Mogiko: «In Black Letter ogni personaggio ha una sua funzione e psicologia»

Al Comicon di Bergamo abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Mogiko, talentuosa artista italiana dal tratto orientale, autrice della serie di successo edita da Edizioni BD/J-Pop Manga, Black Letter

Doc. G
copertina intervista mogiko 2025

Quando ho preso in mano per la prima volta Black Letter, ho realizzato istantaneamente di essere davanti a un’opera interessante per tematiche, dal tratto accattivante e molto dettagliato. L’autrice, Mogiko, mi è parsa da subito molto meticolosa nella realizzazione delle tavole e della trama del manga e, con mia grande sorpresa, ho capito solo dopo, conoscendola in quel di Etna Comics nel 2024, che si trattava di un’artista italiana.

Si perché Mogiko, nome d’arte di Giulia Monti, è un’autrice che non ha nulla da invidiare ai mangaka orientali e Black Letter, l’opera attualmente in corso edita da J-Pop, ne è la testimonianza. Siamo davanti a una delle migliori rappresentanti del genere Euro Manga del nostro paese.

All’ultima edizione del Comicon di Bergamo, MegaNerd ha avuto il piacere di parlare con lei per scavare più a fondo sulla genesi di Black Letter e carpirne alcuni ‘dietro le quinte’.

Ma con l’artista abbiamo anche chiacchierato, tra l’altro, del suo metodo di lavoro e del rapporto che ha con i fan che ad ogni fiera la ‘assaltano’ letteralmente per avere un suo doodle o la semplice firma sul volume del suo manga, che sta ottenendo un grande successo in Italia.

Edizioni BD presenta: Black Letter di Mogiko

Piccola curiosità: al Comicon Bergamo tra i grandi ospiti internazionali di questa edizione era presente anche Satoshi Shiki, mangaka e illustratore di L’attacco dei giganti – Before the Fall. Abbiamo avuto il piacere di assistere all’emozionante incontro tra Mogiko e il sensei Shiki, il quale ha ricevuto in regalo il primo volume di Black Letter esprimendo tutto il suo apprezzamento per l’opera della giovane mangaka italiana. A maggior riprova del fatto che Giulia/Mogiko è un talento cristallino del panorama italiano.

Ma bando alle ciance e lasciamo spazio alle parole di Mogiko. Ringraziamo come sempre J-Pop per aver concesso a MegaNerd l’opportunità di poter intervistare l’autrice.


Mogiko

Intervista a Mogiko

Ciao Mogiko, grazie mille di essere qua con noi e bentornata su MegaNerd

Grazie a voi per l’invito!

Il nostro primo incontro con te è stato l’anno scorso a Etna Comics, a poca distanza dall’uscita del primo numero di Black Letter. Nell’arco di poco più di un anno sono accadute molte cose rapidamente. Altri due volumi della tua opera sono usciti, compresa un’ incredibile variant del terzo numero e, qua al Comicon di Bergamo, c’è una mostra a te dedicata. Che emozioni provi nel vedere i tuoi personaggi che tappezzano letteralmente le pareti del Comicon?

È stata una cosa nuova, nel senso che non mi era mai capitato di avere una mostra tutta mia.
È stato molto bello, soprattutto molto interessante e anche stimolante il fatto di creare dei piccoli testi che spieghino passo passo le tavole che compongono la mostra.
E quindi c’è, appunto, un insieme sia delle mie tavole, ma anche di piccole curiosità che sono dietro quello che ho costruito.

Quello è stato un bello spazio per raccontare qualcosa di più che, magari, non avevo mai avuto l’occasione di fare.

 

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Ho visto, tra l’altro, che hai realizzato proprio un’opera stamattina con alcuni dei tuoi personaggi principali in uno spazio apposito.

Sì, sì, c’era un piccolo spazio bianco dove fare un live painting e mi sono messa lì con i miei pennarelli.

Hai partecipato attivamente a diversi eventi a contatto con il pubblico. Eventi come il Comicon molto grandi e anche molto stancanti, ma anche molto più intimi come quelli organizzati nelle librerie, fumetterie. Come ti trovi a questi tipi di evento, ti piacciono, ti tolgono tante energie che dovresti usare per il lavoro e come vivi il confronto con il pubblico?

Allora, devo dire che dipende molto dal contesto in cui ci si trova.
Nelle fiere grandi vengono spesso persone che già conoscono me e la mia opera, perché ovviamente c’è molta più affluenza e i posti per farsi fare gli sketch sono anche molto più limitati.
Quindi devi essere proprio un vero appassionato per metterti a fare una fila lunga per tante ore.

