Buonanotte, Punpun – Anatomia di un dolore che cresce con te

Un viaggio dentro Buonanotte, Punpun di Inio Asano: analisi senza spoiler del manga che racconta, con ferocia e grazia, la fragilità dell’essere umani.

Sig.ra Moroboshi

“Per quanto ci si sforzi, la vita non è sempre gentile con noi.”
— Inio Asano, Buonanotte, Punpun

Ci sono opere che non si leggono: si attraversano. Non ti offrono risposte, ma domande scomode. Non cercano empatia, ma ti costringono ad avvertire ogni emozione sulla pelle. Buonanotte, Punpun (Oyasumi Punpun) è una di queste. È una discesa lenta, spietata e profondamente umana nella mente e nel cuore di un ragazzo qualunque — troppo sensibile, troppo solo, troppo lucido — che cresce dentro un mondo che non ha né logica né redenzione.

Pubblicato in Giappone tra il 2007 e il 2013 sulle pagine della rivista Weekly Young Sunday (e, dopo la sua chiusura, su Weekly Big Comic Spirits), Buonanotte, Punpun segna un punto di svolta nel percorso creativo di Inio Asano. L’opera, serializzata per oltre sei anni e raccolta in tredici volumi, rappresenta la transizione definitiva dell’autore verso una narrazione più matura, disturbante e radicalmente introspettiva.

Dopo il successo di What a Wonderful World! e Solanin, Asano abbandona le strutture narrative più convenzionali per sperimentare con linguaggio, ritmo e rappresentazione grafica. Buonanotte, Punpun ne è il risultato più estremo e, allo stesso tempo, più lucido. È un manga che si colloca in una zona liminale tra realismo e simbolismo, tra slice of life e dramma esistenziale, guadagnandosi negli anni un’aura quasi mitica tra noi lettori.

In Italia, l’opera è stata pubblicata da Planet Manga a partire dal 2012 una prima volta. Dal mese di Agosto 2025, la casa editrice ha lanciato la New Edition dell’opera. Ogni volume ne conterrà due dell’edizione precedente.

Nel cuore nero di Punpun

Buonanotte, Punpun racconta la vita di Punpun Punyama, un ragazzo come tanti, all’apparenza ordinario, che cresce in una periferia giapponese fatta di scuole, famiglie disfunzionali, sogni confusi e desideri troppo grandi per poterli contenere. Lo seguiamo attraverso l’infanzia, l’adolescenza e l’età adulta, in un percorso segnato da eventi che cambiano silenziosamente il modo in cui percepisce sé stesso e il mondo.

Non c’è una trama guidata da colpi di scena o grandi svolte: ciò che muove tutto è il tempo che passa, le emozioni che si accumulano, le relazioni che si trasformano. Ogni capitolo aggiunge un nuovo strato di complessità al suo sguardo sul mondo, in una narrazione che oscilla tra quotidianità e abisso interiore. Buonanotte, Punpun non è solo la storia di un individuo che cresce: è una mappa emozionale del disagio, dell’attesa, del desiderio di essere amati, dell’impossibilità di sentirsi davvero capiti. È una storia che si fa sempre più profonda, più scomoda, più vera — fino a farti sentire, nel bene e nel male, completamente coinvolto.

Punpun Punyama è il protagonista, ma potrebbe essere chiunque. La sua infanzia si presenta inizialmente come normale, persino ordinaria, ma pagina dopo pagina si sgretola sotto il peso di un’esistenza che non perdona. Lo seguiamo nel passaggio dall’ingenuità infantile all’amara consapevolezza adulta, attraverso le crepe della famiglia, le complicazioni dei sentimenti, la brutalità della società, ma soprattutto, attraverso il suo mondo interiore — fragile, torturato, in continua fuga.

Il primo colpo d’occhio è straniante: Punpun è disegnato come un piccolo uccello stilizzato, privo di tratti umani, mentre tutto ciò che lo circonda è reso con un iperrealismo visivo ossessivo. Questa scelta, che potrebbe sembrare surreale, è in realtà uno dei colpi di genio narrativi di Asano. Punpun non viene mostrato per ciò che è, ma per ciò che sente di essere: fuori posto, irriconoscibile, diverso. La stilizzazione non lo semplifica — lo denuda. Il suo corpo privo di espressioni umane diventa specchio perfetto del vuoto, dell’isolamento, dell’impossibilità di comunicare con il mondo.

