Giada Belviso: «Amo disegnare donne che tirano cazzotti ai mostri»

Durante Torino Comics 2025, abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Giada Belviso, talento piemontese entrata a far parte della scuderia Marvel, che da qualche mese è la disegnatrice ufficiale di Laura Kinney: Wolverine! 

intervista giada belviso

Grinta, determinazione ed entusiasmo. Sono alcune delle qualità che mi hanno colpito di Giada Belviso durante l’intervista che abbiamo realizzato al Torino Comics 2025. La giovane artista si è raccontata ai microfoni di MegaNerd, parlando del suo particolare percorso che l’ha portata a confrontarsi con una realtà artistica e lavorativa completamente diversa dalla nostra, come l’India.

Giada da quella esperienza ne ha fatto gran tesoro e ha scoperto cosa veramente le piaceva fare: disegnare supereroine che menano forte ai mostri!

Grazie alle sue doti, alla tenacia e al suo carattere ‘tosto’, ora Giada è la disegnatrice ufficiale di Laura Kinney: Wolverine, serie che è arrivata da poco in Italia e che attualmente condivide lo spazio con ‘l’altro’ mutante artigliato, Logan, sullo spillato di Wolverine.

Ladies and Gentlemen, su MegaNerd un’artista di cui in futuro sentiremo sicuramente parlare tanto: ecco a voi Giada Belviso!


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Intervista a Giada Belviso

Amici di MegaNerd.it siamo in compagnia di un’artista che è uno dei talenti “casalinghi” emersi negli ultimi anni: Giada Belviso. Grazie Giada e benvenuta su MegaNerd.

Grazie a voi per avermi invitata.

Sei un’autrice piemontese, quindi per te il Torino Comics è un po’ come essere a casa. Immaginiamo tu abbia partecipato in passato in veste di pubblico, ma adesso che sei un’artista a tutti gli effetti… com’è stare dall’altra parte?

È emozionante perché quando ero più piccola giravo tra questi banchi, vedevo queste grandi stelle del fumetto italiano e sognavo di essere accanto a loro. Quindi adesso che sono parte di questo mondo è davvero un’emozione unica, è proprio un sogno di bambina che si realizza.

La tua carriera lavorativa ha avuto un inizio affascinante; dopo il diploma alla Scuola Internazionale di Comics nel 2019, hai cominciato come disegnatrice presso la BullsEye Press, casa editrice indiana, su un progetto, correggimi se sbaglio, dal titolo Yagyaa. Come è avvenuto il contatto con questo editore e cosa ti ha dato quest’esperienza a livello professionale? Anche perché dal punto di vista artistico si tratta di un Paese a noi europei poco conosciuto..

È avvenuto tutto grazie un po’ alla provvidenza. Dopo la fine della scuola c’è stato un momento abbastanza difficile. Ho concluso i miei studi nell’estate del 2019 e poi, come sappiamo tutti, all’inizio del 2020 abbiamo dovuto rallentare. C’è stata la crisi dell’editoria, non assumevano più, ho fatto davvero tanta difficoltà.

Quindi ho iniziato a usare i social. Ho usato tanto Instagram e ho iniziato a fare una raccolta fondi dove disegnavo a prezzi davvero minimi per poi donare il ricavato a un ente di beneficenza.

Grazie a questo il mio nome è iniziato a girare, finché mi ha contattato uno sceneggiatore indiano, Sudeep Menon, che mi ha detto “Mi piace tantissimo come lavori. Lavoro con una casa indiana, ti piacerebbe collaborare?

Io ho pensato… “sono qua, in casa, non sto facendo niente, ma va bene! Perché no? Dai, iniziamo questa cosa!

Anche perché non avevo mai avuto l’opportunità di interfacciarmi con un contesto lavorativo, quindi ho anche considerato di unire l’utile e al dilettevole; nel frattempo faccio esperienza e vedo se effettivamente è una cosa che mi piace.

Yagyaa - 3 [English]

E alla fine è andata benissimo perché pensavo che sarebbe stata una cosa piccola e invece poi mi ha proprio dato motivo di crescere e capire come funziona questo mondo. In più ho potuto conoscere delle persone con una cultura meravigliosamente diversa e quindi anche dal punto di vista personale e umano, mi ha arricchito molto.

Tra l’altro con questa casa editrice qua ho potuto conoscere Laura Zuccheri che è una delle più grandi disegnatrici che esistono per me. Lei mi ha seguito nel primo periodo, appunto, in cui lavoravo per la BullsEyes Press.

