C’è un filo sottile che unisce l’infanzia, la memoria e la natura.
In Il bosco segreto, Kengo Kurimoto lo segue con la leggerezza di chi sa ascoltare il silenzio e con lo sguardo di chi ha attraversato mondi digitali per tornare alla semplicità del segno su carta.
Le sue tavole parlano piano: raccontano la meraviglia, la perdita e il coraggio di riscoprire la vita nei dettagli più piccoli — una foglia che cade, una luce che filtra, un respiro condiviso con la foresta.
Con Il bosco segreto (Editrice Il Castoro), Kengo Kurimoto firma una graphic novel di rara delicatezza. La protagonista, Poppy, vive immersa nella frenesia della città e nei rumori della tecnologia, finché un giorno, attraversando un cancello, si ritrova in un luogo fuori dal tempo. Lì, tra il canto degli uccelli e la luce che filtra tra le foglie, inizia un percorso di crescita e consapevolezza. Un’opera che intreccia memoria, perdita e rinascita e della possibilità di ritrovare la meraviglia nel quotidiano.
Durante Lucca Comics & Games 2025 ne abbiamo parlato con l’Autore, per scoprire cosa si nasconde dietro questo viaggio poetico e potente.

La nostra intervista a Kengo Kurimoto
D. Vorrei partire da una frase appartenente alla nonna di Poppy: “Una lingua non è fatta solo di parole”. Credi che il linguaggio del bosco — e forse anche quello del disegno — funzioni proprio così, fatto di silenzi, sguardi ed emozioni che non hanno bisogno di essere dette?
R. Quando ho iniziato a lavorare a Il bosco segreto c’era molto più testo, più dialoghi. Poi ho iniziato a rimuoverli sistematicamente, per permettere al lettore di sperimentare la natura in modo più pieno, attraverso altre percezioni: il silenzio del bosco, i suoni degli animali — soprattutto degli uccelli.

Mi sono concentrato sui singoli suoni che producono, sulle emozioni che trasmettono attraverso i loro movimenti. Sono questi i dettagli su cui ho voluto puntare: se apriamo la percezione verso la natura, anche il suono della pioggia che cade può sostituire le parole. È così che il lettore può percepire il linguaggio del bosco.
D. Il bosco segreto è un luogo non solo fisico, ma anche un territorio dell’anima, un paesaggio allegorico che Poppy attraversa nel suo cammino. Cosa trova, davvero, nel bosco?
R. Sono contento che si percepisca così — è sorprendente quando qualcuno coglie un significato che speravi di trasmettere. Sì, il bosco è assolutamente un luogo dell’anima, un luogo metaforico.
Mi sono ispirato alla mia infanzia: da bambino vivevo in un comprensorio chiuso da un cancello. Io e i miei amici potevamo giocare dentro, ma ci era vietato attraversarlo — cosa che naturalmente facevamo.
Dall’altra parte c’era un piccolo bosco in stato di abbandono, ma per noi era meraviglioso: simbolo di libertà, perché lì potevamo fare ciò che volevamo. Era il nostro mondo, il nostro piccolo pianeta libero.

Lo stesso accade a Poppy. All’inizio del racconto cammina per strada con il suo cane, guarda il cellulare, indossa le cuffie — è completamente immersa nel suo mondo digitale. Quando attraversa il cancello, entra in un altro universo: i blocchi che la separano dal resto si sciolgono e lei comincia a notare la natura intorno a sé.
La cosa più importante è che questo cambiamento resta anche quando torna “fuori” dal bosco. Dopo aver varcato quella soglia, inizia a guardarsi intorno davvero.
La natura non è solo il parco nazionale o la foresta incontaminata: è intorno a noi, basta essere disposti a percepirla. Quando cambia il punto di vista di Poppy, comincia il vero cambiamento.
Sì, il bosco è letteralmente una soglia dell’anima.

