Le polemiche sui social e il caso Gretchen Felker-Martin
Tutto è nato da un post pubblicato dall’autrice sui social network, in cui Felker-Martin ha commentato con toni celebrativi la notizia della morte di Charlie Kirk, noto attivista conservatore statunitense. Kirk è stato colpito da un proiettile durante un incontro pubblico tenutosi presso la Utah Valley University di Orem, nello Utah, e la sua scomparsa ha immediatamente alimentato un acceso dibattito politico e mediatico negli Stati Uniti.
Il commento dell’autrice ha rapidamente generato polemiche e sollevato dubbi sull’opportunità che una voce così controversa fosse alla guida di una nuova serie dedicata a un personaggio di grande importanza come Jason Todd, alias Cappuccio Rosso.
Il comunicato ufficiale di DC Comics
La risposta di DC Comics non si è fatta attendere. In un comunicato inviato alle fumetterie, l’editore ha spiegato che:
«Cancellerà gli ordini già effettuati di Red Hood 2 e 3 e qualsiasi ordine per i numeri successivi della serie».
Inoltre, l’azienda ha garantito che:
«Accrediterà ai rivenditori tutte le copie fatturate di Red Hood 1, inclusi gli esemplari che potrebbero essere già stati venduti».
Un gesto che non ha precedenti recenti nella storia editoriale di DC, e che evidenzia quanto la decisione sia stata presa con estrema rapidità. Tuttavia, nel comunicato non è stata fornita alcuna motivazione dettagliata sul perché la serie sia stata interrotta così bruscamente.
Le spiegazioni a PopVerse
Alla richiesta di chiarimenti da parte del sito PopVerse, l’editore ha fornito un’ulteriore dichiarazione, restando però su toni generici e senza citare direttamente la scrittrice né l’episodio che ha dato origine alla polemica. DC Comics ha dichiarato:
«In DC Comics attribuiamo il massimo valore ai nostri autori e alla nostra community e ribadiamo il diritto a un’espressione pacifica e personale delle proprie opinioni. Post o commenti pubblici che possano essere interpretati come un incoraggiamento all’ostilità o alla violenza non sono coerenti con gli standard di condotta di DC Comics».
Parole che, pur senza citare esplicitamente Felker-Martin, lasciano intendere chiaramente che la decisione sia stata presa per questioni legate all’immagine e agli standard etici dell’editore.
Red Hood: un debutto breve e controverso
Il primo numero di Red Hood era uscito negli Stati Uniti proprio in questa settimana, con i disegni di Jeff Spokes. La serie aveva come protagonista Jason Todd, il secondo Robin nella storia editoriale di Batman, personaggio amatissimo dai fan per la sua complessità e il suo lato oscuro. Dopo la tragica morte per mano del Joker e la successiva resurrezione, Jason Todd ha assunto l’identità di Cappuccio Rosso, diventando un antieroe violento e spietato.
Il progetto era stato annunciato come una serie pensata per un pubblico più adulto, con un rating 17+. Proprio per questo motivo molti lettori si aspettavano una narrazione più cruda e matura rispetto ad altre pubblicazioni dell’universo DC. Tuttavia, la brusca interruzione ha impedito alla serie di svilupparsi e ai fan di scoprire le potenzialità di questa nuova interpretazione del personaggio.
Il peso delle controversie nel mondo del fumetto
Il caso di Red Hood evidenzia ancora una volta come, nell’era dei social media, le opinioni personali degli autori possano avere un impatto diretto sul destino di un progetto creativo. Felker-Martin, nota per il suo stile narrativo crudo e provocatorio nel campo dell’horror, era stata scelta per portare una voce originale e diversa nel mondo dei supereroi. Tuttavia, la controversia nata attorno al suo commento ha reso insostenibile la prosecuzione della collaborazione con DC.
Questo episodio solleva un interrogativo più ampio: fino a che punto la vita privata e le dichiarazioni personali degli artisti devono influenzare il lavoro editoriale? Da un lato c’è il diritto alla libertà di espressione, dall’altro la necessità, per un grande editore come DC Comics, di tutelare la propria immagine e di mantenere standard coerenti con il pubblico globale a cui si rivolge.
Senza precedenti
La cancellazione di Red Hood dopo il primo numero rappresenta un evento raro e clamoroso nel panorama dei comics americani. Una decisione che riflette le difficoltà di bilanciare la creatività degli autori con le responsabilità etiche e commerciali di un grande brand come DC Comics.
Per i fan, resta l’amarezza di non poter proseguire nella lettura di una serie che prometteva di approfondire uno dei personaggi più complessi e affascinanti del mondo di Batman. Per l’editore, invece, la scelta segna un chiaro segnale: l’immagine pubblica e il rispetto degli standard di condotta restano priorità assolute, anche a costo di sacrificare un progetto già avviato.