto prima. E’ un modo, secondo me, per sorprendere il lettore.”
Ma The Moon is Following Us mette anche in risalto una delle più grandi passioni di Warren Johnson già emersa in precedenti opere: la musica.
DWJ – “Prendiamo ad esempio la musica; magari stai ascoltando una canzone e non sai esattamente dove sta andando. Magari ti sembra tutto uguale, però da un momento all’altro c’è un cambio e ti sorprende. E’ la stessa cosa, per me, scrivere il fumetto”
E difatti l’autore ha realizzato una colonna sonora dedicata al fumetto, disponibile su Bruticus / Bandcamp [un servizio musicale che permette ad artisti indipendenti di promuovere e distribuire la loro musica online n.d.r.]. Daniel racconta che è nata dopo la sceneggiatura e in parte dopo aver visto le tavole di Riley. Ha usato synth e suoni eterei, distanziandosi dalle chitarre heavy di Murder Falcon.
Riley, per contro, disegnava ascoltando Slayer e surf music. La musica, pur non essendo presente nel fumetto, ha contribuito a plasmarne l’atmosfera.
Giocattoli, anime e memorie d’infanzia
The Moon is Following Us vede diversi personaggi bizzarri protagonisti del mondo onirico creato dalla piccola Penny. Ma come siano stati progettati questi personaggi? Riley racconta di aver tratto ispirazione dai suoi giocattoli anni ‘80, da Transformers a G.I. Joe, fino a Silverhawks. Un personaggio ha persino un martello a forma di squalo.
RR – “Li ho immaginati come action figure in blister”
Anche lo Studio Ghibli ha avuto un’influenza fortissima, per entrambi gli autori.
La casa, i figli e la realtà che si insinua nella fantasia
C’è un tema importante e spesso ricorrente nelle opere di Warren Johnson: l’influenza della vita familiare sulle storie. Riley e Daniel raccontano di come libri, giochi e routine con i loro figli abbiano permeato la storia.
DWJ – “Io ho un bambino di 3 anni e uno di 8 . Leggiamo insieme questo libro che si chiama Detective Culetto!”
RR – “ Io ho una figlia un po’ più grande che adesso legge dei libri e dei fumetti un po’ più seri. Però per quanto mi riguarda il design di quello che c’è nel nostro fumetto, ha elementi che si possono trovare nelle nostre o nelle vostre case, dalla stanza dei nostri bambini fino alla cucina”.
E difatti Daniel, per esempio, ha modellato la casa dei protagonisti sul layout della sua: la quotidianità diventa base concreta per la narrazione fantastica.
Famiglie, tempo e generazioni
Un altro filo conduttore nelle opere di Daniel è la responsabilità generazionale, i traumi che passano dai genitori ai figli. Daniel risponde che non è una scelta consapevole, ma che nasce dall’osservazione delle dinamiche della sua stessa famiglia.
DWJ – “Vedo generazioni passare davanti a me e una volta che hai dei bambini capisci quanto velocemente passa il tempo. Forse dovrei scrivere qualcosa di differente, ma mi piace scrivere le cose che so e in questo momento so che io sto invecchiando e che i miei bambini stanno diventando grandi, quindi scrivo di questo.”
Una collaborazione creata passo dopo passo, partendo dall’amicizia
L’intervista è continuata mettendo in luce i meccanismi della collaborazione tra Daniel e Riley, il rapporto tra scrittura e disegno e le scelte che hanno dato vita ai personaggi di Sam e Duncan.
Riguardo il progetto nasce non solo tra due colleghi ma anche una coppia di amici di lunga data.
DWJ – “Riley mi ha proposto di fare una storia insieme e io ho subito accettato con entusiasmo, anche se ho impiegato un po’ di tempo per trovare l’idea giusta. Non sempre ho idee pronte per collaborazioni, a volte mi vengono in mente storie solo per me stesso. Ma quando ho pensato a questa storia, ho capito che Riley sarebbe stato perfetto. Avevo dei momenti chiave che sapevo dovessero esserci, ma il modo in cui ci siamo arrivati, il percorso per costruire questi momenti, l’ho costruito insieme a Riley. Il suo contributo ha posto le fondamenta del racconto.”
RR – “In realtà è stata tutta una mia idea. Lui ha semplicemente fatto qualche disegno. (ride) Secondo me ci ha aiutato tanto il fatto che vabbè, entrambi abbiamo figli, abbiamo lavorato per tanto tempo in DC e siamo amici di lunga data. Quindi per me è stato un onore lavorare con lui. Di solito le storie di Dan hanno un linguaggio visivo molto specifico e secondo me se l’avesse disegnata lui da solo questa storia sarebbe stata diversa. Questo perché ci mettevamo insieme, ne parlavamo, io disegnavo, gli mandavo le mie tavole, lui mi diceva cosa sistemare o cosa aggiungere, gliele rimandavo e ed è stato appunto un lavoro di squadra.”
Sam e Duncan: un conflitto universale
I genitori di Penny, Sam e Duncan, coppia protagonista e dalle dinamiche visive e narrative importanti, sono uno dei pilastri di The Moon is Following Us e rappresentano una normalità quotidiana di coppia anche nelle conflittualità portata dalla paura di perdere la propria figlia.
