Chii-Chan, volume unico di Shuzo Oshimi pubblicato in Italia da Planet Manga, si presenta sin da subito come un’opera disturbante, vi basterà osservare la copertina e ciò che vi è sotto per sentirvi in qualche modo attratti e respinti dalla protagonista. Avvicinarvi a lei non è consigliato, ma noi lo abbiamo fatto e siamo qui per dirvi come è andato questo incontro.
Chii-chan – Toxic Daughter
Ha lunghi capelli, folti e neri come l’abisso.
Il suo ornamento, carcasse di insetti.
Non starle troppo vicino:
potrebbe risvegliare il tuo lato oscuro.
Queste le parole che accompagnano l’ingresso in Chii-chan, il volume unico del sensei Shuzo Oshimi. E non solo dentro la storia, ma proprio all’interno della mente distorta della ragazzina che dà il nome a questo manga. Odiata e allontanata da tutti, soprattutto dai suoi compagni di classe, per avere degli interessi a dir poco bizzarri, Chii-chan decide di abbandonare la scuola. Per farsi bello agli occhi degli insegnanti e dei genitori, Kodai decide di provare a farci amicizia con lo scopo di farla tornare a frequentare le lezioni e meritarsi così le lodi per aver fatto una buona azione. Per fare ciò si avvale dell’aiuto dell’amica di infanzia di Chii-chan, Yua, per la quale la ragazzina sembra continuare a nutrire interesse e qualcosa che assomiglia all’affetto.
I due, quindi, si presentano a casa della compagna e la trovano in uno stato pietoso. Non è solo l’arredamento a essere rovinato e gli interni colmi di sacchetti della spazzatura, ma anche l’atmosfera: i genitori di Chii-chan non battono ciglio al loro ingresso, le loro sagome che salgono al piano di sopra sembrano attraversargli lo sguardo. Lì trovano la ragazzina nel suo solito stato trasandato: i capelli asimmetrici, a partire dalla frangetta che sembra essere stata tagliata di netto solo a metà, la tuta logora che sembra non vedere una lavatrice da mesi, il viso sporco, i piedi scalzi.
E la camera, in realtà, consiste solo in un materasso buttato per terra, altri sacchetti e barattoli pieni di insetti, la passione di Chii-chan. L’unico gioco che vuole fare con loro è creare gioielli infilzando i poveri animali e, quando Kodai afferma di aver creato la spilla migliore, la ragazzina lascia andare a un eccesso d’ira e lo ferisce al volto con le forbici. Nonostante ciò, il compagno decide di non mostrarsi spaventato o arrabbiato e mantiene il segreto persino in famiglia. Vuole fare l’eroe a tutti i costi ma ben presto qualcosa si incrina dentro di lui.
Kodai – L’eroe che si fa risucchiare dall’abisso
Quando Chii-chan torna a scuola, Kodai fa capire a tutti di essere stato lui a convincerla e, come previsto, riceve lodi da tutti. Quando, però, la ragazzina impazzisce per un commento sbagliato e cerca di aggredire una compagna con le forbici e per sbaglio ferisce Yua, lui chiede di non rivelare agli adulti come si è procurata la ferita, proprio come aveva fatto lui. Deve prima riuscire a “domare” quel mostriciattolo e ha bisogno che non si senta in pericolo. Yua accetta, ma solo perché è innamorata di lui, ma ben presto la verità viene a galla e Kodai finisce per avere la famiglia contro per aver fatto mentire la compagna.
L’abisso di Chii-chan sembra essersi dilatato fino a inghiottire anche lui: Kodai sperimenta cosa significa essere oggetto d’odio da parte di chi si ama e si sfoga su Yua, incapace di fare resistenza in alcun modo. E così, la violenza aumenta, si reitera in forme diverse, e l’intervento delle forbici di Chii-chan è di nuovo dietro l’angolo.
Shuzo Oshimi – Le tenebre dell’animo umano
Shuzo Oshimi, classe 1981, è un mangaka dal grande talento narrativo che vede all’attivo decine di opere, tutte (o quasi) incentrate su adolescenti alle prese con i primi turbamenti, che spesso si trasformano in vere tenebre dalle quali difficilmente riescono sfuggire. Spesso c’è qualcosa di morboso nel comportamento dei suoi protagonisti, una ossessione verso qualcosa che li rende inadatti a vivere in mezzo agli altri: la passione per gli insetti, quella verso il sangue, il rapporto con la propria madre.
Chii-chan, in un solo volume, ci mostra la vita rovinata di una ragazzina abbandonata a sé stessa, a cui nessuno sembra aver insegnato cosa è bene è cosa è male, come prendersi cura di sé e rapportarsi a chi vuole bene. L’unico modo che conosce è regalare i propri insetti e attaccare con le proprie forbici se qualcuno insulta o fa del male a qualcuno di caro. Lei non ha dimenticare il tempo passato con Yua da bambine e l’ha perdonata per averla lasciata sola per non cadere a propria volta vittima dei bulli.
E se inizialmente Kodai può sembrarci l’eroe che davvero potrà fare qualcosa per lei, vista l’assenza totale degli adulti che guardano senza vedere, non passano che poche pagine per avvertire qualcosa di innaturale nella sua bontà. Se poi si ha una qualche conoscenza della penna di Oshimi, una lenta tensione comincia a snodarsi da circa metà volume, perché si avverte che l’abisso di Chii-chan sta per catturare qualcuno, non sappiamo solo chi. E quando accade, non si è comunque preparati.
È solo l’inizio
Non ne avete avuto abbastanza e volete sapere che ne è stato di Chii-chan? Bè ho un’ottima notizia per voi: il volume unico firmato da Shuzo Oshimi altro non è che il prequel del film Doku Mosume, altresì conosciuto come Toxic Daughter, uscito nel 2024 in Giappone e per un periodo disponibile sulla piattaforma MUBI. La speranza è che possa tornare su qualche sito per poter approfondire ulteriormente questa storia che, nella pellicola, assume tinte ancora più scure.
Il viaggio di Chii-chan, forbici in mano, continua. Siete sicuri di volervi avvicinare?
