Intervista a Da Hosoi: ecco Diablomachia e la sua titanica guerra tra diavoli

Abbiamo avuto l'opportunità di intervistare il giovane mangaka italiano Daniele Magrì, in arte Da Hosoi autore di Diablomachia opera edita da Star Comics. Ecco cosa ha detto ai microfoni di MegaNerd!

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copertina intervista da hosoi

Daniele, ops… Da Hosoi è un autore veramente sorprendente! Quando si è presentato ai nostri microfoni ha dimostrato sin da subito sicurezza e entusiasmo su quella che è stata la sua formazione come mangaka e idee molto chiare su quelli che sono i suoi progetti.

La semplicità e la passione con cui parla del suo lavoro è, probabilmente, uno dei segreti del successo del suo Diablomachia, opera interessantissima che sta realizzando e attualmente pubblicata per Star Comics, che ringraziamo per averci permesso di incontrare il talentuoso autore!

Ecco, quindi, che cosa ci ha raccontato Da Hosoi nell’intervista che ci ha gentilmente concesso allo Star Shop di Torino qualche tempo fa!


diablomachia da hosoi

Popolo di MegaNerd, ci troviamo nella fumetteria Star Shop di Torino, questa volta con Daniele, in arte Da Hosoi. Grazie per essere qui con noi. Come è nato questo pseudonimo? Molti, quando si approcciano a Diablomachia, pensano di trovarsi davanti un autore orientale e rimangono davvero sorpresi quando vedono che si tratta di un artista italiano. Lo hai scelto tu o è il soprannome che ti ha dato qualcuno?

Si tratta di un soprannome vecchissimo, che risale ai tempi del liceo artistico ed è uno stupidissimo gioco di parole. Hosoi significa “magro” in giapponese e il mio cognome è Magrì, e al liceo mi chiamavano “il magro”. Il “Da” ricorda il mio nome. E da lì mi è rimasto, mi ci sono affezionato e ho deciso di mantenerlo.

Il titolo Diablomachia ha già al suo interno quello che sembra il fine ultimo dell’opera, una battaglia tra diavoli, ma questo è sempre stato il titolo del manga o ne hai vagliati diversi?

Di solito ci metto tantissimo a decidere il titolo di un’opera, qui è arrivato in maniera molto naturale perché sono un grande appassionato di mitologia greca. Di conseguenza ho un po’ immaginato la Titanomachia e ho provato a raccontare una guerra, immaginandomela tra diavoli invece che tra titani e divinità. “Diablomachia” mi sembrava suonasse bene e all’editor è piaciuto. E se piace a lui siamo contenti (risata n.d.r.).

diablomachia 1 star comics
Il protagonista, Neve, ha un nome che fa subito venire in mente qualcosa di candido e puro. È stato scelto proprio per contrapporsi ai diavoli malvagi?

In realtà è stato scelto più perché essendo Diablomachia una produzione francese, volevamo che il nome del protagonista suonasse ai lettori come un nome straniero. Non volevamo andare su qualcosa di inglese perché sono estremamente utilizzati e allora siamo rimasti sull’italiano.

Neve effettivamente non è un nome, è qualcosa che rimanda al candore, richiama un po’ all’innocenza del personaggio. Neve cresce all’interno di un bunker sostanzialmente, isolato dal mondo, e questa cosa lo ha aiutato un pochino a preservare la sua innocenza. I problemi arrivano quando quest’ultima diventa un ostacolo nel suo processo di crescita. Comunque sì, per rispondere alla domanda, il suo nome nasce un po’ da quello.

A cosa ti sei ispirato per il design dei diavoli?

In realtà mi sono ispirato molto alle opere di Akira Toriyama, di cui io sono un grande fan. Insomma, chi non lo è. La sua influenza si vede tanto. Io me la sento tanto. L’origine dei diavoli prende piede da lì.

Visuels manga Diablomachia (Diablomachia_visual_1) - Manga news

Quanto sono stati importanti i workshop che hai seguito con maestri come Tetsuo Hara (Ken il guerriero) e Tsukasa Hojo (City Hunter, Occhi di Gatto) per lo sviluppo delle tue capacità e del tuo immaginario?

Tantissimo. I workshop sono stati un’enorme opportunità di crescita e di consapevolezza. Tante volte si disegna e si mettono in pratica tecniche di narrazione che abbiamo acquisito leggendo manga, e lì abbiamo avuto davvero la possibilità di comprenderle e di imparare a giocarci. Quella è stata una esperienza enorme, che rifarei domani anche ripartendo da capo, perché è una esperienza davvero arricchente.

