New Wave è la rubrica di MegaNerd dedicata alla nuova onda del fumetto italiano. Talenti emergenti, nuovi segni, nuove immagini per un nuovo mondo
C’è un momento preciso, spesso silenzioso e intimo, in cui una passione smette di essere soltanto un rifugio e diventa una promessa. È lì che nasce un percorso creativo autentico, fatto di ostinazione, studio, immaginazione e amore viscerale per il disegno. New Wave, la rubrica di MegaNerd.it dedicata ai talenti emergenti dell’illustrazione e del fumetto italiano, nasce proprio per intercettare quel momento e raccontarlo, dando voce a chi sta costruendo oggi l’immaginario di domani.
In questa nuova intervista incontriamo Caterina Mazzei, un’artista che porta sulle tavole una sensibilità intensa, un segno dinamico e una passione sincera per il fumetto come linguaggio emotivo prima ancora che narrativo. Dai primi manga sfogliati fino a consumarne le pagine, passando per l’amore per i supereroi Marvel e un’esperienza formativa di altissimo livello come il Marvel Art Atelier, il suo percorso racconta una generazione di autori che non ha mai smesso di credere nel potere delle storie disegnate.
Tra contrasti cromatici, personaggi tormentati, studio instancabile e uno sguardo curioso rivolto al mondo che la circonda, Caterina rappresenta perfettamente lo spirito di New Wave: quello di chi affronta il presente con determinazione, difendendo l’arte come atto umano, emotivo e irripetibile. Abbiamo parlato con lei di ispirazioni, sfide, sogni e resistenza creativa, in un dialogo sincero che profuma di carta, inchiostro e futuro.
Signore e signori, vi presentiamo Caterina.
Quando il fumetto diventa destino: lo sguardo e il segno di Caterina Mazzei
Ciao Caterina, benvenuta su MegaNerd. Ti va di presentarti alla nostra community?
Ciao a tutti! è un immenso piacere essere qui! Mi chiamo Caterina e disegno e leggo fumetti fin da bambina. Per me, questa passione è anche il mio primo grande amore. Quando ero molto piccola, ricordo che mi divertivo a inventare e disegnare storie. Ero piuttosto introversa, e durante le mie giornate preferivo tendenzialmente disegnare. Ricordo però che la vera svolta è arrivata quando ho iniziato a collezionare il mio primo manga, Naruto.
Da allora non ho mai smesso di credere che il fumetto sarebbe diventato il mio futuro. La determinazione e la forza di quei personaggi mi hanno insegnato a non arrendermi mai, a rialzarmi sempre e a lottare per ciò in cui credo. Conservo gelosamente quella collezione, anche se ormai è un bel po’ rovinata per tutte le volte che l’ho sfogliata. In seguito, durante il liceo, ho iniziato a seguire Marvel e DC.
La mia prima opportunità mi si è presentata quest’anno, con il Marvel Art Atelier, un’esperienza davvero unica.
Quali elementi — estetici o tematici — ritieni siano il “filo rosso” che attraversa i tuoi lavori?
Hmm..credo che uno degli elementi estetici che caratterizza maggiormente i miei ultimi lavori sia l’uso di un colore, in particolare il rosso, in contrasto con in bianco e il nero e con i toni del grigio. Ne sono fortemente affezionata per le emozioni che può suscitare. Tuttavia, cerco sempre di scegliere il colore in base al contesto e a ciò che voglio raccontare, quindi non è detto che sia esclusivamente il rosso! Mi piace dipingere particolarmente i capelli e come si muovono, mischiare pennellate sporche e imperfette con linee più sottili e leggere.
Impossibile non notare una tua passione per i personaggi Marvel, che illustri in modo davvero fantastico. Da dove nasce questa incredibile voglia di disegnare gli eroi della Casa delle Idee?
Grazie mille! Fin da bambina la figura del supereroe ha sempre suscitato in me un enorme interesse. Dopotutto, credo che per molti di noi siano una vera e propria fonte di forza: anche i supereroi hanno insicurezze, paure, difficoltà da superare e obiettivi da raggiungere, proprio come tutti noi!
C’è un artista, un movimento o una scena culturale che ha influenzato in modo decisivo la tua identità creativa?
Dopo aver frequentato il Marvel Art Atelier, ho studiato, studiato e studiato. Di artisti che continuano a ispirarmi ce ne sono tanti! Però non ci sono solo fumettisti, amo la storia dell’arte e seguo la moda, mi piace il cinema e il teatro. Osservo tanto la quotidianità.
Riesci a ricordare il momento esatto in cui si è accesa la scintilla dell’arte? Quello in cui hai capito che avresti voluto essere un’Artista e nient’altro
Disegno da quando ero piccolissima, non ricordo con esattezza il giorno in cui ho iniziato, ma posso dirvi senz’altro che non c’è stato un giorno della mia vita in cui ho smesso di credere che questo sarebbe stato il mio futuro.
Sei più vicina a un approccio autodidatta o accademico? In che modo questo ha modellato la tua sensibilità artistica?