Diciamo che grazie a Yagyaa, io mi sono innamorata dei supereroi, perché la protagonista è una supereroina. È un po’ la Wonder Woman indiana, che utilizza anche alcuni dei costumi e dei poteri degli dei indiani e mi ha praticamente aiutata a capire quello che io volevo fare. Finita la scuola sapevo che volevo fare fumetto, però non sapevo ancora che cosa.

Ero affascinata dalla lettura francese e sono sempre stata appassionata di storia, quindi quando sono uscita dalla scuola volevo lavorare in Francia, e presso le case editrici che si occupavano di questo.
E invece poi ho scoperto che mi piace quando le donne tirano i cazzotti a dei grossi mostri!

giada belviso

Rapportarti con una cultura molto diversa da quella italiana come quella indiana, è stato complicato oppure ti è venuto abbastanza naturale, grazie anche all’aiuto magari degli autori con cui hai collaborato?

Allora, all’inizio, essendo appunto alle prime armi, un pochino ho dovuto ‘entrare in rodaggio’. Essendo, poi, una cultura differente, non potevo usare le mie ‘reference’ occidentali, come ad esempio le macchine, i vestiti, il taglio di capelli, il modo in cui la gente mette un cappello, si trucca, ecc..

Nella cultura indiana tutto ciò è completamente differente. Quindi si deve capire cosa serve nel disegno per raccontarla al meglio e creare un po’ di quella ‘finzione di vita vissuta’.

Essendo dall’altra parte del mondo, non è stato di certo facile, ma molto interessante. Spesso lo sceneggiatore e l’editore mi mandavano delle foto di Dubai con le reference da inserire, anche con delle videochiamate vere e proprie dove mi venivano mostrate.

Ricordo, ad esempio, durante uno di questi confronti, che una volta era entrato in città, un animale selvatico, che credo fosse, non voglio dire una cavolata, una pantera. Mi sono detta ”Va bene! io sotto casa ho i gatti, loro hanno le pantere.. Grande!”

È stato divertente. [ride n.d.r.]

Yagyaa Combo Issue 1-5 English – Bullseye Press

È bello avere avuto un contatto con una cultura diversa, e forse proprio questo tuo aver iniziato ‘dall’altra parte del mondo’, ti ha aperto anche a livello professionale a nuove idee e nuovi stimoli..

Assolutamente, infatti, posso dire che è stato illuminante perché ti rendi conto di quanto il fumetto e l’arte uniscano le persone indipendentemente da genere, religione, orientamento. Il fumetto unisce, è proprio il bello dell’arte.

Puoi creare una storia bella, avvincente, ricca di significato anche con persone che vivono dall’altra parte del mondo, che non hai mai visto e che hanno una cultura nettamente diversa dalla tua. E si riesce sempre a trovare un filo conduttore che ci accomuna.

Hai lavorato anche su Samuel Stern. Guardando sui tuoi social, è una testata a cui sei rimasta comunque legata in qualche modo anche se la tua esperienza è stata breve. Mi pare di capire che ti piace disegnare i mostri, non è vero?

Allora, i mostri sono parte integrante della mia vita, perché è un po’ il modo che io ho per interfacciarmi col mondo. Secondo me è necessario ‘mostrare i mostri’, scusate il gioco di parole, per poterli poi affrontare. Quindi dare una sorta di forma aiuta a creare quello che per te è l’avversario.

Poi penso che sia anche graficamente bello poter sperimentare, dare più spazio alla fantasia. Samuel Stern mi ha dato modo di affrontare questo momento, nonostante mi sia ritrovata di colpo, da un mondo a un altro.

Samuel Stern 43 – Nero - Bugs Comics

Sono passata da un mondo di colori super pop dell’India con questa donna super forte che va a combattere i mostri a un mondo scuro e cupo.
E quindi è stato proprio come per Alice nel paese delle meraviglie, entrare nella Tana del Bianconiglio e venire completamente risucchiata in un altro mondo, ma al contrario.

Samuel Stern 43 – Nero - Bugs Comics

Quindi ho dovuto rimettermi in gioco e ricominciare di nuovo da zero perché è un altro linguaggio, ci sono altri focus. Se prima il focus era mostrare la forza, adesso è mostrare il disagio, il marcio dell’essere umano. Quindi anche i colori e il nero assumono un altro tipo di impatto e di importanza sulla pagina.

Samuel Stern 43 – Nero - Bugs Comics

Tra l’altro il numero che ho disegnato si intitola proprio ‘Nero’ [Samuel Stern n. #43, n.d.r.] e questa è stata davvero una bellissima casualità, perché passare da un mondo di colori a un mondo nero, mi ha dato ulteriormente la conferma di dove volevo andare a finire.

