Il fumettista dell’impossibile: i mille volti di Alfredo Castelli

Il fumettista dell’impossibile: i mille volti di Alfredo Castelli è il libro illustrato edito da Cut Up Publishing che omaggia uno dei più grandi esponenti del fumetto italiano. Alcuni degli autori hanno voluto ricordare Alfredo donandoci alcuni ricordi memorabili

Doc. G
speciale castelli

Quando si sente parlare di Alfredo Castelli si ha la sensazione che l’uomo fosse immenso e indelebile tanto quanto l’artista.

Nel momento in cui si fa il nome di ‘Alfredo Castelli’ a chi ha avuto modo di conoscerlo, c’è un’incredibile disponibilità a ricordare in modo solenne un personaggio che ha fatto la storia del fumetto italiano, con un accenno di sorriso per non dimenticare l’animo giocoso dell’autore, ma anche con un che di malinconico perché il vuoto che ha lasciato è grande e profondo quanto una voragine.

In foto: Alfredo Castelli

Alfredo Castelli è scomparso prematuramente l’anno scorso, il 7 febbraio 2024.

Non se parlerà mai abbastanza” dicono di Castelli gli amici e colleghi di una vita, per significare la grandezza e il segno indelebile che ha lasciato nelle anime di ognuno.

Per celebrarlo e ricordarlo nel miglior modo possibile, gli è stata dedicata tra l’agosto dell’anno passato e l’inizio del 2025 a Recanati una mostra dal titolo “Il fumettista dell’impossibile – i mille volti di Alfredo Castelli” dove diversi autori lo hanno omaggiato con ricordi, disegni e testi a lui dedicati.

Alfredo Castelli in mostra a Recanati

Cut-Up Publishing ha voluto dare l’opportunità a chi non ha potuto vedere di persona la mostra, di raccogliere tutte le opere in un omonimo libro.

Grazie alla collaborazione della casa editrice, nella persona dell’autore (e grande amico di Alfredo) Stefano Fantelli, direttore editoriale di Cut-Up Publishing e sceneggiatore per la Sergio Bonelli Editore, noi di MegaNerd abbiamo potuto scambiare quattro chiacchiere con alcuni dei grandi professionisti che hanno partecipato nell’omaggio al grande artista Castelli, ma anche all’incredibile uomo Alfredo.

Per chi, come il sottoscritto, non ha mai conosciuto Castelli, se non per il suo contributo artistico con la creazione di alcuni dei personaggi dei fumetti italiani più importanti di sempre (Martin Mystère, l’Omino Bufo, Zio Boris, ecc..), è stata un’occasione per conoscerlo ‘personalmente’ attraverso le bellissime parole e i divertenti aneddoti dei suoi colleghi.

Ringraziamo immensamente chi si è messo a disposizione per portare ai lettori di MegaNerd anche solo un ricordo su Alfredo Castelli:

  • Stefano Fantelli – sceneggiatore della Sergio Bonelli Editore e scrittore
  • Rodolfo Torti – disegnatore della Sergio Bonelli Editore
  • Marcello Mangiantini – disegnatore della Sergio Bonelli Editore
  • Moreno Burattini – sceneggiatore e curatore editoriale di Zagor
  • Vittorio Pavesio – editore e disegnatore
  • Lola Airaghi – disegnatrice della Sergio Bonelli Editore
  • Massimo Bonfatti – disegnatore di Cattivik, Lupo Alberto e Zio Boris
  • Clod – disegnatore di Nick Carter e Sturmtruppen
  • Davide Barzi – sceneggiatore della Sergio Bonelli Editore
  • Silvia Riccò – fondatrice di Horror Dipendenza e divulgatrice

Ma lasciamo la parola agli artisti che ci raccontano… i mille volti di Alfredo Castelli!


