‘Jon l’aggiustatutto’. Comincio a pensare che in Marvel sia questo il soprannome di Jonathan Hickman, scrittore dalle doti ineccepibili, chiamato agli straordinari dalla Casa delle Idee per ridare nuova vita (o mettere le pezze in alcuni casi) a, oramai, qualsiasi angolo dell’Universo a fumetti Marvel.
Quello che alcuni suoi colleghi definiscono ‘l’uomo più intelligente dei fumetti‘, ha preso in mano negli ultimi anni i Mutanti della Marvel e ha rivoluzionato il mondo degli X-Men riportandoli nelle parti più alte delle classifiche di vendita. Hickman ha (poi) preso in mano l’Universo Ultimate, ripartendo dal Creatore ma anche da un nuovo universo narrativo e ci ha dato la versione più matura di Spider-Man mai vista sino ad oggi. E ha portato le testate UU in alto nelle classifiche di vendita.
Possiamo dire con assoluta certezza che tutto quello che tocca Hickman diventa oro (a parte G.O.D.S., ma questa è un’altra storia).
Ora ‘Jon l’aggiustatutto’ è stato chiamato dalla Marvel per un’altra Mission: Impossible: riportare ai fasti di un tempo l’Universo Cosmico della Marvel, che da qualche anno non gode di ottima salute.

Con Imperial #1 (di 4) Jonathan Hickman e gli strepitosi artisti, Federico Vicentini e Iban Coello, riportano in scena l’Ordine galattico della Marvel, partendo dalle basi e dagli Imperi che governano tra le stelle.
Questa miniserie ha il compito di rimettere al centro alcuni personaggi come Star Lord, Nova, Shi’ar, Kree e Skrull, messi ai margini a livello editoriale da qualche tempo, e inserire all’interno dell’Ordine cosmico personaggi come Hulk, Amadeus Cho, She-Hulk, Black Panther che apparentemente nulla hanno a che spartire con le trame cosmiche.
Quello che posso anticipare è che il taglio che dà Hickman alla trama principale è molto intrigante e ricco di spunti. Probabilmente per la prima volta da tempo lo scrittore si trova nel ‘suo habitat’ ideale fumettisticamente parlando: la fantascienza, che si adatta in maniera eccellente ai suoi ritmi narrativi. Ci si aspetta grandi cose da un autore della sua caratura.
Ma, dopo aver letto in anteprima Imperial #1 posso affermare che tutto il team creativo in generale ha tenuto fede alle alte aspettative che i fan potevano avere prima dell’uscita del primo numero della miniserie cosmica.
ATTENZIONE!!! SPOILER-GALATTICI IN ARRIVO!
alcuni space-spoiler!!!Noi e la Guardia imperiale Shi’ar vi abbiamo avvisato
Imperial: la partita ha inizio
Oh, il primo atto di questo gioco è sempre lo stesso… qualcuno deve morire.
– Imperial #1
Tutto ha inizio in una remota parte della galassia dove due individui, dall’identità sconosciuta, stanno giocando a Sharrat un gioco strategico molto simile agli scacchi, parlando di quello che potrebbe essere il futuro dei vari ordini imperiali che dominano nell’Universo galattico della Marvel.
Nel frattempo qualcosa sta accadendo realmente nello spazio. Hulk, Amadeus Cho e She-Hulk sono diretti verso Saakar En Nevo, pianeta nato dalle ceneri di Saakar, il luogo dove il Gigante di Giada è stato soprannominato per lungo tempo lo Sfregio Verde.
Saakar En Nevo era governato sino a quel momento da Hiro-Kala, figlio di Hulk, deceduto recentemente. Per tale motivo gli Hulk sono arrivati su Saakar En Nevo: scoprire chi è l’assassino di Hiro-Kala e mantenere l’ordine sul pianeto guerriero.
Ma il figlio di Hulk/Banner non è l’unico sovrano che è stato colpito. A Fulcrum City, Peter Quill e suo padre J’son sono al capezzale dell’imperatrice Victoria, sorella di Star Lord, che si trova in condizioni critiche a causa di avvelenamento da una tossina sconosciuta. Qualcuno sta uccidendo i sovrani e Star Lord chiede aiuto a un vecchio amico, Richard Rider, alias Nova.
Chi è che sta uccidendo i regnanti e qual’è il motivo di questi regicidi? Il Wakanda sembra c’entrare qualcosa… Tra alleanze improbabili e tensioni ai massimi storici, sembra che la via percorribile sia solo una: guerra. E in tutto ciò i due stranieri di origine quasi sicuramente divina dell’inizio dell’albo, gongolano sapendo che tutto sta procedendo secondo i loro piani.