Mentre, invece, quando vado nelle fumetterie o librerie, lì magari c’è un pubblico diverso, che fa parte più di quel posto e che, quindi, mi conoscono anche per la prima volta.
Ed è comunque molto bello, perché vuol dire riuscire ad appassionare un nuovo lettore, cosa che mi fa sempre molto piacere.

Black Letter volume 2 ©2025 Giulia Monti
Black Letter volume 2 ©2025 Giulia Monti

Qualcuno ti è mai tornato a trovare? Magari ti ha conosciuta in uno di questi eventi più piccoli, è rimasto affascinato e poi l’hai rivisto a un evento più grande?

Sì, sì, qualche volta è successo!
Infatti quello per me è una soddisfazione, perché vuol dire che la serie è piaciuta molto, tanto da voler venire a incontrarmi di nuovo.

Parliamo ora di Black Letter. Ho notato nel corso della lettura del secondo e, soprattutto, del terzo numero che il tuo tratto è migliorato molto; più deciso e preciso. Anche le tavole sono molto più ricche di dettagli, insomma si denota un perfezionamento del tuo stile in continuo crescendo. È un’evoluzione naturale o hai preso maggiore consapevolezza dei tuoi mezzi e dell’importanza che ha Black Letter per la tua carriera in questo momento?

Credo sia stata un’evoluzione molto naturale. Data anche dal fatto che, disegnando ogni giorno per realizzare i vari volumi, è naturale che si migliori.
Credo sia una cosa che si vede spesso anche in opere pubblicate con frequenza, tipo i manga: quando vai a vedere, ad esempio, il volume 10, poi prendi in mano il volume 1, noti molte differenze.
Nel mio caso, ho questo atteggiamento per cui cerco di dare sempre il massimo, mi spingo sempre al 200% e quindi magari è anche per quello che miglioro più in fretta.
Per me ogni vignetta deve essere meglio di quella precedente.

Infatti sono rimasto molto affascinato, e ho notato nel volume due uno stacco netto rispetto al primo, ad esempio nell’immagine introduttiva del capitolo 13: quella dell’angelo sulla scalinata, tra le rocce a forma di mani…
Si tratta di una tavola con un dettaglio e un’accuratezza davvero di gran lunga superiore rispetto al numero precedente.

Sì! Infatti, se vado a rivedere il volume 1, vedo sempre cose da migliorare… però ormai cerco di non guardarlo troppo. [risata n.d.r.]

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Black Letter volume 2 ©2025 Giulia Monti

Se nel primo numero la trama si svolgeva principalmente a Neogashima, nel secondo numero l’azione si sposta a Tokyo. Tornando al discorso della precisione, ho notato una rappresentazione della città molto dettagliata nei suoi palazzi e nei luoghi più rappresentativi. Frutto del solo studio online, o hai avuto modo di poter andare direttamente nei luoghi che rappresenti poi all’interno di Black Letter?

Allora, vorrei dire di essere stata in Giappone, ma in realtà non ci sono mai stata. È il sogno di una vita, ma per ora costa troppo.
Quindi tutto quello che riproduco è frutto di studio. Cerco di impegnarmi al massimo per rappresentare la cultura giapponese, che è molto diversa dalla nostra.

Devo dire che con i paesaggi cittadini mi diverto sempre molto. Mi piace realizzare tutti quei dettagli: finestrelle, persone, insegne…
Le insegne dei negozi o quelle sui palazzi mi piacciono molto, danno dinamicità e differenziano la tavola.
Alcune volte me le invento o ci metto dei piccoli ‘doodle’ per pubblicizzare qualcosa… è una parte che mi diverte.

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Black Letter volume 2 ©2025 Giulia Monti

Sono rimasto molto affascinato dalla caratterizzazione e dall’abbigliamento degli angeli. Questa aureola nera che sembra una corona di spine rovesciata e una divisa quasi militaresca. Da cosa nasce la rappresentazione di queste figure in Black Letter che sono diametralmente opposte rispetto a come sin dall’antichità vengono rappresentati in affreschi, quadri, libri ?