I mille volti di Alfredo Castelli

Alfredo Castelli è stata una figura molto importante per il fumetto italiano, ma soprattutto quello che traspare è che ha lasciato oltre che un vuoto artistico, un grande vuoto a livello umano quando è prematuramente scomparso il 7 febbraio 2024. A lui è stata dedicata la mostra a Recanati intitolata “Il fumettista dell’impossibile – i mille volti di Alfredo Castelli”, titolo anche del libro che Cut-Up Publishing ha pubblicato recentemente. Qual è stato il tema e lo scopo della mostra che ha celebrato uno dei più grandi uomini del fumetto italiano?

Stefano Fantelli – Quando mi è stato chiesto di collaborare all’organizzazione della mostra dedicata ad Alfredo e di curare un catalogo delle opere ho pensato che sarebbe stato bello arricchire la raccolta delle immagini con testi scritti da chi Alfredo lo conosceva. Oltre a contattare quindi buona parte degli artisti che hanno partecipato con le loro opere alla mostra ho chiesto un contributo scritto agli sceneggiatori, gli editori e i redattori che hanno lavorato con Alfredo o che comunque hanno avuto a che fare con lui e con lui inevitabilmente avevano maturato un rapporto amicizia e di reciproca stima e simpatia.

Coloro che hanno un ricordo potente di Alfredo. Lo scopo è omaggiare Alfredo, come l’autore geniale e brillante che era, ma anche come l’uomo sempre ricco di aneddoti e di battute che riusciva a portare allegria ovunque andasse.

Mille aggettivi, un solo uomo: Alfredo Castelli

Morto il fumettista Alfredo Castelli creatore di Martin Mystere e di tanti altri personaggi: aveva 76 anni

Vulcanico, geniale, curioso, maestro dell’impossibile, procrastinatore, ecc… sono tanti gli appellativi che sono stati dati a Castelli nell’arco della sua esistenza. Ma per voi qual è l’aggettivo che più lo descrive?

Rodolfo Torti – La sensazione che mi ha dato sin da subito è che era una persona buona. Veramente buona. Ti dava serenità, sia nella collaborazione professionale che nell’amicizia. Una persona con cui ci si stava bene e si poteva parlare di tutto. La bontà del suo modo di fare e il suo modo di essere era straordinario.

Marcello Mangiantini – Per me l’aggettivo che più lo descrive è curioso. Era una persona estremamente colta, estremamente curiosa delle cose della vita, delle storie del mondo e del mistero. Ho avuto la fortuna di lavorarci in un’occasione per una storia di Martin Mystère, per l’anniversario della morte di Dante Alighieri, ambientata a Ravenna. Un racconto breve e molto particolare, ma divertentissimo. E devo dire la verità: aver lavorato con Alfredo Castelli, è una medaglia da appuntarsi sul petto.

Moreno Burattini – Tolto quello che tutti hanno già detto, uno che io trovo manchi nell’elenco, ma che ci deve essere sicuramente è esilarante. Alfredo Castelli era esilarante come persona e come autore di fumetti, sia nelle vesti di sceneggiatore che disegnatore. Era impossibile distinguere l’umorismo dei suoi fumetti dall’umorismo della sua persona. Era uno che faceva scherzi a tutti, in ogni circostanza. Riusciva a far ridere chiunque con un umorismo tutto suo, particolare, sofisticato ma anche semplice a seconda della circostanza. Secondo me era proprio un umorista nato!

Vittorio Pavesio – Era una persona geniale. Magari può sembrare banale, ma per me geniale significa una persona che stupisce in qualsiasi argomento affronti con lui. Non è stato solo un grande sceneggiatore, un grande narratore, un grande appassionato e cultore dell’arte del fumetto e dell’illustrazione. Poteva stupirti perché tirava fuori dal suo cilindro di conoscenza aneddoti, libri e soprattutto citazioni importanti e divertenti, impensate e impensabili. Lui poi era maestoso nelle ricerche. Aveva accuratezza, profondità e anche una grande forza di volontà nel portare avanti dei progetti ciclopici.

