Pino Rinaldi – Ricordando un maestro del fumetto italiano

A 5 anni dalla scomparsa di Pino Rinaldi, la redazione di MegaNerd vi accompagnerà alla (ri)scoperta di questo poliedrico Artista, che ci ha lasciato troppo presto

speciale pino rinaldi

Tanto tempo fa, in un’America lontana lontana, vigeva un vecchio detto tra gli appassionati della Nona Arte, ovvero che i lettori di fumetto amano due cose dell’Italia: La pizza e Claudio Castellini.

Sì, perché Castellini è stato uno dei primi disegnatori nostrani a lavorare per importanti case editrici statunitensi come Marvel e DC, divenendo in breve tempo molto richiesto grazie al suo tratto estremamente particolareggiato. Ma non fu l’unico, infatti gli appassionati di comics e/o lettori di una certa età, ricorderanno il nome di Pino Rinaldi, che di Castellini fu mentore e cognato.

Pino, come alcuni sapranno, è venuto a mancare purtroppo il 18 aprile 2018 all’età di 60 anni. D’improvviso, così, un cancro se l’è portato via, sebbene avesse inviato alcuni deboli segnali nei mesi antecedenti dai suoi social.

Tutto il mondo del fumetto fu preda dello sconforto alla triste notizia. Me compreso, che Pino lo conoscevo, benché non ci fossimo effettivamente mai incontrati di persona. Due città ci dividevano, eppure è stato mio mentore ufficioso per un paio d’anni. Stipulammo una sorta di accordo, per cui avrebbe dato un’occhiata alle mie tavole, avendo deciso di supervisionare il mio percorso di crescita artistica. D’altronde Pino era così: una persona aperta, espansiva e disponibile, malgrado la vita lo avesse piegato varie volte con avvenimenti che, vuoi o non vuoi, ti cambiano, ti logorano, mettendoti spesso sul chi va là.

La sua carriera ha avuto inizio a partire dagli anni ’70, con alcune esperienze da grafico pubblicitario, finche negli anni ’80, coadiuvato dal fratello Rino, comincia a collaborare con la defunta Eura Editoriale. Il suo stile di disegno si rifaceva a quello dei maestri statunitensi, come John Buscema e Neal Adams, e per diverso tempo il suo tratto muscolare e dinamico ha faticato non poco nel ritagliarsi uno spazio nella realtà editoriale italiana di quegli anni.

Tuttavia Pino comincerà una fruttuosa collaborazione con uno degli editori più importanti in Italia, ovvero Sergio Bonelli Editore, precisamente illustrando i numeri 92 e 93 di Martin Mystère.

L’iconico personaggio creato da Alfredo Castelli era uno dei suoi preferiti di tutta la scuderia della casa editrice, come avrà modo di affermare in seguito.

Dopo la parentesi mystèryana, Pino fu dirottato su Nathan Never, all’epoca serie nascente sulla fantascienza in casa Bonelli, dove curò con Castellini il design del protagonista, cimentandosi poi coi disegni del numero 22 intitolato Demoni.

La storia, per stessa ammissione di uno dei creatori, Antonio Serra, fu ispirata al leggendario Devilman di Go Nagai, e vedeva Nathan venir contattato da un sinistro figuro che lo avvertiva della minaccia incombente di mostruose creature nascoste tra gli esseri umani e riconoscibili soltanto attraverso l’uso di un’antica maschera.

nathan never

A detta dello stesso Bonelli, l’albo fu all’epoca uno dei più venduti della serie. Ovviamente non fu esente da correzioni, che rientrano nel normale lavoro di editing. Certo, accade spesso che alcune siano del tutto giustificabili, altre un po’ meno.

Purtroppo, però, non tutte furono effettuate personalmente da Pino, per cui in alcune tavole era riscontrabile un diverso approccio stilistico, addirittura da vignetta a vignetta, che sfociava spesso in un drastico calo qualitativo del disegno.

editing nathan never

Parlando da artista, credo sia sempre auspicabile che le correzioni vengano realizzate dal diretto interessato o, qualora non sia disponibile, almeno da un collega che ne rispetti lo stile.

Conscio del suo estro artistico, Pino avrebbe voluto cimentarsi con delle copertine, ma in redazione gli chiedevano di pazientare. Lo stesso Bonelli aveva posto un veto sulla faccenda per cui Pino, nonostante l’esclusività, avrebbe potuto illustrare solo copertine di romanzi. Veto che però fu infranto quando l’autore acconsentì che un suo regalo a Max Bunker, un disegno di  SHE-HULK, diventasse una copertina per SUPER COMICS n°23. Gli fu chiesto se volesse accreditare l’opera al sedicente Paolo Renzi (pseudonimo che utilizzava altrove per nascondersi ai guardinghi occhi redazionali), ma invece, forse con leggerezza, Pino diede l’assenso  per l’utilizzo del suo vero nome.

super comics

Sergio Bonelli non gradì quando lo venne a sapere, e decise di allontanarlo seduta stante dalla casa editrice, proprio mentre stava lavorando sulle prime pagine del nuovo numero di Nathan Never che gli era stato commissionato, Cacciatori e Prede, il quale sarà poi ripreso e concluso da Germano Bonazzi.