Direi che il mio approccio è stato principalmente autodidatta, visto che disegno e dipingo da quando ero bambina. Ho frequentato il liceo classico, che non aveva nulla a che fare con le materie tecniche e artistiche. Amo sperimentare, mi diverte e incuriosisce tantissimo provare tecniche nuove. Successivamente ho frequentato una scuola di fumetto e in seguito ho avuto l’opportunità di incontrare anche grandi professionisti, ai quali sarò per sempre grata per ciò che mi hanno insegnato.
Quali sono state le prime sfide concrete che hai dovuto affrontare come illustratrice emergente?
Sicuramente la sfida più grande è stata quella di dovermi velocizzare, soprattutto per il Marvel Art Atelier. Come ben sappiamo, il mercato americano impone delle tempistiche strette e l’Atelier è stata la mia prima sfida per poter riuscire a gestirle. Credo che la cosa migliore da fare sia porsi degli obiettivi giornalieri e cercare di rispettarli.
Prima ci hai anticipato che hai fatto parte del Marvel Art Atelier di Disneyland Paris quest’anno: ci racconti questa esperienza? Vista da fuori sembra davvero incredibile…
È stata senz’altro una delle esperienze più belle della mia vita. Il Marvel Art Atelier non mi ha lasciato soltanto un enorme bagaglio di insegnamenti, ma anche tanti affetti. Ho incontrato persone straordinarie, sempre pronte a supportarmi e a darmi la giusta carica. Un’esperienza così incredibile che faccio ancora fatica a crederci! Mi sento davvero fortunata e onorata per essere stata scelta assieme ad altri quattro artisti, che sono diventati dei preziosi compagni e per aver avuto la possibilità di vivere tutto questo.
Ogni giorno c’erano nuove sfide da sostenere e nuovi insegnamenti, con tavole ed esercitazioni da completare in tempi molto ristretti. Questa esperienza non solo mi ha aiutata a velocizzarmi e lasciato insegnamenti preziosi, ma mi ha anche insegnato il valore del lavoro di squadra e ad affrontare le difficoltà e i contrattempi.
Ho avuto l’onore di incontrare C.B., Brian e di avere insegnanti fantastici e che stimo profondamente. Ognuno di loro assieme all’intero team, mi ha insegnato tanto e non dimenticherò mai tutto questo. E’ stato come far parte di una grande famiglia e squadra, sempre pronta a sostenermi e motivarmi.
Quali fonti di ispirazione alimentano di più la tua immaginazione tra cinema, musica, fotografia, moda, quotidiano…?
Ti direi…tutto! Amo l’arte a 360 gradi. Oltre al fumetto, mi affascina l’arte in generale. Ultimamente anche la moda mi sta ispirando molto, e guardo tantissimi film! La musica per me è fondamentale quando disegno. Tuttavia credo che l’aspetto più importante sia osservare la quotidianità. Mi capita spesso di andare nei bar e disegnare, proprio per osservare come la gente gesticola, come si muove, le posizioni che assume, le loro espressioni facciali.
Quali sono state le letture e gli artisti che più ti hanno influenzato?
Per quanto riguarda le letture, direi innanzitutto il manga in generale (peraltro, trovo incredibile il dinamismo che si può trovare) In primis Naruto, perché è da lì che è iniziato tutto. Poi, tutto ciò che riguarda Spider-Man, ma anche titoli come Batman: Year One, Something Is Killing The Children…
Per quanto riguarda gli artisti non vedo soltanto il fumetto, soprattutto in questo periodo. Ultimamente direi Sergio Toppi, Gigi Cavenago, Greg Smallwood, Mike Mignola etc.
Potrei continuare a lungo.
Il tuo stile – dinamico, artistico e seducente – mi sembra perfetto sia per una graphic novel che per una storia seriale: che tipo di progetto ti piacerebbe illustrare, se potessi scegliere?
Se dovessi scegliere, un giorno mi piacerebbe disegnare personaggi complessi o tormentati… anche i cattivi!!! Amo disegnare le donne, senz’altro mi piacerebbe Catwoman, ma anche Scarlet Witch. Poi ovviamente mi piacerebbe Spider-Man ahah questo sarebbe il mio sogno più grande. Ma non vi nascondo che non mi dispiacerebbe affatto esplorare l’horror, mi piacerebbe un giorno poter inventare qualcosa di mio, che mi faccia sentire completamente libera di esplorare e sperimentare.
In un mondo sempre più pigro e attratto dall’intelligenza artificiale, inseguire la strada dell’arte sembra quasi un atto di resistenza nei confronti del bello. Come vive un’illustratrice questo particolare momento storico?
Credo sia abbastanza triste che l’intelligenza artificiale stia cercando di entrare anche in questo mondo. Ovviamente, sono totalmente in disaccordo e credo che non ci sarà mai un momento in cui l’IA riuscirà a competere con i veri disegnatori. L’arte è autentica, è un’espressione profonda di emozioni, e l’IA invece è soltanto artificialità.
Ci segnali 3 illustratori da tenere d’occhio?
I miei compagni dell’Atelier! Però non sono tre, ma quattro: Elvin Ching, Tyler Lenaz, Rose T. Villalobos e Pat Boutin. Vale lo stesso?
Certo! Grazie davvero per essere stata con noi Caterina, ti auguriamo le migliori fortune!