Lola Airaghi – Una persona straordinaria, perché aveva una conoscenza incredibile! Su ogni tematica poteva scrivere delle storie affascinanti, avventurose e incredibili, ma non ti faceva mai pesare tutto il suo sapere. E questa era la cosa bella di Alfredo. Potevi parlare con lui di qualunque cosa davanti un bicchiere di vino, ed era veramente un piacere a livello personale averci a che fare. E quando ci si salutava ti portavi via un’enciclopedia di conoscenza che ti aveva regalato solo conversando. Questo era Alfredo Castelli.

Massimo Bonfatti – Io direi giocherellone. Sin da quando vidi Alfredo per la prima volta da ragazzino insieme ai miei maestri, Silver e Bonvi, notai l’aspetto giocoso delle cose che facevano insieme. Poi quando ho avuto occasione di conoscerlo di persona ho capito che per lui tutta la vita, e i suoi aspetti, erano un gioco, ma fatto con serietà, impegno e dedizione.

Stefano Fantelli – Descrivere Alfredo (o “Alfred”, come lo chiamavo solitamente) con un solo aggettivo è un’impresa quasi impossibile. Era una persona che aveva tante qualità diverse. Sono felice di aver avuto la fortuna di fare un pezzo di strada con lui, è stato per me se non un padre quantomeno uno zio, lo zio simpatico che ha sempre un pensiero gentile e una battuta divertente per te, lo zio eternamente giovane che ti capisce come i tuoi genitori non possono fare. Il Buon Vecchio Zio Alfred.

Abbiamo riso tanto insieme e mi manca in un modo indicibile, mi ha arricchito tantissimo sia come uomo che come autore. Forse un aggettivo con cui potrei descriverlo, ora, così, su due piedi, potrebbe essere affamato. Alfred non ha mai perso quella fame, la fame di storie, di conoscenza, di aneddoti, di curiosità e perché no, anche quella del cibo e del buon vino. Ma soprattutto Alfred aveva fame di vita, una voglia di vivere straordinaria e fuori dal comune, questa era la sua forza.

Alfred era lo stesso uomo di 50 anni prima, di quando ha iniziato a scrivere, non era cambiato per nulla. Era ancora lui, è rimasto lui fino all’ultimo giorno. E fino all’ultima telefonata ha scherzato con me, rideva. E aveva ancora la stessa fame.

Davide Barzi – Direi geniale che è un aggettivo che ho usato due volte sole in vita mia per persone che ho avuto l’onore e la fortuna di frequentare. L’ho usato per Enzo Jannacci e per Alfredo Castelli. Nessun altro.

Clod – Genio. Credo che quella sia una delle tante parole adatte a lui. Un vero genio della sceneggiatura, delle idee, dell’ironia, dell’umorismo… ma della storia in generale. Ha realizzato tante trame a tema storico. Basti pensare anche solo in Martin Mystère dove ci sono diversi riferimenti storici in molti numeri.

Silvia Riccò – Sicuramente esilarante con un senso dell’umorismo molto fine, in realtà, attraverso cui traspariva la sua grandissima intelligenza e cultura. Ma era anche curioso, nonostante la sua cultura smisurata ha sempre approfondito, studiato, cercato, fino alla fine. Posso dire che in un certo senso mi ha insegnato a vedere le cose dalla giusta prospettiva. È stata una persona che in età non più giovanissima era ancora tanto interessata allo scoprire e all’approfondire. Una persona così, rimane giovane per sempre! Era il suo mindset, che spero diventi anche il mio.

Da Martin Mystère all’Omino Bufo: un vulcano di idee

Alfredo Castelli: tra i suoi enormi successi, Martin Mystére per Sergio Bonelli Editore

A livello artistico il suo contributo al fumetto italiano è stato immenso; da Martin Mystère a l’Omino Bufo, Zio Boris, Il corriere dei ragazzi, Diabolik e molti altri. Quale è stata l’opera più innovativa e che più voi associate ad Alfredo Castelli?

