Yakuza 0 – La nascita della tigre e del dragone

Yakuza 0 ci racconta le origini dei due leggendari protagonisti della saga nata dalla mente dell’eccentrico Toshihiro Nagoshi. Una storia di amicizia, d’amore e soprattutto di formazione. Un gangster movie videoludico che ci ha mostrato un lato del Giappone che non avremmo mai pensato così oscuro

speciale yakuza zero

Tra le innumerevoli saghe videoludiche che sono giunte nel nostro paese dalla terra del Sol Levante, quella di Yakuza (Ryū ga Gotoku) è sicuramente una di quelle che ha riscontrato, nel corso della sua pubblicazione, alterne fortune. O almeno inizialmente. Lo scoglio di una struttura di gioco sempre uguale a se stessa, che ci immerge in un mondo altro e per certi versi distante, oltre alla totale localizzazione in lingua inglese, per molti anni sono stati un’ostacolo insormontabile per molti dei gamers italiani. Tuttavia, la recente uscita del settimo capitolo, arrivato oltre che (finalmente) tradotto in italiano anche sulla console ammiraglia di Microsoft, ha riacceso la fiamma anche nel nostro bel paese per il titolo SEGA.

E se c’è un capitolo che maggiormente potrebbe farci entrare prepotentemente in questo universo chiuso ma meraviglioso, questo è sicuramente il capitolo 0. Prequel della saga principale, ci presenta l’origine dei personaggi che ci hanno accompagnato fin dal debutto del Drago di Dojima nel lontano 2005, e splendido regalo che il folle Toshihiro Nagoshi, creatore della serie, ci ha fatto per il decimo anniversario del brand. E allora iniziamo il nostro racconto dal 1998, anno in cui le leggende di Kazuma Kiryu e Majima Goro hanno iniziato a brillare. Per diventare da piccole carpe, immensi draghi.

Kamurocho, Tokyo, 1998

La storia di Yakuza si apre a Kamurocho, distretto a luci rosse di Tokyo (ispirato al vero quartiere di Kabukicho), nel 1998, nel pieno della bolla speculativa che sta investendo il Giappone. L’appena ventenne Kazuma Kiryu è un membro di basso rango della Yakuza, appartenente alla famiglia Dojima, una dei pilastri del Tojo Clan, una delle più grandi alleanze malavitose dell’intero Giappone. Il giorno dopo la riscossione di un debito di un salaryman della città, Kiryu e il suo amico d’infanzia Akira Nishikiyama, anch’esso Yakuza della famiglia Dojima, scoprono dal notiziario che quel salaryman è stato ucciso, e che la polizia sospetta proprio di Kiryu.

In realtà, l’omicidio è stato orchestrato dai tre luogotenenti della famiglia: Daisaku Kuze, Hiroki Awano e Keiji Shibusawa. Questi vogliono acquistare il lotto di terra dove è stato commesso l’omicidio per rivenderlo al patriarca Dojima e prendere il posto di capitano di Shintaro Kazama, padre adottivo di Kiryu, attualmente in prigione. Kiryu dovrà riuscire a scagionarsi dalle accuse, epurare la famiglia Dojima da chi vuole tradirla dall’interno e contemporaneamente scoprire il mistero di quel piccolo lotto di terra.

Yakuza 0

Sotembori, Osaka, 1998

Contemporaneamente, ma in un altro luogo, facciamo la conoscenza di Goro Majima. Ex membro della famiglia Shimano, è stato espulso per non essere riuscito a completare un incarico, oltre ad essere stato torturato e privato dell’occhio sinistro. Come punizione, è costretto a gestire il Grand, locale a luci rosse tramite il quale dovrà risarcire il proprio patriarca. La sua situazione di prigionia dorata sembra però cambiare quando gli verrà affidato l’incarico di eliminare Makoto Makimura. Quando Goro scoprirà che si tratta di una ragazza cieca, deciderà di non eliminarla ma al contrario di proteggerla, mettendosi contro l’intera Yakuza. Le sue disavventure durante il salvataggio di Makoto lo porteranno ad intrecciarsi con Kiryu ed il mistero del lotto di Kamurocho, fondamentale nei piani della Yakuza per il controllo dell’intera Tokyo.

La tigre e il dragone

Goro e Kiryu sono due antieroi decisamente atipici. Entrambi formalmente Yakuza, ma con la ferrea volontà di mantenere un proprio senso di giustizia anche all’interno di una vita criminale. Loro non uccidono, e molto spesso si trovano a disobbedire agli ordini pur di non superare mai questa soglia. Alla fine di Yakuza 0, questi due amici/nemici che finiranno per scontrarsi per tutto il resto della serie, ce lo dicono apertamente.

Kiryu deciderà di tornare ad essere un membro della famiglia Dojima, ma dichiarerà di voler seguire la propria strada, diversa addirittura da quella del proprio mentore e padre Kazama. Goro, invece, afferma di aver visto troppa gente morire seguendo la cosa giusta da fare, e sceglierà una vita di follia ma che sarà sempre e solo la sua. Yakuza 0 inserisce nella storyline principale dei tasselli importantissimi, senza dei quali non riusciremo a comprendere appieno l’evoluzione dei due nel corso dei capitoli successivi.