Sono sempre stata affascinata da questa figura dell’angelo: quando li guardi sono belli, misteriosi, aulici, positivi. Ma io ho voluto dargli una connotazione più misteriosa, quasi che non sai se sono buoni o cattivi. Questo dualismo l’ho rappresentato con l’aureola spinata, che inquieta un po’, e con le divise nere.
Dietro hanno un occhio grande – c’è anche un paragrafo nella mostra su questo simbolo – che può essere visto sia come protezione che come controllo.
E nel mio manga c’è proprio questa domanda: gli angeli sono buoni o no?

C’è una scena che mi è rimasta impressa del secondo numero: l’angelo caduto, Ikarì, quando precipita dal cielo. Mi ha fatto pensare a Lucifero, che cade e viene bandito dal paradiso. È un’immagine molto forte.

Sì, poi anche nel volume 1, come si vede, vado un po’ più nel dettaglio a mostrare come funziona il paradiso.
È quasi una macchina, un’azienda, con gli angeli che lavorano come gli esseri umani. Quindi non sono così divini come si potrebbe pensare… piano piano si scoprirà tutto.

E infatti c’è anche il concetto di come viene affrontata la morte, un tema comunque molto forte e decisamente delicato.
Da un lato, quella degli angeli, è vista in maniera quasi asettica, perché è il loro lavoro.
È affascinante, però, vedere i personaggi che, come nella vita reale, la affrontano in modo diverso, molto personale.
Questo processo non deve essere stato facile per te: arrivare a capire come rappresentarlo.

Chiaramente no. Però ovviamente ognuno ha un modo differente di affrontare un tema così difficile.
Quello che voglio fare è mostrare varie declinazioni, attraverso vari personaggi, di come ognuno può avere un punto di vista diverso. E voglio proprio far vedere anche quello.

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Black Letter volume 2 ©2025 Giulia Monti

Parlando invece di personaggi, ritrovo in Tosa un po’ la tua controparte manga almeno fisicamente. E’ vero? e se sì quanto c’è di te in lei anche caratterialmente? Perché è un personaggio che parte quasi in seconda linea rispetto a Rushi e, mano a mano, è uno di quelli che cresce di più a mio avviso.

Credo che tutte queste cose avvengano sempre in modo naturale.
Sicuramente posso dire che, in ogni personaggio che ho creato, ci sia un pezzetto di me. Però è sempre qualcosa che faccio senza rendermene conto.
Tosa…forse sì, perché siamo simili e abbiamo più o meno la stessa età. Beh, non proprio, eh, io ho dieci anni in più però nella mia mente sono ancora a dieci anni fa! [risata n.d.r.]
Nel senso… sì, forse lei è quella in cui io mi rispecchierei un po’ di più. Chi lo sa, insomma, poi è sempre tutto molo aperto!

Come ho detto, quello che mi piace fare è far vedere vari sviluppi. Ogni personaggio ha una sua funzione, una sua psicologia, che a me piace molto approfondire.
Non mi piace inserire personaggi che poi vengono buttati via o non sviluppati. Cerco sempre di dargli uno spazio, il posto che si meritano nella storia.

E infatti è una cosa che ho notato, e riguarda la prossima domanda. Ogni numero introduci personaggi nuovi, che si sommano agli altri. Eppure riesci a dare loro spazio in maniera oculata. Ognuno ha il suo ruolo importante ai fini della trama. È una cosa che arricchisce molto la storia. Come riesci a gestire tutti questi personaggi insieme e, nei prossimi numeri, se ne introdurrai ancora, troverai difficoltà a gestirli?

Effettivamente anche io a un certo punto ho pensato: “Ok, ora sono tanti”.
Ho continuato ad aggiungere, aggiungere… e poi dico: “Ok!”
Però, fortunatamente, per ognuno di loro ho costruito qualcosa. E poi si capirà bene come tutto si concluderà insieme. Ognuno avrà il suo scopo e anche un compimento.

Black Letter volume 3 ©2025 Giulia Monti
Black Letter volume 3 ©2025 Giulia Monti

Parliamo adesso del manga europeo. Finalmente è un fenomeno che sta ricevendo le giuste gratificazioni anche nel mercato occidentale.
Fino a qualche anno fa, il manga era considerato una cosa che si potesse fare solo in Giappone.
Adesso invece – e tu sei una delle “ambasciatrici” di questo movimento – ci sono tanti fan che si avvicinano a
i manga italiani, francesi, ecc…

Tu che sei partita anni fa, ci hai messo tanta fatica…Come ti trovi a essere un po’ una rappresentante di questo mondo?
È un traguardo o un punto di partenza?

