Secondo quanto condiviso da Variety, l’attore Kevin Costner è stato denunciato da una controfigura di Horizon 2, di cui era regista, per una scena di stupro che sarebbe stata improvvisata e girata senza rispetto dei protocolli previsti.
Secondo una notizia apparsa ieri su Variety, Kevin Costner è stato denunciato da Devyn LaBella, controfigura nel secondo capitolo di Horizon: An American Saga, il gigantesco progetto di cui è regista. L’accusa è riferita a degli eventi che avrebbero avuto luogo sul set a maggio 2023, durante le riprese di una scena di stupro che non era stata né prevista nel copione, né opportunamente coordinata.
LaBella, che faceva da controfigura a Ella Hunt (Juliette nella saga), è subentrata quando l’attrice ha rifiutato di girare la scena; tuttavia, secondo quanto indicato nella denuncia, non ci sarebbero state sufficienti informazioni su cosa sarebbe successo.
In un set non chiuso e senza intimacy coordinator – una figura sempre più cruciale nelle produzioni cinematografiche – Costner avrebbe dato indicazioni all’interprete maschile di salire sulla donna, bloccarla a terra e sollevarle violentemente la gonna. L’esperienza avrebbe lasciato LaBella con un senso di profonda umiliazione.
Kevin Costner esempio di una Hollywood sessista?
Quanto emerso dalla denuncia violerebbe anche i protocolli concordati dal SAG-AFTRA, tra cui c’è l’obbligatorietà di segnalare scene di nudo o sesso simulato con 48 ore di anticipo, ricevendo esplicito consenso.
Il giorno precedente agli eventi, LaBella aveva preso parte a un’altra scena di violenza, che era però stata gestita con grande professionalità: la scena era stata provata varie volte con la presenza di un intimacy coordinator, e in un set chiuso.
«Quel giorno, invece, mi sono sentita esposta, non protetta, profondamente tradita da un sistema che prometteva sicurezza e professionalità. Quello che è successo ha infranto per sempre la mia fiducia, e ha cambiato il modo in cui mi approccio a questo settore.» ha dichiarato la performer.
Mentre Kevin Costner nega le accuse attraverso il proprio avvocato, Marty Singer, uno degli avvocati della querelante, Kate McFarlane, evidenzia come
«Questo caso sia un chiaro esempio di produzione hollywoodiana sessista e maschilista. La nostra cliente è stata sottoposta a una condotta sessuale priva di qualsiasi protezione dagli ovvi rischi.»
Come spesso accaduto in casi simili, la linea di difesa di Costner punta più a screditare la presunta vittima che a verificare eventuali colpe. Chiarissime le parole di Singer:
«Tuttavia, questa affermazione di Devyn LaBella non ha assolutamente alcun fondamento ed è completamente smentita dalle sue stesse azioni – e dai fatti. La signora LaBella è un’accusatrice seriale di persone nell’industria dell’intrattenimento e ha lavorato con lo stesso avvocato in precedenti denunce. Ma queste tattiche di estorsione non funzioneranno in questo caso.»
«Dopo aver espresso la sua indignazione e preoccupazione, i colleghi uomini l’hanno incolpata per non aver parlato prima.» si legge nella denuncia. «A quel punto si sentiva completamente sola e delusa, ma, poiché le riprese non erano ancora concluse, la signora LaBella ha dovuto continuare a lavorare mantenendo un atteggiamento professionale.»
Nei giorni successivi, sempre secondo quanto riportato nella denuncia, la performer avrebbe avuto crisi di pianto; avrebbe inoltre provato un profondo disagio, poiché alcuni membri della troupe si sarebbero scusati del comportamento di Costner. In seguito
Se Costner sia colpevole o meno di negligenza non sta a noi dirlo, e sarà chiarito nelle sedi opportune. Appare chiaro però che a Hollywood ci sia un problema, soprattutto nella modalità in cui si gestiscono segnalazioni su tematiche così delicate, modalità che tradisce un sessismo molto più profondo e radicato di quanto sembri.
Vorremmo sentire sempre meno storie come questa, ma la percezione è che la strada sia ancora lunga.
Vi terremo aggiornati!
Fonte: Variety