Mancano ormai circa sei mesi all’arrivo nelle sale di Supergirl, uno dei titoli più attesi del nascente DC Universe guidato da James Gunn e Peter Safran. Il film, diretto da Craig Gillespie e interpretato da Milly Alcock nel ruolo di Kara Zor-El, debutterà ufficialmente al cinema italiani il 25 giugno 2026, segnando un passaggio cruciale nella ridefinizione dell’universo cinematografico DC.
Dopo settimane di attesa e speculazioni, i DC Studios hanno finalmente rilasciato il primo trailer ufficiale, accompagnandolo con una serie di dichiarazioni che chiariscono in modo netto l’identità del progetto. Non si tratta soltanto di un nuovo cinecomic, ma di un tassello fondamentale nella visione autoriale e tematica che Gunn sta costruendo per il futuro del brand.
Un trailer che definisce subito il tono
Il primo trailer di Supergirl ha immediatamente sorpreso pubblico e addetti ai lavori per il suo registro cupo, emotivamente carico e decisamente lontano dai canoni più tradizionali del genere. Le immagini suggeriscono un racconto intenso, attraversato da dolore, rabbia e solitudine, elementi che raramente sono stati esplorati fino in fondo nei precedenti adattamenti del personaggio.
A commentare il materiale mostrato è stato lo stesso James Gunn, che ha definito il film come “ancora più pesante e dark di Guardiani della Galassia Vol. 3”, un’affermazione tutt’altro che marginale se si considera quanto quel capitolo Marvel fosse già fortemente segnato da temi come la perdita, il trauma e l’identità.
Queste parole chiariscono una volta per tutte che Supergirl non sarà un semplice racconto di formazione supereroistica, ma un viaggio emotivo complesso, capace di mettere in discussione l’idea stessa di eroismo.

Un DC Universe fatto di film diversi, non uniformi
Nel corso delle interviste, Gunn ha colto l’occasione per ribadire uno dei principi cardine del nuovo DC Universe: la diversità tonale. A differenza di quanto accaduto in passato, l’obiettivo non è creare film simili tra loro per stile e atmosfera, ma costruire un universo condiviso in cui ogni progetto abbia una propria identità precisa.
“Vogliamo che nelle sale arrivino storie coinvolgenti e totalmente diverse tra loro”, ha dichiarato Gunn, sottolineando come la sala cinematografica resti il cuore dell’esperienza DC, nonostante l’importanza crescente dello streaming.
In questo senso, Supergirl si pone come un’opera profondamente autoriale, lontana tanto dall’ironia costante quanto dall’epica tradizionale, e più vicina a un cinema di personaggi, emozioni e conflitti interiori.

Una Supergirl imperfetta, fragile e profondamente umana
Uno degli aspetti più interessanti emersi dalle dichiarazioni riguarda la caratterizzazione di Kara Zor-El. Gunn ha spiegato apertamente di voler rompere con una rappresentazione stereotipata delle supereroine, spesso descritte come figure quasi perfette, moralmente irreprensibili e prive di vere contraddizioni.
“Molto spesso le supereroine sono rappresentate come perfette. Lei non è affatto così”, ha affermato il co-CEO dei DC Studios. “È molto imperfetta, come ai supereroi maschi è stato permesso di essere già da un po’.”
Questa visione trova una naturale alleata in Milly Alcock, attrice già apprezzata per la sua interpretazione intensa e sfaccettata in House of the Dragon. La sua Supergirl appare segnata da un passato doloroso, cresciuta in condizioni molto diverse da quelle di Superman e costretta a confrontarsi con un mondo che non sente davvero suo.

La regia di Craig Gillespie e l’impronta emotiva del film
Alla guida del progetto c’è Craig Gillespie, regista capace di muoversi con disinvoltura tra generi e registri emotivi, come dimostrato in film quali I, Tonya e Cruella. Una scelta che conferma la volontà dei DC Studios di affidare i propri personaggi a cineasti con una forte identità, piuttosto che limitarsi a esecutori di formule predefinite.
Secondo Gillespie, Supergirl sarà un film che parla di rabbia, perdita e ricerca di un posto nel mondo, elementi che rendono Kara un personaggio radicalmente diverso da Clark Kent. Non una figura solare che incarna la speranza, ma una giovane donna che deve imparare a convivere con il proprio dolore e trasformarlo in qualcosa di costruttivo.

Un tassello chiave per il futuro della DC
Con l’uscita fissata tra sei mesi, Supergirl si prepara a diventare uno dei film più importanti della Fase Uno del DC Universe, non solo per il peso del personaggio, ma per ciò che rappresenta a livello simbolico. È la dimostrazione concreta che la nuova DC intende osare, sperimentare e raccontare storie che non temono di essere difficili o emotivamente scomode.
Se il trailer e le dichiarazioni dei suoi autori sono un’indicazione affidabile, Supergirl non sarà semplicemente “un altro cinecomic”, ma un’opera capace di ridefinire il modo in cui il pubblico guarda alle eroine sul grande schermo. E tra sei mesi, il giudizio finale arriverà direttamente dalle sale cinematografiche.