Una volta finito Samuel mi sono detta “Bello, mi è piaciuto il Rosso di Edimburgo, ma torniamo a fare i fumetti con i supereroi.

Insomma hai assaporato i due estremi, e hai trovato la tua strada a metà. Dopo, quindi sei entrata alla Marvel?

No, prima ho lavorato alla Zenescope [casa editrice statunitense n.d.r.] e anche lì mi sono dedicata alle supereroine. Tra l’altro solo donne ed è stato proprio un ‘girl-power’ all’ennesima potenza dove mi sono divertita davvero un sacco.

comics #zenescope #robynhoodzenescope #robynhood #art #comicsart | Giada Belviso

Fino ad ora, mi pare di capire, che le supereroine sono un po’ un segno distintivo nella tua carriera…

Sì, ma anche perché, insomma, da rappresentante dei genere mi sento di voler continuare su questa linea. E poi penso sia anche un bel messaggio per le giovani leve che non hanno più bisogno di vedere una donna succube, che deve essere salvata.

È bello avere delle eroine che dicono “io mi salvo da sola, salvo te e salvo pure gli altri!”.

Arriviamo al piatto forte: nel gennaio 2024 approdi alla Marvel. Quali sono stati i progetti a cui hai preso parte prima di… occuparti di una certa eroina artigliata mutante?

Una a caso, insomma. Chi sarà mai? [Ride. Ovviamente si tratta di Laura Kinney: Wolverine! n.d.r.]

Allora, diciamo che io ho iniziato davvero da pochissimo, perché ho firmato il contratto con la Marvel nel dicembre 2023. Quindi è stato tutto super rapido! Dopo il colloquio con C.B. Cebulski, fatto a Lucca Comics a novembre 2023, mai nella vita mi sarei immaginata, che dopo un mese sarebbe arrivata la mail dalla Marvel.

Ho pensato “Ma siete sicuri? Cioè, c’è ovviamente un errore! Mi state scambiando con un’altra ragazza di capelli blu![ride n.d.r.]. E invece era tutto vero e bellissimo.

Ho iniziato su Women of Marvel, giusto per rimarcare questo processo che continuo a portarmi dietro, e ho lavorato con un team eccezionale.

Black Widow in Women of Marvel vol 5 #1 | Art by Giada Belviso & Giada Marchisio

Dal momento in cui sono entrata in Marvel mi sono sentita subito a casa. Ho lavorato su Black Widow, personaggio che mi è sempre piaciuto in quanto donna tosta, indipendente e super dinamica, sulla sceneggiatura di Erica Schultz e i colori di Giada Marchisio. Quindi voglio dire… non potevo essere più felice di così.

Dopo quello ho lavorato come ‘fill-in artist’ per Jackpot & Black Cat.

Anche lì due super-donne, tra l’altro…

Esatto. Sempre ‘femmes fatales’, quindi anche per quello molto interessante. Insomma ogni nuovo progetto è sempre più bello di quello precedente, quindi diciamo che sono entusiasta da un anno e mezzo e spero che continui così. Mi verrà un infarto, però va bene. [ride n.d.r.]

giada belviso Archives - Page 2 of 2 - Graphic Policy

Dopo quello ho avuto Blood Hunters con Satana, e successivamente Miss Marvel.

Ecco, lavorare su Miss Marvel è stato bello perché ho vissuto attraverso di lei l’adolescenza che non ho potuto vivere, perché Kamala è esattamente quella persona super gioviale, super entusiasta, che ha questo gruppo di amici che va sempre a far ‘casotti’, e che è mancata nella mia vita. Quindi, aver avuto modo di disegnarla è come se avessi vissuto in maniera, diciamo, passiva quel momento lì. E’ stato divertente.

Blood Hunters (2024) #4 | Comic Issues | Marvel

Poi, una volta finito quello, era maggio 2024 e mi arriva un’e-mail da Mark Basso, l’editor che si occupa di Wolverine, che mi scrive “ma, non è che ti andrebbe di disegnare la serie di Laura Kinney?

Allora…la domanda era retorica… era ovvio che gli avrei detto di sì! Lacrime su lacrime, ho fatto vedere l’email a un’altra persona per verificare che non fosse spam e che nessuno mi stesse prendendo in giro, ed era tutto vero!

Quindi questo è stato il bellissimo percorso, che mi ha portata a disegnare Laura, che è un personaggio a cui mi sono proprio affezionata a livello viscerale.

