Stranger Things 5 – I fratelli Duffer si preparano al gran finale e a quello che verrà

L'ultima stagione di Stranger Things si sta avvicinando e i fratelli Duffer si preparano al finale, all'addio a quella che è stata la loro casa negli ultimi 10 anni e al futuro.

Claire Bender
Stranger Things fratelli Duffer

Più si avvicina il momento in cui Stranger Things tornerà nelle nostre vite per l’ultima volta, più tutto sembra tremare di un fremito invisibile, come un brivido elettrico lungo la spina dorsale. Lo chiamano hype, ma non sono certa che riesca a rendere fino in fondo le emozioni che si smuovono, quando succede.

I fratelli Duffer questo lo sanno bene, e si stanno preparando con e più dei fan a questo lungo e doloroso addio, raccontando anche ciò che verrà dopo. Ne hanno parlato in un’intervista con Variety, rilasciata oltre un anno fa ma resa disponibile solo ora, che proveremo a raccontarvi.

Intanto, abbiamo raccolto per voi una breve lista delle 10 cose degli anni ’80 che la serie ha riportato in auge, giusto per un ripasso prima di Stranger Things 5!

Stranger Things 5 collage

Stranger Things – Il finale

L’intervista porta la data del luglio 2024, quando i gemelli Matt e Ross Duffer si trovavano ad Atlanta con il cast per girare il quarto episodio dell’ultima stagione di Stranger Things, dal titolo “Sorcerer”.

Giorno 131 di riprese: all’interno di un oscuro laboratorio militare, pieno di vetri infranti e cumuli di attrezzature distrutte, Millie Bobby Brown (Undici) cade a terra, una goccia di sangue che le cola dal naso.

«Senti dei passi provenire da dietro la porta», le indica Matt «Sempre più vicini. Sempre più vicini. La porta si apre. Vedi qualcosa! Alzati. Stop!»

Sappiamo di essere sull’orlo di una rivelazione sconvolgente per Undi, nient’altro. Per fortuna. Brown si avvicina ai monitor per dare un’occhiata all’ultimo take:

«Devo urgentemente fare pipì, ma volevo vedere come fosse venuto. Vi è piaciuto, l’ultimo? Quello prima?» Ross scrolla le spalle e ride. «Non lo so. Ce n’erano tanti belli!»

«Mi concentrerò solo sulla mia interpretazione, come quando avevo 12 anni», dice Brown, con un sospiro drammatico. «Ho raggiunto il mio picco a 12 anni.» Scoppia a ridere mentre dice al giornalista «Puoi scriverlo su Variety. Ho raggiunto il mio picco a 12 anni e da allora è stato tutto in discesa!»

Quando l’avventura è iniziata, l’attrice e gli altri membri del cast erano poco più che bambini, e i Duffer due spiantati 30enni con poche esperienze note alle spalle. Oggi, dieci anni dopo, sono pronti a concludere questo lungo viaggio e a salpare verso Paramount con la loro Upside Down Pictures.

Stranger Things - Fratelli Duffer e Wynona Ryder

In mezzo, ci sono state carriere lanciate (Brown, David Harbour, Sadie Sink, Joseph Quinn, giusto per dirne qualcuno), ri-lanciate (Wynona Ryder, Sean Astin), una serie iconica con un mucchio di merchandising e tanti, tanti soldi.

«Oggi ne sappiamo più di allora e siamo più sicuri di noi stessi, sicuramente» dice Matt con un profondo respiro, «Ma c’è anche tanta pressione in più. Ti senti come se avessi l’Occhio di Sauron puntato su di te: ci sono tante persone che ci guardano, tante aspettative. E tanti soldi spesi.»

La serie che ha creato insieme a suo fratello è nella Top 10 di Netflix nei 93 Paesi che l’azienda misura; come se non bastasse, la quarta stagione di Stranger Things è stata la prima serie in lingua inglese a superare il miliardo di ore di streaming, e continua a essere il titolo più popolare in inglese.

Comprensibile sentirsi sotto pressione, soprattutto quando devi chiudere tutti i capi sciolti della storia senza lasciare buchi; coprendo ogni storyline e ognuno dei 21 personaggi regolari per la stagione 5. Non proprio una passeggiata.

Shawn Levy, produttore esecutivo e primo a credere nella serie e nei Duffer – fu lui a portarli a Netflix nel 2015, attraverso la sua 21 Laps – ha raccontato come i due

«Abbiano avuto tante volte il cuore spezzato da serie che, sul finale, hanno deluso i fan. Non volevano, e non vogliono, e si rifiutano di fare una serie così.»