Probabilmente Pino è uno dei pochi casi noti di artisti licenziati dall’editore. Questo non ha comunque impedito ai due di continuare a stimarsi nel corso degli anni. Sergio Bonelli fu anzi molto discreto riguardo la questione e spesso ricordava con rispetto il lavoro svolto assieme.

Fu così che Pino cominciò a lavorare all’estero. Tutto accadde quando una sera, invitato a cena da Max Bunker, ebbe modo di conoscere Stan The Man Lee, che lo sollecitò ad inviare il suo portfolio in visione a qualche editor. Preso da altri impegni, Pino dovette mettere da parte l’invio del portfolio, ma in seguito venne ricontattato dallo stesso Lee che gli chiese di collaborare per Marvel UK, la divisione britannica della casa delle idee, realizzando prima interamente il volume autoconclusivo intitolato Wild Angels, e poi la sola copertina per quello dedicato a Johnny Blaze.

wild angels

johnny blaze

Per un  breve periodo Pino fu accostato ad un graphic novel sul Dottor Strange, scritto nientemeno che dal grande J. M. DeMatteis. Purtroppo l’operazione non si concretizzò, a causa delle cattive acque in cui navigava allora la Casa delle Idee. Del progetto esistono giusto un paio di copertine, e alcune bellissime tavole rimaste a matita.

doctor strange rinaldi

strange pino rinaldi

Questo non gli impedì comunque di dedicarsi ad un’opera monumentale commissionata sempre dalla Marvel, ovvero Conan Il Conquistatore, che si distinguerà anche in quel caso per un tratto estremamente dettagliato, tanto da ricevere persino i complimenti dell’allora Editor in Chief della DC Comics Mike Carlin.

pino rinaldi

Tornato in Italia, Pino ha cominciato a lavorare sulla serializzazione di progetti personali come Willard The Witch e Agenzia X. Entrambi sono usciti in edicola, ma l’imponente mole di lavoro e contratti più remunerativi lo hanno allontanato dalle sue creature, sebbene del secondo esista anche un volume antologico, un Compendium a cui io stesso partecipai disegnando una storia su testi di Edoardo Röhl.

La sua instancabile verve lo portò a ideare e supervisionare persino un’antologia horror che avrebbe riunito più autori in un unico albo, ultimo lavoro che purtroppo non vedrà la luce a causa dei suoi problemi di salute. Negli ultimi tempi, infatti, Pino era sempre più provato e stare al tavolo gli era ormai diventato gravoso.

Le ultime volte che ci siamo sentiti, gli avevo inviato un paio di soggetti brevi da visionare e gli avevo chiesto un omaggio per un personaggio che avevo creato. Pino mi aveva accennato di stare poco bene, ma pensai a qualcosa di passeggero. Eppure il sentore avrei dovuto averlo, quando mi disse testualmente di non riuscire a tenere la matita in mano.

Ma non ci badai più di tanto, questo lo ammetto, preso com’ero da tante cose.

Qualche tempo dopo Pino venne a mancare. Sua figlia ne annunciò la scomparsa su Facebook con un post accorato e doloroso. E il mondo del fumetto diventò un po’ più vuoto e grigio. Io stesso rimasi incredulo, avendogli parlato giusto qualche settimana prima. In me era ancora forte il desiderio di dimostrargli quanto i suoi consigli mi avessero aiutato, e col senno di poi spero di esserci riuscito almeno un po’.

Al di là delle mie considerazioni, alcune delle quali derivanti da esperienze vissute, la maggior parte delle informazioni che ho trascritto qui potete leggerle più dettagliatamente sul blog di Pino, ancora online, e che divenne in quegli anni molto seguito dagli addetti ai lavori, colmo di aneddoti e informazioni varie (insieme ad una galleria di innumerevoli e fantastiche tavole che l’autore ha sempre condiviso col pubblico, molto generosamente).

Giunti alla fine di questa dovuta commemorazione, vorrei chiedervi, se anche voi conoscevate Pino o, se lo avete conosciuto con questo articolo, un ricordo o una vostra considerazione. Per poter tramandare insieme il lascito di un grande Artista che ci ha abbandonato troppo presto.


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Gianluca Testaverde

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Faccio un po' di tutto nella vita: perditempo a tempo pieno, disegno, amo il doppiaggio e scrivo ciò che vorrei leggere. E per l'amor di Dio... non fate i fumettisti!

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