Ce ne siamo accorti dalla foto profilo di Instagram…

Giada Belviso - FUMETTISTA della Scuola Internazionale di Comics | Academy of Visual Arts

Guarda.. molti mi dicono che sto iniziando a vestirmi come Laura, a muovermi come lei, che sono diventata una ‘cagacazzo’ come lei… mi va benissimo! che problema c’è? [ride n.d.r.]. Sto aspettando solo che mi spuntino gli artigli, anche se in quel caso… ci vorrà il porto d’armi!

Nella serie, ancora inedita in Italia ma di prossima uscita [quando è stata realizzata l’intervista mancava una settimana all’esordio in Italia della serie di Laura Kinney: Wolverine avvenuto sulla testata Wolverine #4 n.d.r.], vediamo Laura indossare un costume apparentemente più classico e diverso rispetto a quello con cui appare sull’altra serie mutante, NYX. È stata una tua scelta e hai avuto via libera nel restyling del personaggio?

Quel tipo di costume in realtà già esiste. È è un po’ più classico e molto simile a quello giallo che indossa Logan.

In questo contesto Laura fa parte degli X-Men, e quindi ha dovuto mantenere una sorta di coerenza con il gruppo. Quando faceva parte di X-Force era in una zona ancora un po’ grigia, molto indipendente dal concetto di team.

Adesso invece, dopo Krakoa, lei sa qual è il suo nuovo obiettivo.

Prima non sapeva ancora darsi una definizione e un’identità; era tra X-23 e Laura Kinney. La sua identità era ancora molto… grezza. Adesso invece lei sa chi vuole essere: Wolverine, non più X-23. E infatti il titolo della serie è Laura Kinney: Wolverine. Quindi il bello di questa serie è che lei si sta scoprendo all’interno della sua vita e prende coscienza del fatto che sceglie chi vuole essere, a differenza del ruolo che le hanno dato e che le hanno costruito addosso.

Ovvio che è anche una Wolverine, quindi il lato animalesco esce a volte, ma c’è anche tutta la parte di introspezione, di ricerca di sé.

Infatti con la mia sceneggiatrice, Erica [Schultz n.d.r.], parliamo spesso di questa cosa e lei l’ha voluta creare proprio come un movimento femminista.

Infatti la mia prossima domanda riguarda il rapporto lavorativo con Erica Schultz, con cui costituite un team creativo tutto al femminile. Come ti trovi a lavorare con lei? Mi sembra di capire ci sia un’ottima intesa tra di voi.

Sì, lei è tipo la mia ‘sorella oltreoceano’. È davvero una persona spettacolare.

Mi dicono sempre, “quando parli di lei ti si illumina il viso“, ma perché è una persona di grande talento, estremamente empatica, intelligente, versatile. Con lei è proprio piacevole parlare, sia lavorativamente, ma anche personalmente.

Erica Schultz - PHILLIPSBURG COMIC-CON

C’è sempre dialogo anche quando, magari, discutiamo. La discussione non è mai aggressiva, ma finalizzata a trovare di comune accordo una soluzione ottimale per quello che è il nostro obiettivo. Quindi questo crea un ottimo team.

Ed è bello, perché non mi sento su un’altra strada rispetto a lei, sento che proprio stiamo percorrendo un percorso insieme.
Infatti ogni volta che mi arriva una sua sceneggiatura, io sento che ‘quella cosa lì’ ce l’ho già nella pelle. Non so spiegarlo.

Il modo in cui lei mi dice come Laura si dovrebbe muovere o dovrebbe agire è il modo in cui io l’avrei fatta agire e muovere. Spero che nelle tavole si veda e si percepisca questa sinergia che abbiamo io e lei.

Giada Belviso (@GiadaBelvi_art) / X

Tornando al fatto che sino ad ora hai avuto la possibilità di esprimerti principalmente su progetti con protagoniste femminili, anche per il tuo tratto che personalmente ritengo esprima al contempo grinta e femminilità, che si sposa molto bene con le eroine della Casa delle Idee, c’è qualche altro grande personaggio oltre a Laura Kinney/Wolverine su cui vorresti dare la tua personale versione? Non per forza facente parte dell’universo Marvel..

Mi piacerebbe tantissimo Scarlet Witch, sia per il concetto di forza che per il suo passato. Adoro i personaggi che hanno sempre una parte tormentata.

Mi piacerebbe disegnare Rogue, per il fatto che anche lei è una donna forte e perché mi sento affine. Sento che così il mio lavoro ha un significato; cioè, non disegno unicamente perché mi piace, ma perché sto portando un messaggio, non solo a me, ma anche alle altre persone.

