Ospite della 25esima edizione del Comicon Napoli, Boichi ha presentato “Super String“, opera che porta nel multiverso il celebre esploratore Marco Polo. Noi abbiamo assistito al suo incontro con la stampa italiana, che ci ha portato alla scoperta della sua visione globale del fumetto
Il Comicon di Napoli non è solo uno dei palcoscenici più vibranti del fumetto europeo, è anche il luogo in cui artisti e fan si incontrano nel segno della passione. Ed è proprio qui, tra stand affollati e applausi calorosi, che abbiamo incontrato Boichi, il celebre mangaka sudcoreano che ha incantato il mondo con opere come “Sun-Ken Rock” e “Dr. Stone“.
Con occhi pieni di emozione e un sorriso instancabile, Boichi ci ha presentato il suo nuovo progetto, “Super String”, l’opera che oscilla tra fantascienza, leggenda e vera e propria storia.
In questo manga il celebre esploratore Marco Polo si trasforma in un ragazzo comune, dal cuore grande che rimasto orfano in una Venezia senza tempo, lavora sodo e si impegna per poter badare ai propri fratelli. Nonostante il contesto storico, “Super String” acquisisce un tono fantascentifico portando quello che secondo i libri di storia era un’abile mercante, in un mondo fantastico e dimensioni alternative.
Alla scoperta del Marco Polo di Boichi
È incredibile come l’incontro tra due pesi massimi come Boichi e lo sceneggiatore Youn In-wan avvenga proprio in Italia, rendendo il bel Paese lo scenario da cui parte tutta la trama di “Super String: Marco Polo’s Travel to the Multiverse”.
Nel dettaglio, si tratta di un viaggio che il protagonista compie non da una regione all’altra del mondo, ma bensì tra dimensioni parallele in cui non solo incontrerà pericoli e difficoltà, ma anche creature fantastiche e personaggi provenienti da altre opere.
Un multiverso che ti inghiotte, e ti porta mano a mano attraverso dimensioni temporali diverse. Nelle pagine dei 4 volumi del manga, il giovane Marco Polo resta coinvolto in uno scontro con un terribile mostro, da cui però riesce a sfuggire, grazie ad un fulmine che colpendo il talismano di famiglia, lo catapulta in una Tokyo del futuro.
Il Marco Polo di Boichi non è il classico eroe forte ed imbattibile. Anzi, l’autore racconta che è un ragazzo come tanti che più che puntare sulla propria forza fisica, punta sull’intuito e sulla propria forza d’animo, non arrendendosi mai dinnanzi al pericolo.
La sovrapposizione temporale che avviene tra il passato arcaico e il futuro sconosciuto si trasforma, nelle mani di Boichi, in un affascinante cortocircuito narrativo che rinnova il mito di Marco Polo e lo proietta in un’opera che assume un significato profondo e che sottolinea l’amore che gli autori stessi hanno nei confronti del vecchio continente.
Nel corso del press cafè a cui siamo stati gentilmente invitati da Star Comics, Boichi ha più volte espresso il profondo affetto che lo lega all’Italia e in particolare alla città di Napoli: “Qui mi sento a casa”, ci ha detto, abbracciando idealmente un pubblico che lo ha accolto come una star di casa propria.

Boichi non è un semplice mangaka.. è un genio visionario
Boichi è un illustratore davvero singolare ma le sue opere rivelano che oltre a questo, è un vero e proprio genio. Nato in Corea del Sud e trasferitosi in Giappone per inseguire il sogno di diventare autore completo, Boichi ha sempre unito alla maestria tecnica una sorprendente profondità concettuale.
Tanto è vero che sarebbe riduttivo definirlo solo un semplice mangaka. Lui è come un regista che racconta storie lontane attraverso una particolare tecnica di narrazione visiva. Non a caso, nel corso dell’incontro, ha specificato che nelle sue tavole ogni dettaglio diventa particolarmente incisivo. A partire dall’ordine in cui dispone le illustrazioni, fino a finire alle dimensioni a cui esse stesso corrispondono.
