Maccio Capatonda si racconta all’UmbriaCON 2024

Durante l’UmbriaCON abbiamo assistito alla scoppiettante Masterclass di e con Maccio Capatonda. Tra risate e riflessioni ecco cosa ha raccontato sul palco

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È il trailer del film Il Miglior dei Mondi a introdurre sul palco dell’UmbriaCON Marcello Macchia, alias Maccio Capatonda, davanti a una folla di fan, tanti fedelissimi che lo seguono sin dagli esordi e molti altri più recenti, alcuni recentissimi (i bambini lo adorano). C’è chi conosce a memoria i gloriosi trailer che andavano in onda durante Mai Dire…, chi ricorda la serie Mario e i giovanissimi che lo hanno conosciuto grazie al popolare format LOL.

Maccio Capatonda è uno degli autori più istrionici del nostro Paese che da ben vent’anni vince e convince grazie alla sua ironia pungente e mai banale, alla sua capacità di sperimentare e reinventarsi sempre. Un autore che lavora per far ridere di testa e di pancia e che tuttavia desiderava far carriera con l’horror.

Io nasco come filmmaker, ho iniziato da piccolo con i primi video coinvolgendo amici e famiglia. La comicità è arrivata con il tempo, io volevo fare film horror e li volevo fare a Chieti. Giravo filmetti che poi facevo vedere agli amici, il mio obiettivo era terrorizzarli, loro invece ridevano ed è così che ho cominciato a capire che far ridere era la mia strada.

– Maccio, che significa essere e fare l’autore oggi? Cosa è cambiato rispetto a quando hai iniziato la tua carriera?

Essere autore oggi come allora significa avere una propria voce, riuscire ad esprimere delle idee. Io forse ancora ne ho ma in un mondo così pieno di input non è facile capire chi si è veramente. Forse quello che è cambiato è la capacità di capire cosa si vuole.

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– Tu sei un autore che ha sperimentato tante forme di espressione, ti manca il teatro

Il teatro non l’ho mai fatto ma voglio assolutamente sperimentare questa forma di linguaggio, mi sono sempre protetto da un certo tipo di rapporto con il pubblico. Quando le persone non ridono è un insuccesso, grazie allo schermo tu hai la possibilità di scrivere qualcosa e darglielo in pasto senza vedere la loro reazione.

– A proposito di grande pubblico, quest’ultimo ti ha conosciuto tramite i trailer.

I trailer hanno rappresentato un po’ l’inizio di un’avventura, mi permettevano di raccontare una storia di qualsiasi tipo, sperimentare un certo linguaggio comico e di prendere in giro il tipo di comunicazione dei trailer stessi.

– Con i trailer tornerai presto a collaborare con la Gialappa’s Band?

Ad aprile i miei trailer torneranno nello show della Gialappa’s Band.

– Quanti personaggi hai inventato in questi anni?

A caso direi 46. Non lo so, ci sono i principali come Padre Maronno, Mariottide, Jerry Polemica e poi tanti minori. Ho fatto talmente tanti video che è difficile ricordarli ed elencarli tutti.

– Quanto tempo ci vuole per creare un personaggio?

Per quanto mi riguarda, di solito nasce un po’ tutto dal cazzeggio con gli amici, mentre scherzi situazioni e personaggi nascono dal nulla oppure da momenti in cui sono da solo. Io sono uno che parla spesso da solo, ho ripreso quest’abitudine da mia nonna che parlava da sola anche quand’era in compagnia. Spesso non sai neanche perché i personaggi nascono e poi a poco a poco li strutturi. Per esempio Padre Maronno, prima è nata l’idea di un prete corrotto, ognuno di noi può diventare prete, mi piaceva l’idea di fare una parodia sulla religione, anche perché le fiction di quegli anni si occupavano soprattutto di questi argomenti, quante ne hanno fatte su Padre Pio? Il modo di parlare l’ho preso un po’ da mio padre quando si incazza con mia madre. C’è tanto Abruzzo nei miei personaggi, Mariottide è proprio mia nonna abruzzese che parlava da sola e si  lamentava molto. Una delle battute di mia nonna ricorrenti era: “ho sposato un sordo”, questo perché mio nonno aveva perso l’udito da un orecchio durante la guerra. I personaggi nascono da commistioni di cose, penso a tutto il neomelodico napoletano dentro Mariottide che racchiude un po’ la tristezza mondiale in una persona sola.

