Dopo una gestazione lunga e accompagnata da un’attesa quasi febbrile, The Odyssey si è finalmente mostrato al pubblico con il suo primo teaser trailer, segnando l’inizio ufficiale di quello che si preannuncia come uno dei progetti cinematografici più imponenti del prossimo decennio. Christopher Nolan affronta per la prima volta un mito fondativo della cultura occidentale, l’Odissea di Omero, e lo fa con l’ambizione di trasformare un racconto millenario in un’esperienza cinematografica totale, capace di parlare tanto allo spettatore contemporaneo quanto alla memoria collettiva.
Il teaser non svela molto a livello narrativo, ma è sufficiente per chiarire il tono dell’opera: solenne, oscuro, attraversato da una tensione costante tra l’uomo e il destino. Mare, fuoco, pietra e silenzi carichi di presagi diventano elementi centrali di un immaginario che sembra voler restituire al mito la sua forza primordiale, lontano da qualsiasi patina didascalica o rassicurante.
Guardiamolo insieme:
Un viaggio che è anche una condanna
Al centro di The Odyssey c’è naturalmente Ulisse, eroe segnato dalla guerra di Troia e condannato a un ritorno che si trasforma in un interminabile pellegrinaggio. Nolan sembra voler insistere non solo sull’aspetto avventuroso del racconto, ma soprattutto sulla dimensione psicologica del personaggio: Ulisse non è semplicemente un guerriero astuto, ma un uomo lacerato, costretto a confrontarsi con i limiti della propria intelligenza e con le conseguenze delle sue scelte.
Il viaggio verso Itaca diventa così una successione di prove che mettono alla prova corpo e mente. Le sirene, Circe, Polifemo e le altre figure mitologiche non appaiono come semplici ostacoli, ma come manifestazioni simboliche di tentazioni, paure e desideri repressi. Il mare, elemento ricorrente nel teaser, assume un valore quasi metafisico: non è solo uno spazio fisico da attraversare, ma una forza viva, imprevedibile, che separa l’eroe dalla sua identità originaria.
In parallelo, il film sembra dedicare ampio spazio anche a ciò che accade lontano dall’azione. Itaca non è un luogo immobile, ma un territorio sotto assedio, in cui il tempo dell’attesa diventa logorante. Penelope, rimasta sola, non è una figura passiva, bensì il fulcro morale della storia, impegnata a difendere non solo il regno, ma il significato stesso della parola fedeltà.

Nolan e il mito: ambizione, controllo e visione
Affrontare l’Odissea significa misurarsi con un testo che ha attraversato secoli di reinterpretazioni. La scelta di Christopher Nolan di firmare sia la regia sia la sceneggiatura suggerisce una volontà di controllo totale sulla materia narrativa, coerente con il suo approccio autoriale. Il regista britannico non sembra interessato a un adattamento scolastico, ma a una rilettura che utilizzi il mito come strumento per interrogare temi a lui cari: il tempo, la memoria, il peso delle decisioni e l’impossibilità di tornare davvero a ciò che si è stati.
Il comparto tecnico gioca un ruolo fondamentale in questa operazione. La fotografia di Hoyte Van Hoytema promette immagini monumentali ma mai decorative, in cui la vastità degli scenari naturali si scontra con la fragilità umana. Allo stesso modo, la colonna sonora di Ludwig Göransson è chiamata a sostenere il racconto non come semplice accompagnamento, ma come voce emotiva del film, capace di evocare il sacro, il pericolo e la malinconia del ritorno mancato.
The Odyssey sembra quindi configurarsi come un film che guarda al passato per parlare al presente, utilizzando il linguaggio del grande cinema spettacolare senza rinunciare a una forte impronta autoriale. Un equilibrio complesso, ma che rappresenta da sempre uno dei marchi di fabbrica di Nolan.

Un cast monumentale per un racconto universale
A rendere ancora più ambizioso il progetto è un cast che definire impressionante sarebbe riduttivo. Matt Damon interpreta Ulisse con un’impostazione che lascia intuire un eroe lontano dagli stereotipi classici, più vicino a un uomo consumato dall’esperienza che a un semidio invincibile. Accanto a lui, Tom Holland veste i panni di Telemaco, incarnando la ricerca di un padre che è anche una ricerca di identità.
Anne Hathaway dà volto a una Penelope che si preannuncia centrale nella narrazione, mentre Robert Pattinson interpreta Antinoo, uno dei proci, portando con sé un carisma ambiguo e minaccioso. La dimensione divina e magica è affidata a interpreti come Zendaya e Charlize Theron, chiamate a incarnare figure archetipiche senza trasformarle in semplici simboli. Il resto del cast, ricchissimo e trasversale, contribuisce a dare corpo a un mondo popolato da re, guerrieri, servi e creature mitologiche, tutti inseriti in un affresco corale di rara ampiezza.
Prodotto da Universal Pictures e Syncopy, The Odyssey arriverà nei cinema italiani il 16 luglio 2026. Se le premesse verranno mantenute, non ci troveremo soltanto di fronte a un grande spettacolo, ma a un film destinato a lasciare il segno, capace di rinnovare il mito di Ulisse per una nuova generazione di spettatori. Nolan non promette un semplice ritorno a Itaca, ma un viaggio cinematografico che potrebbe ridefinire il modo in cui il mito viene raccontato sul grande schermo.