Hai fatto questi workshop online o sei andato in Giappone?

Sì, sono andato in Giappone.

Come è stata l’esperienza in Giappone per la tua carriera? Hai assimilato magari delle informazioni in più stando proprio dove è nata la cultura manga che poi ti hanno aiutato a sviluppare le tue opere?

Tantissimo. Anche solo stare a contatto con loro, abbiamo avuto la possibilità di visitare la casa editrice che ha pubblicato Ken il Guerriero, City Hunter, Arte che è un altro fumetto splendido. E soltanto vedere le dinamiche editoriali da vicino è veramente un qualcosa di prezioso che mi porto dentro. Consiglio a chiunque abbia la possibilità, di fare un’esperienza simile.

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È stata una tua scelta quella di utilizzare le onomatopee alla occidentale o dell’editor? C’è una volontà di comunicare subito al lettore che quello che ha davanti è un manga europeo?

Io ho un debole per le onomatopee giapponesi, perché mi piace molto la loro estetica. All’inizio avrei tanto voluto inserire le onomatopee giapponesi, ma l’editore ha fatto una scelta diversa, forse per dare appunto l’idea al lettore di avere sì in mano un manga ma diverso. Tanti me lo hanno detto che quando lo sfogliano e vedono le onomatopee, capiscono che si differenzia dal resto e rende chiaro che si tratta di un prodotto europeo. Sicuramente di origine manga come narrazione, ma che si differenzia in qualche cosa.

Oltre alle ispirazioni giapponesi, Akira Toriyama in testa, ci sono stati artisti italiani che hanno lasciato il segno nella tua crescita?

Per non fare dispetto a nessuno, nomino solo un’opera che ha avuto un effetto enorme su di me: Dylan Dog. Ho avuto un periodo della mia vita in cui lo leggevo tantissimo, è un fumetto straordinario. Sicuramente quelle atmosfere dark io me le porto dentro e mi piacciono tantissimo.

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Ti piace lavorare su carta o lavori esclusivamente in digitale?

Questa è una domanda difficilissima. Io ho un debole per la carta e ce lo avrò sempre, ma per ragioni di tempistiche e altre sono passato un po’ al digitale, ma è stata una sofferenza; un po’ perché sono una capra con tutto ciò che è digitale , praticamente sono un dinosauro quando devo usare il digitale (risata n.d.r.). Però niente è come la sensazione del pennino sulla carta, l’odore dell’inchiostro sono impossibili da replicare col digitale. Sono team carta.

Ci puoi dare un’anticipazione su quello che accadrà a Neve?

Senza spoilerare troppo… Neve è un ragazzo che deve trovare il suo equilibrio, il suo posto nel mondo, e io ho un debole per i lieto fine. Non ci sarà quindi (risata n.d.r.). Scherzo, sicuramente Neve riuscirà a trovare il suo posto nel mondo, ma dovrà affrontare tantissimi problemi. Questo posso dirlo.

Grazie mille a Da Hosoi di essere stato con noi e alla prossima!

Grazie a voi. A presto!


Da Hosoi

Daniele Magrì, in arte Da Hosoi, è nato a Milano nel 1985. Ha sempre avuto una grande passione per la narrazione, per la cultura giapponese e per i manga. Nel 2017 ha partecipato al concorso internazionale Silent Manga Audition, organizzato dalla casa editrice giapponese Coamix, piazzandosi al terzo posto. Ha partecipato al festival internazionale del manga di Kumamoto e, nel 2018, è entrato nel programma “masterclass” della Coamix, insieme ad altri autori provenienti da tutto il mondo.

Ha partecipato a workshop in Giappone tenuti da autori professionisti come Tetsuo Hara (Ken il guerriero), Tsukasa Hōjō (City Hunter, Occhi di gatto) e Nobuhiko Horie (ex caporedattore Shonen Jump). Dal 2022 pubblica il manga Diablomachia, pubblicato dalla casa editrice francese Glenat Manga e arrivato in Italia nel 2024 per Star Comics.

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Otaku orgogliosa da sempre, lettrice onnivora e divoratrice di anime. Incontrare Junji Ito e Inio Asano è il suo sogno. Spera un giorno di fare una JoJo pose con Araki sensei.
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