Da questo particolare dettaglio tecnico emerge che Boichi ha alle sue spalle non solo la passione per i manga o per la fantascienza. Ha sicuramente percorso anche altri orizzonti artistici che si avvicinano molto alla sceneggiatura e alla cinematografia.
Con opere come “Sun-Ken Rock”, “Origin” e “Dr. Stone”, ha dimostrato una straordinaria capacità di spaziare tra generi, mantenendo uno stile riconoscibile e un ritmo narrativo coinvolgente.
La sua passione per la fantascienza non è solo estetica, ma filosofica, in ogni tavola si avverte la riflessione su tempo, progresso, umanità. Boichi immagina futuri complessi e li intreccia con dubbi esistenziali, dando vita a mondi in cui la scienza si fa mito e il disegno diventa pensiero.
“Sognando un futuro senza confini tra generi, stili e tradizioni..”
A colpirci molto è stata una delle affermazioni in cui l’autore ha confessato di esser partito dalla Corea del Sud verso il Giappone per apprendere più stili possibili ma che nel suo ideale, non dovrebbero esistere confini tra lo stile nipponico, quello coreano e quello occidentale.
È evidente che Boichi coltiva una visione globale del fumetto, sognando un futuro in cui i confini tra generi, stili e tradizioni editoriali vengano abbattuti, per dare vita a un’unica, grande narrazione universale capace di parlare a tutti.
Questo concetto rende Boichi stesso un super eroe dei tempi moderni. Non è da tutti desiderare che determinate barriere tra culture e generi vengano infrante. E arrivati a questo punto possiamo dire che il suo sogno diventa anche il nostro, abbracciando automaticamente l’idea che un giorno possa esistere un’unica, grande lingua visiva, che sia in grado di unire l’umanità attraverso storie ed illustrazioni senza etichette.
L’anatomia delle creature demoniache di Boichi
Un altro dettaglio interessante fa riferimento all’anatomia delle creature fantastiche che disegna Boichi. L’autore specifica che non sono veri e propri “mostri”, perché per dar loro vita utilizza come base l’anatomia umana, a cui poi aggiunge l’elemento fantastico.
Questo approccio conferisce loro una verosimiglianza inquietante, come se appartenessero a un futuro possibile o a un piano dell’esistenza non così distante dal nostro.
In “Super String: Marco Polo’s Travel to the Multiverse”, questa tecnica emerge con particolare prepotenza. Difatti, le entità che popolano l’universo narrativo non sono mai semplici antagonisti, ma rappresentazioni fisiche di paure, mutazioni, forze ancestrali e tecnologiche.
Ogni creatura nasce da un equilibrio raffinato tra realtà e immaginazione, tra scienza e mito, incarnando quella tensione tipica della fantascienza che esplora i limiti del corpo e dell’identità umana. In questo modo, anche l’orrore o la meraviglia che suscitano non è mai fine a sé stessa, ma parte integrante del messaggio che Boichi vuole trasmettere attraverso il suo operato.
Con “Super String”, Boichi conferma ancora una volta la sua capacità di coniugare spettacolarità e profondità, immaginazione e rigore. La sua presenza al Comicon di Napoli ha offerto al pubblico non solo l’anteprima di un’opera ambiziosa, ma anche uno sguardo privilegiato sul processo creativo di uno dei mangaka più originali della scena internazionale.
Questo è solo uno dei tanti contenuti speciali che abbiamo preparato dopo il Comicon. Per non perderne nemmeno uno, continua a seguirci e facci sapere cosa ne pensi attraverso i commenti.
Ringraziamo l’ufficio stampa di Star Comics per l’invito al press cafè di Boichi e vi ricordiamo che il primo numero di Super String: Marco Polo’s Travel to the Multiverse arriverà nelle fumetterie italiane il prossimo 13 maggio!