Un’ombra malinconica si stende oggi sulla letteratura italiana: Stefano Benni, scrittore, poeta e giornalista tra i più geniali e ironici del nostro tempo, ci ha lasciati il 9 settembre 2025 a Bologna, all’età di 78 anni, dopo una lunga malattia che lo aveva progressivamente allontanato dalla vita pubblica.
Nato il 12 agosto 1947 a Bologna, Stefano Benni ha saputo trasformare la satira in un veicolo di riflessione, una chiave per esplorare la società con sguardo acuto e poetico. I suoi libri, tradotti in oltre 30 lingue, hanno venduto milioni di copie, intrecciando ironia, parodia, immaginazione e stili letterari diversi.
Stefano Benni – Un immaginifico satirico
Tra i suoi lavori più amati ricordiamo Bar Sport, vera e propria pietra miliare della narrativa satirica italiana, Il bar sotto il mare, Comici spaventati guerrieri, La compagnia dei Celestini, Terra!, Baol, Saltatempo, Elianto, Margherita Dolcevita, Spiriti e Pane e tempesta. Quel linguaggio immaginifico, popolato da neologismi, paradossi e giochi di parole, è stato il suo marchio di fabbrica e ha fatto di lui una figura unica nel panorama culturale italiano.
Bar Sport, libro che ha un posto speciale nel cuore di parecchi di noi, ha avuto un impatto profondo e duraturo sulla cultura italiana, diventando un vero e proprio fenomeno generazionale. Con uno stile comico surreale, intriso di giochi di parole, iperboli e osservazioni sociologiche travestite da gag, Stefano Benni ha dato voce a una nuova forma di narrazione popolare, capace di unire leggerezza e intelligenza. Il suo bar di provincia – con i suoi personaggi esagerati eppure incredibilmente realistici – è diventato l’emblema di una certa Italia, fatta di abitudini, piccole manie e “mitologie da bancone”.
Tra tutte, la Luisona, la leggendaria brioche stantia e immortale che staziona da anni nel bancone del bar, è diventata un’icona culturale: simbolo di resistenza al tempo, dell’assurdo della routine e di un’ironia profondamente italiana. Bar Sport ha influenzato scrittori, comici, sceneggiatori e lettori, ridefinendo l’idea stessa di letteratura umoristica. La lingua di Benni – ricca, inventiva, piena di neologismi e trovate – ha aperto nuove strade nel panorama narrativo italiano, avvicinando alla lettura anche un pubblico giovane e poco convenzionale. Ancora oggi, frasi, situazioni e personaggi del libro fanno parte dell’immaginario collettivo, a dimostrazione della forza satirica e della vitalità letteraria che Stefano Benni ha saputo donare alla cultura italiana.
Benni non è stato solo narratore: ha collaborato con testate influenti come “L’Espresso”, “Panorama”, “La Repubblica”, “Il manifesto”, oltre a settimanali satirici come “Cuore e Tango”, e mensili storici come “Linus” e “Il Mago”, dove iniziò a serializzare parte di Bar Sport. Memorabile fu anche il suo ruolo come “battutista” per Beppe Grillo nei primi tempi, con battute celebri come quella sul teorema “Pietro Longo = P2″ . La sua vena ironica non aveva confini: attraversò teatro, televisione, cinema — scrivendo e interpretando opere, tra cui il film Topo Galileo e Musica per vecchi animali, il cui cast includeva nomi illustri come Dario Fo e Paolo Rossi.
Negli ultimi anni, la sua figura si è affievolita: una malattia invalidante gli aveva sottratto persino la parola, rendendo impossibili le sue apparizioni pubbliche. Eppure, la sua opera continuava a parlare per lui, arrivando a un vasto pubblico che trovava nelle sue storie un rifugio e una provocazione insieme.
Il mondo della cultura perde oggi un maestro della satira, capace di evocare mondi surreali pur restando specchio della realtà. Con lui se ne va non solo un grande scrittore, ma un alchimista del linguaggio e dell’ironia, capace di far sorridere e riflettere insieme, costruendo realtà alternative dove tutto — politica, quotidiano, assurdo — si confonde.
Il suo lascito resta: nei libri che ci hanno fatto ridere e pensare, nelle battute che hanno infiltrato il discorso pubblico, nella potenza trasformativa della parola. Stefano Benni non c’è più, ma la sua voce surreale e corrosiva continua a raccontarci un’Italia che ride e si interroga, fatta di bar, sogni, fluorescenti creature e ardite metafore.
Tutta la redazione di MegaNerd si unisce al profondo cordoglio del mondo dei buoni per la perdita di un punto di riferimento.
fonte: ansa