Poi ricorda quando ha letto l’episodio pilota per la prima volta:

«Era una serie su dei ragazzi, ma non perragazzi. Aveva la dolcezza del racconto di formazione unita all’oscurità del genere horror. […] La mia prima impressione [dei Duffer, ndr] fu: dita tra i capelli e masticazione nervosa di chewing gum.

Poi loro me lo dissero chiaramente: “Non siamo bravi a parlare dei nostri sentimenti. I nostri sentimenti sono nella nostra scrittura.”»

E da quel momento in poi, la loro scrittura ha risvegliato i nostri.

Stranger Things

Netflix è Stranger Things

Per Netflix, Stranger Things ha rappresentato la prima volta in cui la piattaforma ha imparato a essere quella che conosciamo oggi. È grazie al Sottosopra, infatti, che l’azienda è passata dal rischio di bancarotta a collaborazioni con marchi come Nike, Coca-Cola, Lego, Williams Sonoma, Funko – che ha venduto 14 milioni Pop, di cui un milione solo del Demogorgone.

Poi è arrivato lo spin-off (o meglio, prequel) a teatro: Stranger Things: The First Shadow è in scena nel West End dal dicembre 2023 e a Broadway dall’aprile 2024, e ha già vinto due premi Olivier e tre Tony.

Non stupisce, quindi, che il budget per episodio sia passato da 50 a 60 milioni di dollari (secondo un report di Puck): se i Duffer hanno bisogno di più soldi per completare quest’opera d’arte, tu semplicemente gli dai più soldi e non fai domande.

Sono stati loro a farlo funzionare, a metterci il cuore e le passioni sin dalla prima stagione: l’ossessione per i film di Spielberg su ragazzi e avventure, le storie dell’orrore di Stephen King, e i primi anni dell’adolescenza, quelli di due nerd con un circoletto di amici fidati.

«Giocavamo a Magic: L’Adunanza, e ai videogames e giravamo film nei boschi e vivevamo avventure» dice Ross «Molto della serie, soprattutto nei primi anni, proveniva da noi che attingevamo a quella sensazione.»

Sul finale che ci attende, invece, Matt assicura:

«Faremo tutte le cose che ancora volevamo fare coi Demogorgoni, il Mind Flayer, Vecna,il Sottosopra, Hawkins e tutti i personaggi. Sarà una storia completa, finita

Poi, quando viene fuori il discorso degli anni investiti in questo progetto in modo esclusivo, aggiunge:

«Siamo stati noi a scegliere di andare avanti così a lungo. Avremmo potuto cambiare barca e buttarci a fare film, ma abbiamo scelto di non farlo – e ne sono felice.

Abbiamo potuto finire di raccontare questa storia, e per fortuna non eravamo troppo vecchi quando abbiamo iniziato, quindi va bene. Voglio dire, Ridley Scott ha iniziato a fare film dopo i quarant’anni!»

Fratelli Duffer e Shawn Levt - Stranger Things

Stranger Things avrà degli spin-off?

Si parla tantissimo della possibilità di fare degli spin-off, ma Matt Duffer ribadisce di non avere alcun desiderio di «espandere sempre di più quella che potrebbe diventare una mitologia incredibilmente complicata» dopo la quinta stagione.

Al contrario, un’altra serie ambientata nel mondo di Stranger Things, spiega Ross, «vivrebbe in un mondo un po’ diverso», ma «ci sarebbe comunque un tessuto connettivo». Sì, stanno già immaginando quel mondo ma no, non ne stanno ancora parlando con nessuno, nemmeno con i collaboratori più stretti.

«Sono stati molto protettivi riguardo alle discussioni sullo spinoff, e capisco che la bolla Matt-Ross sia sacra», dice Levy. «Sono entusiasta all’idea di estendere la vita narrativa di Stranger Things — ma non la chiamerò un “universo”, sarebbe pretenzioso.» Si ferma un attimo. «Lo STU? Troppo presto? Cavolo, so già che lo scriverai!»

Intanto, godiamoci quest’ultima stagione che Matt e Ross hanno preparato; ci sarà tempo poi per scoprire i loro nuovi progetti – che al momento ancora non hanno definito neppure loro! – e un eventuale Stranger Things Universe.

E poi, se la storia si concluderà con la stessa passione con cui è iniziata, dopotutto, avremo davvero bisogno di altro? Lascio rispondere a voi, vi leggiamo nei commenti!

Fonte: Variety

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Vive con un dodo immaginario e un Jack Russell reale, che di recente si è scoperto essere Sith. Grifondoro suo malgrado, non è mai guarita dagli anni '80. Accumula libri che non riesce a leggere, compra ancora i dvd e non guarda horror perché c'ha paura. MacGyver e Nonna Papera sono i suoi maestri di vita.
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