DWJ – “Nessuna storia è davvero interessante senza un conflitto. E quale conflitto più potente di quello tra marito e moglie quando il destino della loro bambina è in gioco? La loro missione per salvarla è qualcosa in cui tutti possiamo immedesimarci. Sam, all’inizio della storia, è disegnata con angoli appuntiti, corna sull’elmo, forme che richiamano una lama. Duncan invece è più tondeggiante, senza spigoli, un po’ come una tartaruga: più introverso e protettivo. Riley ha saputo tradurre queste caratteristiche nei design dei personaggi, aggiungendo un ulteriore livello al racconto”
RR – “Il contrasto visivo tra Sam e Duncan aiuta a capire subito chi sono e come si relazionano. Sam è più “tagliente”, più determinata, mentre Duncan ha un’energia più morbida e contenuta.”
La Domanda di MegaNerd – la scelta del genere Fantasy per raccontare una storia famigliare
The Moon is Following Us è un fantasy, un genere sempre complicato in cui avventurarsi, soprattutto quando si parla di fumetto, perché si rischia di ricadere un po’ negli stereotipi e nelle banalità. Invece, a mio parere voi avete fatto centro. Avete creato una storia adrenalinica alla John Wick, per intenderci e allo stesso tempo ci sono elementi che mi hanno ricordato Saga di Brian K. Vaughan. Come mai una storia sulla famiglia, sull’intimità dell’essere genitori, sulla vulnerabilità è stato scelto di ambientarla in un contesto fantasy?
DWJ – “Io amo il fantasy e come tu hai detto è stato fatto più e più volte anche da più e più persone. Non volevamo aggiungerci anche noi. Il nostro modo di approcciarlo è diversa, secondo me, perché è tutto fatto all’interno della mente di una bambina. Non è proprio Alice nel Paese delle Meraviglie, ma non è nemmeno puramente un fantasy.
Secondo me, ci ha aiutato molto, a me come scrittore e a Riley come disegnatore, di avere in mente l’idea dei due diversi mondi. Questo ci ha aiutato a non fare la copia di qualcos’altro. Avete presente, vabbè, lo studio Ghibli di cui parlavamo prima e anche il film The Cell, che non è proprio un film bello, ma lo è dal punto di vista visivo? Ecco noi siamo grandi fan di questo film. Quindi volevamo qualcosa che fosse al di fuori del mondo reale, ma quasi per bambini. Quando metti tutto insieme è questo che diventa.”
RR – “Non dovevamo attenerci a una particolare modo di disegnare. Siccome è la mente di un bambino, potevamo essere fuori dagli schemi il più possibile. Potevamo avere i carro armati, qualcosa che spara raggi magici, un serpente gigante, un uomo rana. Non c’erano regole. Prendiamo ad esempio Star Wars, che è comunque fantascienza, però ha un look o comunque una visuale specifica. Siccome noi, appunto prendevamo ispirazione dalla mente di un bambino, potevamo fare esattamente tutto quello che volevamo ed è stato molto liberatorio.”
Tecnologia e immaginazione: un equilibrio possibile
Nelle battute finali si è analizzato ancora la coesistenza tra immaginazione molto materica e le influenze, come i videogiochi, che rappresentano le nuove tecnologie. Come può oggi la creatività “vecchio stampo” convivere con le nuove tecnologie, in un mondo sempre più digitale?
RR – “Ogni volta che nasce una nuova tecnologia si teme che distruggerà ciò che c’era prima. Pensate alla fotografia: si temeva avrebbe ucciso la pittura. O al 3D, al digitale… Ma ciò che attrae davvero i lettori è il cuore dell’opera. La tecnologia può rendere tutto più lucido e perfetto, ma senza cuore e difetti manca di anima. Credo che dobbiamo adottare la tecnologia e usarla per arricchire le nostre storie invece di averne paura. L’intelligenza artificiale, per esempio, spaventa molti artisti oggi, perché può generare immagini perfette in pochi secondi.
Ma quando le guardi davvero, manca il cuore, mancano i difetti che rendono ricca un’opera. Io amo i film horror e preferisco i mostri veri, le maschere di gomma, il sangue finto. È quello che dà verità e valore, anche se il film è a basso budget.”
In chiusura: Il contributo di Mike Spicer e il ruolo del colore
Prima della chiusura, dopo la scrittura e il disegno, spazio al colore e al contributo di Mike Spicer, colorista che collabora da tempo con Warren Johnson con cui ha creato un sodalizio incredibile.
RR – “Mike è un professionista. Avevo già ammirato il modo in cui usa i colori in Transformers, e mi ha entusiasmato lavorare con lui. Ha colorato le mie pagine e poi le ha riprese, inviandomele con sfondi monocromatici e super saturi. Quel tocco ha definito l’aspetto del libro e ha dato vita al mondo onirico che volevamo creare.”
DWJ – “Quell’idea è stata sua, non gliel’avevamo chiesta. Ha trovato da solo la chiave per rappresentare l’atmosfera da sogno del fumetto.”
Insomma una lunga chiacchierata con cui si è cercato di entrare in maniera viscerale nel processo creativo di The Moon is Following Us e in tutti i temi toccati dall’opera.
Un ringraziamento a saldaPress che ha permesso alla redazione di MegaNerd di partecipare a questo speciale incontro con due autori internazionali importantissimi come Riley Rossmo e ovviamente Daniel Warren Johnson!
Ora non vi resta cari lettori di MegaNerd che recuperare il primo volume saldaPress e… leggere The Moon is Following Us.