La caduta dei Regni e una guerra alle porte
Imperial si presenta come una grande storia strategica dove ogni mossa e ogni evento non è casuale ma fa parte di un grande piano orchestrato da qualcuno di cui ancora non si conosce l’identità. La prima mossa è semplice: destabilizzare l’ordine attuale con l’assassinio di alcuni sovrani in modo da rompere un equilibrio, da sempre, molto precario.
Si tratta del pretesto più vecchio del mondo che (purtroppo) non è altro che la scintilla più banale per fare iniziare una guerra. Del resto, fu l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando che fece precipitare la situazione e iniziare la Prima Guerra Mondiale. E sembra che Hickman sia intenzionato a far scoppiare la Guerra dei Mondi più cruenta e spietata del Cosmo Marvel.
Shi’ar, Kree, Skrull, Saakariani, Wakandiani, sono solo alcune delle popolazioni che sono pronte a imbracciare le armi.
Le parti e i personaggi pronti a entrare in gioco sono molti e già dal primo numero lo sceneggiatore presenta un cast variegato e numeroso, che con ogni probabilità si andrà a rinfoltire già dal prossimo numero.
Hickman dirige, Vicentini e Coello suonano (anzi disegnano) una sinfonia quasi perfetta
Come anticipato, se c’è un genere che è calzante per Jonathan Hickman è sicuramente la fantascienza. Lo scrittore mantiene un ritmo lento per tutte le 56 pagine che compongono il primo ‘corposo’ albo di Imperial, dando un’accelerata decisa solo in brevi frangenti, quando è necessario. E anche se l’azione è presente in poche pagine, si tratta di episodi violenti e cruenti, rimarcando la maturità della nuova opera spaziale della Casa delle Idee.
La trama imbastita da Hickman è ricca di dialoghi e didascalie molto fitte e dettagliate, che la fanno da padrona in questo numero. Imperial #1 costituisce una sorta di ampio preambolo con una presentazione della situazione attuale del cosmo Marvel, pronta a essere stravolta dai fatti e dagli eventi che stanno accadendo.
Lo scrittore statunitense sfodera tutta la sua abilità, intrecciando numerosi fili, trame e personaggi come solo lui sa fare, a volte quasi portando a confondere il lettore, ma conducendo l’attenzione dello stesso esattamente dove vuole lui.
Non è un caso il paragone tra Imperial e GOT (Games of Thrones): questa storia è ricca di intrighi e complotti politici che si devono ancora rivelare. Proprio come la serie di libri di George R. R. Martin, da cui è stato tratto lo show televisivo HBO.
Il risultato? Una trama veramente ben orchestrata, ma che deve essere letta e seguita con estrema attenzione per cogliere tutte le sfumature della storia.
Grandissimo merito, però, va anche al comparto grafico: Federico Vicentini e Iban Coello realizzano tavole ricche di dettagli e particolari sia negli sfondi che nella caratterizzazione dei protagonisti. Il loro stile riesce bene ad amalgamarsi, senza mai realmente dare quella sensazione di ‘stacco’ quando c’è il passaggio dall’uno all’altro artist.
I due disegnatori, inoltre, introducono e ripescano diverse specie dello spazio profondo Marvel, ricordandoci quanto è esteso lo scenario spaziale della Casa delle Idee (ma anche quanto è vasta la loro fantasia). Un ultimo grande merito anche al restyling dei costumi dei vari personaggi, che dà a ognuno un’immagine epica e fiera.

Conclusioni
Imperial #1 è una delle letture Marvel più interessanti di questo 2025.
Tra complotti, assassinii e personaggi in cerca di gloria, Hickman, Vicentini e Coello danno il via a uno dei capitoli più drammatici e adulti del cosmo Marvel.
Quello di cui potrebbe soffrire una saga come Imperial è l’eccessiva asetticità in cui potrebbe essere trascinato Hickman, che non è certo famoso per scrivere storie emotivamente coinvolgenti, ma che brillano invece per precisione, dettaglio e complessità. Imperial fa parte sicuramente di questo tipo di storie.
Una partita a scacchi (o Sharrat in questo caso) che si svolge tra forze misteriose con l’utilizzo di pazienza e strategia. Il risultato finale potrebbe essere qualcosa di veramente eccellente.
Dai prossimi numeri ci si aspetta tante battaglie epiche e audaci. E ci aspettiamo che Vicentini e Coello continuino sulla qualità fatta vedere nel primo numero.
La prima mossa è stata fatta. Ora da Hickman, Vicentini e Coello ci aspettiamo la chiusura della partita con uno ‘sharrat matto‘.