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La storia de L’uomo che non reggeva l’alcol è nata una sera a cena con degli amici. Entriamo nel locale e il gestore ci viene incontro con una brocca piena e me la lascia ma ancora non avevamo il tavolo. La brocca era pesante e io dissi, ragazzi non reggo l’alcol.

– C’è un personaggio al quale ti senti più legato?

Sì, Mariottide. Mariottide è molto tenero, è il perdente per antonomasia, c’è anche Fantozzi dentro. Non ha nulla da perdere, quando tocca il fondo scava ancora come se non ci fosse mai fine. Mariottide e suo figlio adottivo Fernandello.

– È possibile fare l’autore oggi? Che consigli potremo dare a coloro che iniziano adesso?

Io non mi sento tanto di dare consigli, però posso dire che dovete schiumare sangue sotto i libri, schiumare le penne, scrivere talmente tanto finché qualcosa di buono esce fuori

Io ho avuto una carriera determinata da una forte passione, i miei genitori mi hanno sempre scoraggiato per bene. Una delle cose che mi chiedo, se avessi avuto 16-17 anni  in questo periodo avrei aperto il mio canale YouTube, avrei pensato che è fattibile. Dal 2002-2003 ho iniziato a montare video in digitale. Adesso possono farlo tutti, adesso credere nelle possibilità autoriali è più facile anzi, la sensazione è che oggi tutti ce la possono fare. Si vedono tante persone che di punto in bianco raggiungono il successo, vuol dire che rispetto a prima forse non serve una forte determinazione, una forte passione in quanto i mezzi sono più accessibili rispetto a prima.

– Quali sono i tuoi modelli di riferimento?

Verdone, Troisi, Benigni, Nuti e Guzzanti

– Fantastica la tua battuta sul set di LOL quando ti trovasti di fronte a Corrado Guzzanti: “sono il tuo mito”.

Pensa che “sono il tuo mito” non è una mia battuta originale, un mio fan per l’emozione invece di dirmi sei il mio mito disse sono il tuo mito!

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– Parliamo dei Social Network

Io dei social ne faccio un uso prettamente lavorativo. Se reputiamo YouTube un social, ho creato lì involontariamente la mia carriera. Anche se io ho iniziato in TV con la Gialappa’s Band nel 2004 dentro Mai dire goal, i video dopo la messa in onda acquisivano una vita propria perché continuavano a girare in rete. Non ho mai usato i social almeno fino al 2020 come trampolino di lancio di una mia opera, anche perché non avevo legalmente i diritti per farlo. Negli ultimi anno sto usando i social più da creator, li utilizzo come canale editoriale. I social sono sicuramente fantastici per tanti motivi, però lo scambio di input, essendo continuo, è il motivo per cui la gente non fa che stare lì.

–  Ultima domanda, a un certo punto hai deciso di scrivere un libro, perché?

Io ho sempre scritto cazzate, poi un giorno è arrivata Mondadori e mi ha detto tu devi scrivere un libro. Vabbè ho pensato, parlo della mia vita in modo comico. Scrivere mi ha dato un po’ di libertà anche sul budget. Puoi scrivere parole costose tipo elicottero, champagne. Mi sono sentito libero di poter andare dove volevo con la fantasia.

UmbriaCON 2024 è una nuova manifestazione che si è tenuta sabato 20 e domenica 21 gennaio 2024 a Bastia Umbra (PG) presso i padiglioni del centro Umbria Fiere di Bastia Umbra. La manifestazione ha ospitato tra gli altri, oltre Maccio Capatonda, Kevin Eastman, Sio, Ciruelo, David Lloyd, Donald Soffritti, Davide Romanini, Paolo Barbieri, Cristina D’Avena e Giorgio Vanni.


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Sig.ra Moroboshi

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Contro il logorio della vita moderna, si difende leggendo una quantità esagerata di fumetti. Non adora altro Dio all'infuori di Tezuka. Cerca disperatamente da anni di rianimare il suo tamagotchi senza successo. Crede ancora che prima o poi, leggerà la fine di Berserk.

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