Moreno Burattini – Qualunque cosa io dica, ci sarebbe un’altra cosa che ha fatto ancora più innovativa di quella da me menzionata! Mi verrebbe da dire che è troppo scontato parlare del suo lavoro da fumettista che è riconosciuto da tutti, e quindi vorrei citare il suo lavoro da redattore, sicuramente sul Corriere dei Ragazzi, ma anche su Eureka insieme a Silver. È stato un esempio di come si fanno le riviste in maniera creativa e innovativa. Secondo me la cosa più bella che ha fatto è proprio Eureka, non perché ci sia una cosa in particolare, ma per l’idea in sé di come una rivista deve essere modellata dal suo curatore e direttore.

Vittorio Pavesio – Posso dire che sicuramente mi ha colpito sin dalla mia infanzia già solo con l’Omino Bufo. La genialità di uno sceneggiatore che diceva “Non so disegnare!”. Teoricamente, perché non era vero! Lui comunicava in modo meraviglioso. Poi ci sarebbero un’infinità di opere. Potrei dire banalmente Martin Mystère ma è una risposta quasi ovvia. Zio Boris era geniale e bellissimo e mi ricordo, spero di non sbagliare, L’Ombra sul Corriere del Ragazzi.

Da ragazzino leggevo anche Gli Aristocratici, ed era una lettura per l’età che avevo e per quell’epoca, molto impegnativa. A disconoscenza del fatto che per la propria cultura i bambini possono leggere cose che non sono teoricamente rivolte a loro. Da ragazzo ho letto Corto Maltese e mi ha lasciato dei segni, così come le cose di Alfredo, e quando glielo dicevo mi rispondeva “Così mi fai sentire vecchio”. Era divertente nel modo più intelligente che si possa pensare.

Stefano Fantelli – Alfredo ha creato e scritto di tutto e di più, la lista sarebbe lunghissima, ma se mi chiedi qual è stata la sua opera più innovativa e che più associo a lui non posso che rispondere, a costo di sembrare banale: Martin Mystère. Che in realtà non è una banalità ma la semplice e pura verità. MM è uscito nel 1982, Alfred ovviamente ci lavorava già da anni. Parliamo di un’epoca in cui Internet non esisteva e non sarebbe esistito ancora per almeno una dozzina di anni.

Io ogni tanto mi soffermo a pensare ad Alfredo che fornisce la documentazione ai disegnatori e che fa ricerche per le storie di MM potendo contare esclusivamente sui libri, le riviste e i documentari in tv. Il videoregistratore viene diffuso in Italia verso la metà degli anni 80, quindi per alcuni anni non ha potuto contare neanche sulle videocassette. Detto questo, la serie di Martin Mystère è stata travolgente per me e mi ha segnato sia come uomo che come autore. Fino ad allora il mio fumetto preferito era sempre stato Zagor (di cui tra l’altro Alfredo scrisse diverse storie), e lo è rimasto, fino ad arrivare addirittura a diventarne sceneggiatore, ma MM era pazzesco.

Io che ero un appassionato di archeologia misteriosa e di computer, non potevo desiderare di meglio. Martin usava un computer Macintosh e io ero ancora un ragazzino (scoprii MM a partire dal numero 51, poi recuperai gli arretrati) ma da quel momento feci di tutto per arrivare a possedere un Mac (passione che non mi ha mai abbandonato), anche se dovetti aspettare un bel po’ di anni.

Ho imparato più storia e geografia dagli albi di MM che a scuola. Mi iscrissi persino al corso di laurea di Conservatore dei Beni Archeologici, per seguire le orme di Martin (e di Alfred). Quando poi conobbi Alfredo e glielo raccontai lui ne rimase molto toccato, era sempre contento di sapere che MM fosse stato così importante per i suoi lettori.