D. Quanto è importante sapersi fermare e ascoltare la propria voce interiore? E quanto la natura può aiutarci in questo?
R. Ho la sensazione che il mondo oggi sia terribilmente veloce, che aggredisca i sensi delle persone. Mi dispiace soprattutto per i ragazzi e i bambini: è come se fossero costantemente sotto attacco, travolti da stimoli continui.
Certo, hanno molte più opportunità di quante ne avessi io, ma è anche un mondo più pericoloso, che rischia di far perdere il contatto con sé stessi.
La depressione, il senso di disconnessione dalla realtà nascono da qui: dall’aggressività del mondo, dalla tendenza a chiudersi nel proprio microcosmo — come Poppy con le sue cuffie e il telefono.
In quella posizione si diventa fragili, si smette di sapere chi si è, e si finisce per credere che al di fuori di quel piccolo spazio non esista altro.
Il messaggio che voglio trasmettere è questo: ampliare la propria percezione rende più forti. Rafforzare la conoscenza di sé ci rafforza.
Quando ho perso persone care e mi sentivo smarrito, è stato proprio l’ampliamento della percezione — verso la natura, verso la vita — a farmi capire che le persone che avevo amato erano ancora lì, intorno a me.

D. In Il bosco segreto affronti con grande delicatezza il tema della perdita, che nel tuo racconto diventa un’occasione di trasformazione. È un modo per dire che anche dal dolore può nascere bellezza?
R. Nel periodo in cui ho scritto Il bosco segreto, mia madre soffriva di demenza senile, e vivevo con lei. Ci sono stati momenti molto difficili. In quei momenti la portavo spesso a passeggiare nei boschi.
Cercavo di farmi strada nella sua confusione mentale facendole notare ciò che ci circondava: gli uccelli, le foglie, i fiori. Ogni volta, il suo viso si illuminava. Il bosco ci aiutava a superare i momenti peggiori, a renderli più sopportabili.
A volte ero io, altre volte era lei, a soffermarsi su quello che la natura ci offriva. Spesso, dopo che le avevo appena spiegato il nome di un fiore o di una pianta, me lo richiedeva come se fosse la prima volta.
Questo mi ha fatto riflettere su quanto diamo per scontato ciò che crediamo di conoscere. Guardare e riguardare ci apre a nuovi strati di comprensione, ci aiuta a vedere anche attraverso gli occhi di chi ci sta accanto.
Le perdite sono la cosa più triste del mondo, ma sono convinto che coloro che abbiamo amato continuino a vivere dentro di noi. Il punto è non rifuggire la perdita, ma ascoltarla e comprenderla nel momento in cui la sentiamo addosso.

D. Nel racconto, accanto a Poppy ritroviamo Rob, un ragazzo che sembra aver già attraversato il percorso di crescita che attende lei. Toglimi una curiosità: Rob sei tu?
R. L’ispirazione iniziale per Rob viene da un mio caro amico, che aveva frequentato una scuola dove si insegnava la consapevolezza della natura. È lui che mi ha trasmesso questa sensibilità: mi ha insegnato ad ascoltare la natura, a percepirla con tutti e cinque i sensi.
All’inizio, quindi, Rob era basato su di lui. Poi, man mano che la storia prendeva forma, è avvenuta una sorta di fusione: anche io ero Rob. È il me bambino, quello che cercava di capire il mondo con curiosità e rispetto.

Rob è l’elemento che si pone in equilibrio con Poppy: le offre strumenti, senza forzarla. Entrambi hanno qualcosa da donare all’altro — e nel caso di Rob, sono gli strumenti per aprire la percezione.
Parlando con Kengo Kurimoto si ha la sensazione che ogni sua parola nasca da un gesto lento, quasi meditativo — lo stesso che anima i suoi disegni.
Il bosco segreto non è solo una storia da leggere, ma un luogo da attraversare: un invito a rallentare, ad ascoltare e a ricordare che la meraviglia non si è mai allontanata davvero da noi.
Basta solo ritrovare il sentiero.
Grazie di cuore a Editrice il Castoro nella persona di Paola per questa splendida opportunità.
Chi è Kengo Kurimoto:
Kengo Kurimoto è un autore e artista britannico di origini giapponesi, nato in Scozia nel 1979. Ha iniziato la sua carriera come digital artist e game designer, diventando Design Lead per la serie LittleBigPlanet, tra i titoli più acclamati dell’universo PlayStation. Considerato uno degli artisti digitali più riconosciuti nel Regno Unito, ha costruito una carriera di successo tra animazione, architettura e videogame, esplorando per anni linguaggi e media digitali.
Nel 2024 ha deciso di tornare agli strumenti analogici – matita, carta e inchiostro – per dare vita al suo graphic novel d’esordio, Il bosco segreto (originariamente Wildful). Ispirato da esperienze personali e da una profonda connessione con la natura, il libro, uscito in Italia per Editrice Il Castoro, esplora con poesia e delicatezza temi come la perdita, la meraviglia e il legame tra esseri umani e ambiente naturale.