Il drago di Dojima

Il Kiryu che vediamo in Yakuza 0 è molto diverso da quello che abbiamo imparato a conoscere, sebbene possiamo vedere in lui tutti quei lati del carattere che abbiamo imparato ad amare. Il nostro piccolo Yakuza è qui alle prime armi. Non ha ancora infatti scalato i ranghi della famiglia, e non possiede tutte quelle capacità di combattimento e di problem solving che tanto lo aiuteranno in futuro. Ed il fatto che anche il suo tatuaggio, il celebre dragone che svetta sulla sua schiena, non è ancora ultimato, ne è un segno evidente. Eppure, lungo tutte le scelte che compirà in questa sua priva avventura, emerge l’uomo forte e risoluto che guiderà la famiglia Dojima. Il capitano Kazama, suo padre spirituale, non voleva che Kiryu si avvicinasse alla Yakuza.

Yakuza 0

Ma nonostante i continui rifiuti, quella vita fatta di denaro, potere, donne e macchine di lusso non poteva non attirare un giovane giapponese cresciuto in un orfanotrofio che aveva conosciuto solo povertà e dolore. Kiryu decide così di seguire le orme del suo mentore, ed entrare nei ranghi della malavita di Tokyo. Scoprirà ben presto che la via dello Yakuza sarà molto più difficile di quello che credeva, e gli porterà via qualcosa di molto più importante di tutte le ricchezze e glorie: l’amore e i propri affetti.

Nonostante questo, Kiryu deciderà di rimanere uno Yakuza. Ma seguendo una via del tutto personale, fatta di giustizia e doveri nei confronti di quella che per lui è a tutti gli effetti una vera famiglia. Un Robin Hood moderno, che non vive nel bianco dei suoi candidi abiti, nè nell’oscurità dei vicoli di Kamurocho. Ma nella via del drago.

Il cane pazzo di shimano

Majima Goro è a tutti gli effetti il vero protagonista di Yakuza 0. Si, è vero, per larga parte del resto della storia di Yakuza guideremo Kiryu, e Goro sarà il più delle volte un ostacolo. Ma l’uomo che impareremo a conoscere e ad amore in questo capitolo prequel della saga è un vero e proprio eroe. Non solo sceglierà di proteggere un fratello mettendo la sua vita a repentaglio, ma poi dimostrerà di avere un grande cuore quando sceglierà di salvare Makoto e mettersi contro l’intera famiglia Shimano, piuttosto che portare a termine un semplice lavoro per quello che si professa un abile assassino e riabilitare il suo nome nella Yakuza.

Yakuza 0

No, Majima sfiderà il mondo intero pur di salvare una ragazza che, sul finire della storia, deciderà di non rivedere mai più. Nonostante l’amore, la via della Yakuza è irta di pericoli e di zone buie, e non potrebbe mai comprometterla. Ed anche per lui vale ciò che vale per Kiryu. Seguirà la propria via in questo mondo, quella di un uomo che sceglie una sana e cosciente follia che gli permetterà di non essere mai più comandato a bacchetta da nessuno. Tanto da valergli il soprannome di “cane pazzo” di Shimano, patriarca che sceglierà, nonostante tutto di non tradire. La famiglia non si abbandona mai.

Yakuza 0: Dove tutto ebbe inizio

Yakuza 0 è una storia di amicizia e una storia d’amore, ma anche una storia d’avventura totalmente folle come il suo creatore. Innanzitutto è la storia di due fratelli, Kiryu e Nishikiyama, che pur non avendo lo stesso sangue, condividono lo stesso passato nell’orfanotrofio gestito dal capitano Kazama, e lo stesso futuro nella Yakuza. Eppure, l’arco narrativo di questo episodio 0, nonostante le continue prove di fratellanza, li instraderà sulla strada della rivalità. Lo vedremo proprio quando Nishijiyama tenterà di uccidere Kiryu, a suo dire per evitargli un futuro peggiore nelle mani della famiglia Dojima. Ma che il nostro dragone ben sa nasconde una sua oscura volontà di scalare i ranghi della Yakuza. É quindi una storia d’amore, quel triangolo tra Kiryu, Nishikiyama stesso e Reina, hostess del bar Serena, contesa segretamente dai due e scintilla che finirà per dividerli nel capitolo successivo.

Yakuza

Ed è, infine, una storia totalmente folle. Ogni capitolo della saga di Yakuza è incentrato su di un elemento che le fa da sfondo, ma che ne permea l’essenza. E in questo caso, sono i soldi. Otterremo denaro da ogni nostro scontro, saranno i soldi a farci salire di livello, e non i punti esperienza come in ogni GDR. E saranno sempre gli yen l’elemento che comprerà la nostra libertà ma che condannerà il futuro di alcuni dei protagonisti.

Come ogni capitolo di Yakuza, la supervisione di Nagoshi dà vita ad un titolo costantemente sopra le righe, che ci regala uno spaccato intenso del Giappone di fine anni ’80, dominato dalla bolla speculativa e dall’arrivo di tutte le influenze occidentali non ancora ben comprese. Ed è poi una storia di malavita veramente ben realizzata. Questa conta su due storyline separate ma che vengono magistralmente ad intrecciarsi sul finale, svelandoci gli elementi di trama un pezzo alla volta. E, soprattutto, ci rivela l’origine dei nostri due eroi, della tigre e del dragone.

 

 

 

 

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