Morto Alfredo Castelli, dal Pilone del liceo Volta a Martin Mystère una vita per i fumetti - la Repubblica

Davide Barzi – Allora: prendo ‘lateralmente’ la domanda e rispondo che al di là di tutti i contenuti di enorme valore che lui ha prodotto, è stato anche un incredibile costruttore di contenitori. Perché a lui non bastava scrivere le storie, ma realizzava proprio le strutture e le operazioni editoriali all’interno di cui venivano contenute. Per cui, al fianco di Martin Mysterè, Van Helsing e qualsiasi altra cosa possiamo citare, va ricordato assolutamente Eureka che lui ha diretto con Silver e tutte le formule (dall’Almanacco al Dizionario) che erano allegati, nonché tutte le formule cartacee editoriali di cui è stato il curatore e creatore.

Clod – Per mia sfortuna non ho mai avuto l’onore di disegnare una storia di Alfredo, anche se lo conoscevo bene. Mi posso vantare, però, di avergli procurato un sacco di videocassette di archeologia, in quanto sono un appassionato. Registravo tutte le cose di archeologia che vedevo in televisione, documentari televisivi o compravo in edicola videocassette che poi gli duplicavo. Ogni volta che andavo a Milano, quando lavoravo per Il Giornalino che stava a 100 metri dalla redazione della Bonelli. Gli portavo 4-5 cassette ogni mese, che erano circa 20 ore di roba archeologica. All’epoca non c’era YouTube. Quando uscì Martin Mystère, per me fu un fumetto incredibile.

Silvia Riccò – È una domanda difficile, ma banalmente dico Martin Mystère perché in quel personaggio converge tutta la sua passione e i suoi interessi per la fanta-archeologia, le scienze, ecc.. Però, dico anche Zio Boris, perché c’è il senso dell’umorismo di Castelli, ma anche un certo tipo di immaginario horror.

Il ricordo degli artisti attraverso le illustrazioni

Non solo Martin Mystère, una mostra celebra Alfredo Castelli - La Stampa

Gli sceneggiatori hanno lasciato testimonianza del loro rapporto con Alfredo, grazie alla loro penna, mentre voi artisti, avete realizzato delle illustrazioni tributo. Quanto c’è del vostro rapporto con lui o dell’essenza stessa di Alfredo all’interno delle immagini?

Rodolfo Torti – Ho disegnato per trent’anni il suo personaggio, Martin Mystère.

Martin era Alfredo e Alfredo era Martin. Non è che quando disegnavo Martin Mystère pensavo ad Alfredo, ma rileggendo le storie, le sue sceneggiature, le riconoscevo sempre. Mi era accanto nel momento in cui lo disegnavo. Questo sempre.

Marcello Mangiantini – Io ho disegnato una scena dove Alfredo è seduto su una scala con i suoi personaggi di Martin Mystère. Mi sembrava una bella situazione in cui lui raccontava e parlava con Martin, Java e Diana.

Lola Airaghi – C’è sicuramente la stima e la meticolosità che ho voluto dare, nel raffigurarlo. Quello è il rispetto per la persona a livello sia umano, ma soprattutto lavorativo.

Nel mio omaggio grafico, mi sono immaginata una storia per quel disegno. In un futuro apocalittico dove tutto è distrutto cosa rimane? Questa popolazione che non so se siano androidi, robot, alieni o terrestri scopre qualcosa dell’antichità del passato che è rimasta, ed è piena di storia.

Mi sono poi immaginata la ‘storia nella storia’. Dentro quella grandissima statua ‘a forma di Castelli’ che viene scoperta, c’è l’Omino Bufo! Perché è l’anima di Alfredo!

Non è una tomba, ma è come se fosse un sarcofago di un archivio incredibile dove l’anima è l’Omino Bufo. Ovviamente non si vede! Ma io so che c’è ed è all’interno della statua, come testimonianza del passato per le civiltà del futuro.

Massimo Bonfatti – Nella mia illustrazione che ho fatto c’è Leo Pulp, personaggio di un fumetto che io ho fatto con Claudio Nizzi per la Bonelli, che dice “cosa c’entra Leo Pulp con Alfredo Castelli?”. Ed effettivamente cosa c’entra? Io faccio dire al personaggio “Castelli c’entra sempre”.