Vado un momento fuori tema; spesso vedo nelle fiere delle ragazze cosplayers che tendono a vestirsi da supereroi maschili.

Giada Belviso - FUMETTISTA della Scuola Internazionale di Comics | Academy of Visual Arts

Ecco vorrei che anche gli uomini si vestissero da personaggi dei fumetti femminili perché sono esattamente belli tanto quanto quelli maschili. Quello che voglio dire è, quindi, che in questo modo si porterebbe avanti un ideale, un’intenzione che è al di là di quello che uno fisicamente è, ma più che altro quello che uno rappresenta.

Motivo per cui è anche bello avere una Wolverine che ha un costume che è sia da Logan, ma anche da Laura. Questo è bellissimo, perché, nel caso del cosplay, non si sa effettivamente quale dei due Wolverine sia.

Questo probabilmente è anche grazie al fatto che, rispetto a 40 anni fa, dove appunto le artiste femminili nel mercato dei comics erano molto poche (Louise Simonson, Annie Nocenti e poche altre) adesso, invece, c’è una grandissima presenza di quote rosa, ed è bellissimo perché le autrici femminili sono altrettanto brave, fanno delle bellissime storie e lavorano molto bene sui personaggi.

Il concetto di base è che prima siamo persone. È sempre quello. Ma è anche un po’ quello che dicono sempre i mutanti. Al di là di come sono e di come mi mostro al mondo, prima di tutto sono io.

Poi appartengo a un genere, appartengo a una determinata forma, ho delle particolarità, ma prima di tutto sono una persona con idee e pensieri. Abbiamo tutti le nostre diversità, ma dobbiamo essere trattati in maniera pari e avere eguale importanza nella società.

Spulciando sempre sui tuoi profili social, ho visto qualche tavola dove vengono anticipati dei team-up con altri personaggi Marvel, ad esempio Elektra in versione Daredevil con cui pare non avrà un incontro amichevole, e il Soldato d’Inverno, Bucky Barnes. Ci puoi dare qualche anticipazione di chi vedremo nella serie di Laura Kinney: Wolverine?

Allora in un’altra intervista mi fecero una domanda simile a quella che mi hai fatto subito prima: “chi vorresti disegnare e su chi vorresti lavorare?”, io risposi subito, Elektra.
Quando, ovviamente, mi dissero che l’avrei disegnata, ero felicissima. Elektra è come una ‘sorellona’ per Laura.

giada belviso Archives - Graphic Policy

Consideriamo che Laura è una ventenne, quindi una testa calda che ha ancora molto su cui lavorare soprattutto alla scoperta di sé stessa.

Avere una guida come Elektra, che ha già affrontato un percorso simile, l’aiuta. Ma è ovvio che ci sia anche uno scontro generazionale, perché ognuno ha il suo background.

Il bello è che si creerà una sorta di complicità anche se ognuna è fatta a modo proprio, dove le due eroine collaboreranno e accetteranno le reciproche differenze per creare qualcosa che funzioni, e che è la base del loro rapporto. Quello mi è piaciuto molto.

Bucky, invece è un po’ l’amico, un po’ il fratellone, un po’ il padre. Ha un ruolo molto ambivalente in questo tipo di storia.

Però ci sarà un momento in cui uscirà in maniera esplicita il concetto di giustizia secondo Laura che Bucky non condividerà appieno. Ma non posso dire di più! E’ un momento bellissimo e dovrete leggerlo!

Giada Belviso (@GiadaBelvi_art) / X

Invece finiamo parlando di progetti nel futuro di Giada: abbiamo solo Laura Kinney: Wolverine o c’è dell’altro in arrivo in questo 2025?

Su questo devo chiudere le serrande! Chiuso! Non posso dire niente altrimenti arriva la Mafia Marvel e mi dice “hai parlato?” [ride n.d.r.]

Benissimo, allora grazie mille a Giada Belviso per questa intervista dove si è raccontata a tutto tondo e in bocca al lupo per il tuo futuro!

Grazie, alla prossima e viva il lupo!

(Giada Belviso durante l'intervista per MegaNerd al Torino Comics)
(Giada Belviso durante l’intervista per MegaNerd al Torino Comics)

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Doc. G

Il mio nome e' Doc. G , torinese di 36 anni lettore compulsivo di fumetti di quasi ogni genere (manga, italiano, comics) ma che ha una passione irrefrenabile per Spider-Man! Chi è il miglior Spider-Man per me? Chiunque ne indossi il costume.

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