Per me è ancora un punto di partenza.
A parte che – va beh – sono usciti solo tre volumi della mia serie. Sicuramente sarà conclusa tra i cinque e i dieci, quindi ce n’è ancora un bel po’.
Credo anche che ci siano sempre più persone che stanno facendo manga perché stanno crescendo quelli che sono nati leggendo solo manga.

Io, per esempio, ho letto sempre manga nella mia vita. Non ho mai letto niente di occidentale.
Per me è stato naturale fare fumetti in stile manga. Ho sempre avuto una passione – anzi, una vocazione – per il disegno, e sentivo il bisogno di raccontare una mia storia.
Quindi è stato naturale arrivare a questo tipo di espressione. E credo che in tanti stiano facendo la stessa cosa… perché, semplicemente, gli piace.

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Black Letter volume 3 ©2025 Giulia Monti

E soprattutto funziona: come dicevi, molti lettori passano a essere autori, ma continuano ad arrivare sempre più tantissimi nuovi lettori che si avvicinano a questo mercato. Prima, se c’era da scegliere tra un manga giapponese e uno disegnato da un autore italiano, si sceglieva quasi sempre il giapponese. Ora invece le due opere vengono considerate sullo stesso livello.

Sì sì, assolutamente.

Senti, facciamo un’ipotesi. Nei manga giapponesi, se una serie ha successo, dopo 4-5 volumi viene ordinata la realizzazione dell’anime.
Ti piacerebbe, se ti venisse chiesto
di partecipare alla produzione di un ipotetico anime di Black Letter? Lasceresti spazio a un’interpretazione diversa, saresti gelosa della tua opera oppure ti fideresti?

Sicuramente sì, ovviamente sarei molto gelosa! [risata n.d.r.] Nel senso che, quando guardi un anime che non segue il manga… è sempre visto un po’ male. Quindi ci terrei molto.
Però credo anche molto nel lasciare fare a chi sa fare. Se una persona sa fare un anime, è giusto che lo faccia.
Io vorrei sicuramente vederlo – sarei curiosissima – ma lascerei lo show nelle mani giuste.

Hai detto che Black Letter sarà tra i 5 e i 10 volumi. Lo avevi già accennato l’anno scorso, ma avevi lasciato un po’ di spazio, dicendo: “Vediamo dove mi porta la storia, magari sarà più lunga”. Ora confermi che la storia si esaurirà tra i 5 e i 10 volumi?

Sì, posso dire più verso i 10.

Ci puoi anticipare qualcosa del numero 4? Un nuovo personaggio chiave?

Nel numero 4 si vedranno vari personaggi chiave nuovi. Forse, leggendo il 3, già si capisce di quali si tratta.
Alcuni sono stati già anticipati e troveranno spazio, piano piano.

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La copertina del terzo volume di Black Letter, pubblicato da Edizioni BD/J-Pop Manga

Ho letto sui tuoi social che questo sarà uno degli ultimi eventi a cui parteciperai, giusto? Ti concentrerai sulla chiusura del volume 4?

Sì, sì. Dopo l’uscita del 3, al Comic Con di Napoli, ho passato circa un mese tra eventi in tutta Italia. Ma questo sarà l’ultimo prima di Lucca Comics & Games. Ora mi chiuderò in casa e non uscirò fino a novembre… perché devo disegnare!

Quindi questo lo possiamo dire: il numero 4 di Black Letter uscirà a Lucca?

Ehm… sì.

Insomma qualcosa, te l’abbiamo estorto! [risata n.d.r.] Ti faccio un’ultima domanda provocatoria. Quest’anno, per il Comic Con, hai realizzato una variant cover del numero 3. Sarà prevista anche per il numero 4?

Questo, in realtà, non lo so. Sono cose che decide l’editore.

Grazie Mogiko per il tempo che ci hai dedicato per questa intervista.

Grazie mille! È sempre molto divertente con voi!

Ti faccio un grande in bocca al lupo e non vedo l’ora di leggere Black Letter 4 a Lucca Comics & Games 2025.

Speriamo! Facciamo le corna!

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Da sinistra a destra: il nostro Doc G, Mogiko e Denise Paradiso

 

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Il mio nome e' Doc. G , torinese di 36 anni lettore compulsivo di fumetti di quasi ogni genere (manga, italiano, comics) ma che ha una passione irrefrenabile per Spider-Man! Chi è il miglior Spider-Man per me? Chiunque ne indossi il costume.
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