Cosa vuol dire questo? Che Castelli era entrato nel mondo del fumetto, dell’immaginario e dell’affetto di noi fumettisti italiani come un parente e lui c’entra sempre in tutto. È come in una festa di Natale dove c’è lo zio simpatico che coinvolge tutti quanti nelle piacevolezze delle feste.

Quel burlone di Alfredo Castelli!

DIME WEB: CASTELLI IN ARIA

Emerge in più occasioni che Alfredo era un burlone; amava scherzare quasi più che scrivere fumetti! Qual è il ricordo più divertente e/o personale che legate ad Alfredo?

Moreno Burattini – Alfredo perdeva un sacco di tempo. Si dedicava volontariamente a dei lavori incredibili e impossibili non pagati pur di ottenere un effetto ‘combo’ desiderato qualunque.

Riusciva a fare sondaggi straordinari, comporre delle lettere false che faceva leggere alle vittime dei suoi scherzi. Una cosa che ricordo con molto piacere, riguarda un episodio dove lui cercò una mia foto con le braccia conserte davanti al busto e una certa espressione particolare. Lui trovò una foto di Barack Obama nella stessa posa con le braccia incrociate davanti al petto. Alfredo fece un fotomontaggio dove ci ha messo insieme con sullo sfondo la Casa Bianca e ci ha scritto sotto ‘Barack e Burattini’.

Veramente un ricordo straordinario. La conservo ancora a casa quell’immagine, ma è stata pubblicata da tutte le parti. Un’altra volta siamo andati a casa sua io e un mio amico editore. Alfredo ci aveva prestato il suo letto matrimoniale per dormire, mentre lui era altrove, probabilmente dalla fidanzata dell’epoca. La casa era a nostra completa disposizione e abbiamo dormito insieme io e Antonio Canovi. Il mattino dopo ci alziamo e andiamo in redazione per riconsegnare la chiavi ad Alfredo e ringraziarlo, e vediamo un cartello gigantesco appeso nella parete davanti a lui con su scritto ‘ricordarsi di disinfettare e far benedire’. Questi sono due spassosi aneddoti che mi ricordano Alfredo.

Stefano Fantelli – Anche qui ricordarne uno solo è un’impresa disperata. Alfredo faceva continuamente scherzi e negli ultimi anni ci sentivamo quasi tutti i giorni, per mail, per messaggio o per telefono, e quasi mai per parlare di lavoro. Era molto divertente, e a mia volta gli facevo scherzi e gli dicevo battute e giochi di parole. Una sera, ricordo che era abbastanza tardi, ma spesso chi fa il nostro mestiere non ha orari, ed era il periodo in cui stavamo lavorando al suo libro su Frankenstein che sarebbe andato in stampa a breve.

Mi arriva questa mail di Alfred che contiene un allegato. Vado ad aprirlo, era una sua foto truccato da mostro di Frankenstein, si era messo lì nel suo studio a casa, improvvisando una maschera fatta di cerotti e nastro adesivo. Era incredibile il tempo e l’impegno che impiegava per questi scherzi… ed eravamo anche in ritardo per chiudere il volume… Risi di gusto. Conservo gelosamente quella foto.

Se mi è concesso un altro breve ma divertente ricordo, una volta durante una live, non ricordo dove, ma mi sembra che fossimo ancora in quarantena, durante la pandemia, nel 2020… Alfredo entrò in live con una maschera anonima, poteva essere la maschera di una persona anziana. Come avremmo scoperto qualche secondo dopo, Alfred stava fingendo di essere Angelo Zarcone, detto “Il tedesco”, il disegnatore del primo numero di Diabolik, che, come forse molti non sanno, consegnate le tavole all’Astorina, sparì misteriosamente nel nulla senza lasciare recapiti. Le sorelle Giussani cercarono di rintracciarlo, ma al suo vecchio indirizzo non risultava nessuno con quel cognome. Inutile dire che quando Alfred disse “Buonasera… sono Zarcone” tutti scoppiammo a ridere.