Buonanotte, Punpun – Anatomia di un dolore che cresce con te

L’adolescenza, in Punpun, non è un’età della scoperta o della crescita lineare. È un campo minato di dolore, vergogna, frustrazione, silenzi che urlano. Il manga ci restituisce con chirurgica precisione la sensazione di essere troppo piccoli per affrontare il mondo e troppo consapevoli per ignorarlo. Ogni fase del protagonista è attraversata da un costante senso di inadeguatezza, da una fame d’amore che non trova appagamento, e da una rabbia muta che diventa via via più insidiosa.

La solitudine è il tema che avvolge tutto. Non una solitudine romantica o esistenziale, ma una condizione viscerale, opprimente, quasi fisica. Punpun è circondato da persone, ma resta sempre altrove. La sua distanza dal mondo è resa non solo dal suo aspetto ma da una scrittura che si muove tra frammenti di pensiero, silenzi pesanti e scene che si dilatano, rarefacendosi fino a farti dimenticare che stai leggendo un manga. È come se Asano riuscisse a replicare il rumore bianco del pensiero, quel ronzio costante che accompagna le giornate vuote e piene solo di sé stessi.

E in mezzo a tutto questo, ci sono le relazioni: la famiglia disfunzionale, l’amicizia che cambia forma col tempo, l’amore che si trasforma in ossessione, in rifugio, in dannazione. Nulla è pulito, nulla è facile. Asano mostra le relazioni umane come sistemi complessi e instabili, spesso autodistruttivi, in cui non c’è mai una vera comunicazione, solo tentativi falliti, aspettative infrante, delusioni. Eppure, proprio in queste crepe, si fa strada una forma di verità: l’umanità sta tutta lì, nel provare anche quando non si riesce, nel desiderare anche quando si sa di non poter ottenere.

E poi c’è il cuore nero dell’opera: quella battaglia continua con i propri demoni interiori. Buonanotte, Punpun è un manga che non ha paura di parlare di depressione, di pensieri suicidi, di fuga dalla realtà, di autodistruzione. Lo fa senza estetizzare nulla, senza indulgere, ma anche senza censurare. Non è un’opera che vuole scioccare, ma una che vuole mostrare. E in questo mostrare — dolorosamente onesto, quasi scomodo — c’è una forza rara. Asano non ti dà soluzioni, ma ti fa sentire meno solo nel tuo buio.

Il disegno in Buonanotte, Punpun è un capitolo a sé. Ogni tavola è costruita con una cura maniacale per i dettagli, per la luce, per lo spazio. Le città giapponesi sono rappresentate come labirinti freddi e realistici, mentre i volti — quelli veri, non quello di Punpun — sono espressivi, marcati, spesso deformati dal dolore. Lo spazio bianco diventa uno strumento narrativo: intere tavole silenziose raccontano più di mille parole. L’uso delle prospettive, dei vuoti e dei pieni, accompagna e amplifica lo stato psicologico del protagonista. L’angoscia prende forma, la solitudine diventa geometria, la confusione mentale si traduce in composizione visiva.

Buonanotte, Punpun – Anatomia di un dolore che cresce con te

Buonanotte, Punpun non è un’opera per tutti. Non lo è per chi cerca leggerezza, risposte, o catarsi. Ma per chi è disposto a guardarsi dentro con onestà, anche quando fa male, questo manga può essere un’esperienza rivelatrice. È una lettura che ti scompone e ti ricompone. Che ti lascia una cicatrice — e in quella cicatrice, forse, un senso.

Asano ci consegna un manga che è allo stesso tempo una confessione, un grido e una carezza. Punpun non è solo un personaggio: è ciò che siamo stati, ciò che potremmo essere, ciò che abbiamo avuto paura di diventare. E quando alla fine arrivi all’ultimo volume, non ti senti migliore, né salvato. Ma ti senti vero.

Condividi l'articolo
Contro il logorio della vita moderna, si difende leggendo una quantità esagerata di fumetti. Non adora altro Dio all'infuori di Tezuka. Cerca disperatamente da anni di rianimare il suo tamagotchi senza successo. Crede ancora che prima o poi, leggerà la fine di Berserk.
Nessun commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *