Chris Claremont festeggia 75 anni e si prepara a tornare in Marvel: due nuovi progetti attesi nel 2026

Il leggendario Chris Claremont è pronto a tornare in Marvel a 75 anni: per lui ci sono all'orizzonte due progetti top secret. Lo rivedremo all'opera sui mutanti?

Mr. Kent
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Il 25 novembre ha segnato un momento particolarmente importante per il mondo del fumetto: Chris Claremont, il leggendario autore che ha trasformato gli X-Men nel fenomeno culturale che conosciamo oggi, ha compiuto 75 anni. Una ricorrenza che arriva proprio mentre, secondo indiscrezioni riportate da Bleeding Cool, la Marvel sarebbe pronta a rimetterlo al centro della scena con due nuovi progetti editoriali previsti per il 2026. Un ritorno che, se confermato, rappresenterebbe un evento attesissimo sia dai fan di lunga data sia dai nuovi lettori attratti dal recente rilancio mediatico dei mutanti.

Nonostante Claremont sia tuttora un autore esclusivo della Casa delle Idee, negli ultimi anni gli incarichi a lui affidati sono stati sporadici, tanto che lo stesso scrittore non ha nascosto una certa frustrazione per la mancanza di progetti a lungo termine. Marvel, però, ha tutto l’interesse a mantenerlo all’interno della propria orbita creativa, soprattutto ora che gli X-Men stanno attraversando una nuova fase di espansione parallela, tra serie animate, film in arrivo e rinnovato entusiasmo da parte del pubblico.

Claremont rappresenta una sorta di figura chiave, un simbolo del franchise, e allo stesso tempo una risorsa narrativa unica. È naturale, quindi, che la casa editrice voglia evitare che altre realtà come DC Comics riescano a coinvolgerlo in iniziative concorrenti.

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X-Chris, l’uomo che ha reinventato i mutanti Marvel

Il 2026, anno in cui Claremont compirà 76 anni, potrebbe dunque diventare un nuovo punto di partenza. I progetti in questione restano avvolti nel mistero, ma chi conosce la sensibilità narrativa dell’autore e il suo particolare legame con l’universo mutante immagina già un ritorno a quelle atmosfere dense di pathos, conflitti interiori e temi sociali che hanno definito l’identità degli X-Men per generazioni. Alcune fonti suggeriscono che questi nuovi lavori siano pensati proprio per rendere omaggio ai lettori storici, ma anche per conquistare un pubblico più giovane, cresciuto in un panorama mediatico dove i mutanti tornano a essere centrali.

Per capire davvero il peso di una notizia come questa, è necessario ripercorrere almeno in parte la storia di Claremont. Nato a Londra il 25 novembre 1950, si trasferisce con la famiglia negli Stati Uniti all’età di tre anni, lasciandosi alle spalle le difficoltà dell’Inghilterra del dopoguerra. Durante gli anni di formazione mostra un’intelligenza vivace e un forte interesse politico, tanto da laurearsi in teoria politica al Bard College. È un dettaglio tutt’altro che marginale, perché quell’attenzione per il contesto socioculturale, per il ruolo delle minoranze e per le dinamiche di potere diventerà la cifra stilistica del suo modo di raccontare gli X-Men.

Il suo ingresso in Marvel avviene nel 1974, quando viene assunto come assistente editoriale da Roy Thomas. L’anno successivo, in un momento di grande incertezza per la serie mutante, Thomas gli affida la guida di Uncanny X-Men, una testata che stava letteralmente lottando per sopravvivere. Quello che accadde a partire dal numero 94 è uno dei più straordinari esempi di rinascita creativa dell’intera storia del fumetto americano. L’arrivo di Claremont coincide con un cambio radicale di tono e di ambizione narrativa. Con la collaborazione prima di Dave Cockrum e poi di John Byrne, gli X-Men diventano un laboratorio per storie mature, complesse, attraversate da una forte componente emotiva e da un linguaggio innovativo per i canoni dell’epoca.

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Personaggi come Wolverine, inizialmente quasi marginali, prendono vita grazie al suo lavoro fino a diventare archetipi dell’anti-eroe moderno. Figure come Kitty Pryde, Mystique, Rogue, Magik, Cannonball e Gambit entrano nell’immaginario collettivo proprio attraverso le sue intuizioni. Cicli narrativi come The Dark Phoenix Saga, Days of Future Past, Mutant Massacre e Inferno non solo ridefiniscono l’identità degli X-Men, ma cambiano per sempre il modo di raccontare i supereroi, portando al centro temi come il pregiudizio, la paura del diverso, la responsabilità e il sacrificio. In sedici anni di lavoro continuativo sulla serie, Claremont riesce a costruire una mitologia ricchissima, capace di raggiungere lettori di età e sensibilità completamente diverse.

Il grande ritorno di Chris Claremont (ovviamente in Marvel)

Dopo aver lasciato Marvel nel 1991 per divergenze creative, Claremont continua a lavorare senza sosta, tornando più volte alla Casa delle Idee con miniserie e progetti speciali, cimentandosi persino con personaggi DC come Batman e Superman e sperimentando con opere originali come Sovereign Seven. In parallelo scrive romanzi di fantascienza e collabora con George Lucas per la trilogia Shadow Moon. Persino l’universo di Alien vs Predator porta la sua firma, essendo stato lui uno dei primi autori a trasformarlo in un progetto narrativo compiuto.

La sua carriera, lunga ormai cinquant’anni, è stata riconosciuta nel 2015 con l’ingresso nella Will Eisner Comic Book Hall of Fame, uno dei massimi onori del settore. Ed è proprio per questo che l’idea di rivederlo alle prese con nuove storie Marvel suscita così tanta attesa. Non è solo nostalgia: è la consapevolezza che Claremont, con la sua visione unica e la sua capacità di intrecciare dramma personale e tensione sociale, ha ancora molto da dire.

Il 2026 potrebbe quindi rappresentare un momento simbolico, il ritorno di una voce che ha contribuito a plasmare l’identità stessa dei mutanti e che ora potrebbe offrire una nuova interpretazione della loro eredità. Non sappiamo ancora se si tratterà di miniserie, graphic novel, storie ambientate nel passato o in universi alternativi. Ma quello che è certo è che ogni volta che Chris Claremont torna a scrivere degli X-Men, l’intero panorama fumettistico si mette in ascolto.

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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.
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