Questo era Alfredo. Ed era un uomo meraviglioso che mi manca terribilmente. Non mi sembra vero che non sia più qui con noi, lascia un vuoto immenso nel mondo del fumetto ma anche dentro di me.

Davide Barzi – E-mail di lavoro del 5 gennaio 2024. Chiaramente erano trascorse le feste e per qualche giorno non ci eravamo sentiti. Io e lui avevamo una frequenza telefonica e telematica pressoché quotidiana. Lui aveva un nuovo progetto editoriale da propormi e questa è la sua mail del 5 gennaio scorso con oggetto “Dal tuo ex-fidanzato Alf”:

Caro e bel giovine. Pur rassegnato che ella non mi ama più, non telefona, non scrive, non ‘emaileggia’ e non ‘whatsappa’ né pensa a me e alle sante festività, e per vedere il suo bel crapino villoso devo attendere fugaci momenti alle fiere, vado lo stesso a esporre il progetto… e poi da qui segue il progetto di lavoro che in effetti era un bel progetto.

Silvia Riccò – Io e Alfredo abbiamo fatto diverse fiere insieme allo stesso stand e una volta a una manifestazione è arrivato e mi ha messo sulla mano dei fagioli dicendomi che erano ‘fagioli salterini’ che si muovevano. E difatti era così. Solo che poi andando ad approfondire su che tipo di fagioli fossero ho scoperto che si muovevano perché dentro ogni fagiolo c’era un verme! Sono rimasta stranita anche perché avevo in casa questi fagioli che si muovevano perché dentro c’erano i vermi! A dire il vero ce li ho ancora a casa!

Alfredo Castelli, Lucca Comics & Games saluta il creatore di Martin Mystère - gonews.it

Clod – Alfredo era un vero burlone e mattacchione. In effetti quando poi ci si incontrava era un ping pong di cazzate e non credo di essere l’unico ad essere stato vittima e complice con lui di scherzi, perché era così con tanti. Era molto divertente. Un episodio che ricordo con molto piacere di lui, che però non c’entra niente con le battute, riguarda la prima edizione de ‘Le tre giornate del fumetto di Genova’ dove lo conoscevo appena. Io ero al banco di Ciscato Editore per cui facevo delle strisce per una rivista che si chiamava Sorry. L’editore pretendeva gli originali mentre io avevo delle copie perfette che volevo consegnargli. Lui insisteva per avere gli originali.

Casualmente c’era Castelli che stava guardando nel banco le varie edizioni delle cose che stava pubblicando questo editore. Lui, con la bocca socchiusa aperta solo verso di me mi disse, con la sua voce che già di per sé era bassa di tono, “Non dargli gli originali, non cedergli gli originali. Resisti. Non darglieli, non darglieli!”. E difatti non glieli diedi, ma anche solo per come me lo disse… fu bufo!

Lola Airaghi – Di ricordi comici ne ho eccome! Ricordo, però, che quando arrivai in redazione Moreno Burattini mi chiese “Dai! Fai una foto con un volume di Zagor per dare importanza al fatto che lo stai leggendo, perché ci serve per fare una pubblicità”. Mi venne d’istinto di aprirlo e fare un’espressione stupita del tipo ‘UAO’ per la foto. Alfredo, che subito colse l’ironia benissimo, mi fece lo scatto della foto. Ce ne sarebbero, comunque, veramente tanti di aneddoti, però questo è quello più vivo, che si può testimoniare perché c’è l’immagine di Alfredo che replicò la foto e che si può trovare ovunque.

Vittorio Pavesio – Mi ricordo quando abbiamo fatto una mostra dedicata a Giancarlo Alessandrini [creatore grafico di Martin Mysteré n.d.r.] in una libreria che all’epoca possedevo. Chiesi ovviamente ad Alfredo di occuparsi della prefazione del catalogo. Nonostante i mesi di anticipo con cui gli avevo fatto questa richiesta, arrivammo nel modo più divertente all’impaginato e lo spazio pronto… ma senza la prefazione! Colto dall’ansia gli chiesi “Alfredo mandamela per favore” e lui mi rispose “Non ti preoccupare, la faccio subito!”.  “Mi raccomando deve essere di 1.500 battute”.

Con una velocità fenomenale in poco tempo arriva il testo… ma di 4.500 battute! Lo richiamai “Alfredo guarda è bellissima, ma non posso disfare l’impaginato sta andando quasi in stampa, devi farla di 1.500 battute”. “Ah non c’è problema!”. In 20 minuti di taglia e cuci a meraviglia, mi arriva a 3.000 battute. Dopo un’altra chiamata e un altro taglia e cuci finalmente riuscì a consegnarmi le 1.500 battute, e andai in stampa con il catalogo.

Fu un episodio divertente, anche se ansioso in quel momento, ma di un’incredibile profondità perché a una persona che riesce di corsa a scrivere e portare a un terzo un testo che funziona perfettamente come un cerchio, riuscendo a ridurlo e a farlo funzionare ugualmente cosa gli vuoi dire? Nulla. È un episodio tra i tanti che mi è rimasto impresso.

Ce ne sarebbero tanti altri magari più frivoli, ma questo era editorialmente importante.

Rodolfo Torti – Divertente no! Però un episodio che mi ha lasciato sempre un po’ un dubbio è quando gli chiesi di poter disegnare Martin Mystère. Ricordo che eravamo a Lucca e all’epoca ci conoscevamo da poco. Accanto a lui c’era il suo amico intimo Gomboli [Mario fumettista, sceneggiatore e illustratore italiano, noto soprattutto come soggettista e direttore responsabile, nonché editore, di Diabolik n.d.r.]. Non so il motivo ma mi venne spontanea la domanda che gli feci di getto: “Alfredo perché non mi fai disegnare Martin Mysteré?

Non saprò mai se la sua risposta sarebbe stata ‘SI’ o ‘NO’, perché aprì la bocca per rispondere, ma non lo fece perché Mario Gomboli si intromise dicendo “Martin Mystère disegnato da Torti potrebbe essere interessante”. Non so se per far contento il suo amico, ma rispose “perché no! Vieni a Milano e ne parliamo”. Sta di fatto da lì sono cominciati i miei trent’anni di Martin.

Massimo Bonfatti – Uno dei ricordi più personali riguardo le burle, è uno scherzo che ho fatto io ad Alfredo! Un mio amico barese venne a sapere che lui si sarebbe sposato da lì a poco proprio nella città di Bari e io lo spronai a fare un video servizio / filmato del matrimonio. Lui si organizzò con un gruppo di amici appassionati di fumetti e tutti insieme andarono in municipio il giorno delle nozze di Alfredo Castelli per filmarlo e intervistarlo.

Subito fu un po’ impettito e sulle sue, poi quando capì che questi erano dei veri appassionati di fumetti, veri fan di Martin Mystère e tutti gli altri suoi personaggi, allora ha cominciato a sciogliersi e ha cominciato a scherzare al punto di invitare questi ragazzi a mangiare una fetta di torta al ristorante dopo i festeggiamenti.

Marcello Mangiantini – Purtroppo non ho un ricordo in particolare legato a lui, ma rammento che era un uomo di grande spirito e probabilmente questa era una delle sue qualità migliori che lo rendeva così piacevole alla presenza.


Ringraziamo tutti gli autori per averci donato un personale ricordo di un personaggio geniale e incredibile come Alfredo Castelli: il fumettista dell’impossibile.

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Il mio nome e' Doc. G , torinese di 36 anni lettore compulsivo di fumetti di quasi ogni genere (manga, italiano, comics) ma che ha una passione irrefrenabile per Spider-Man! Chi è il miglior Spider-Man per me? Chiunque ne indossi il costume.
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