Spider-Man: il colore del costume doveva essere diverso

Il costume rossoblù di Spider-Man in origine doveva avere una colorazione diversa

spider-man steve ditko

Il costume rossoblù di Spider-Man è uno dei character design più iconici mai visti nel vasto mondo dei supereroi e, grazie agli svariati adattamenti televisivi, cinematografici e videoludici, è riuscito a farsi apprezzare anche da chi non ha mai sfogliato un fumetto in vita sua.

Ideata dal compianto Steve Ditko e apparsa per la prima volta in Amazing Fantasy #15, storico albo di debutto dall’Uomo Ragno, quell’uniforme si sarebbe dovuta distinguere in origine per via di una scelta cromatica del tutto differente da quella infine andata in stampa nei primi anni Sessanta con i colori di Stan Goldberg.

A svelarlo in un’intervista concessa a Forbidden Planet è stato il conduttore britannico Jonathan Ross, che nel 2007 realizzò per la BBC il documentario intitolato In Search of Steve Ditko, ambizioso progetto con cui cercò di rintracciare uno dei padri fondatori del Marvel Universe, intervistando al contempo celebri autori del fumetto mondiale, tra cui Stan Lee o Alan Moore. Alla fine, Ross riuscì nell’impresa e incontrò il “misterioso” Ditko nel suo studio in compagnia del fumettista e romanziere Neil Gaiman.

Tredici anni dopo la messa in onda di quel celebre documentario, Ross ha svelato ai fan che, durante la sua chiacchierata con Steve Ditko, quest’ultimo gli svelò che i colori del costume dell’Uomo Ragno dovevano essere arancione e viola, non rosso e blu.

spider-man viola

La rivelazione

Ho pensato che avrei potuto andare a cercare di visitare Steve per il solo gusto di farlo. Avevo con me la mia crew, e lui mi disse okay, ci sarò. Quindi andammo assieme e salimmo di sopra. Con me avevo questa pila di fumetti che stavo utilizzando per le interviste per discutere di alcune idee che non erano mai state utilizzate.

Così domandai a Steve se ne avesse qualcuna per un suo vecchio lavoro, passandogli il quindicesimo numero di Amazing Fantasy. Ne rimase colpito e, dopo avergli dato un’occhiata, mi svelò che avevano colorato male il disegno.

Gli chiesi cosa volesse dire, e lui mi rispose ‘Beh, quando disegnai quel fumetto e mi inventai il costume scrissi che sarebbe dovuto essere arancione e viola’. E poi… credo di essermi un po’ immaginato quello che successe dopo. Potrebbe avermi risposto che all’epoca c’era già un altro tipo vestito di blu e e di rosso, e presumiamo si trattasse di Superman.

Ma forse non disse questo, forse ne parlammo dopo, ma di certo mi affermò che il costume sarebbe dovuto essere arancione e viola.

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Non so se l’arancione e il viola fossero stati respinti perché, su quella carta scadente e più economica, avrebbero avuto una resa di stampa più oscura, o se magari considerarono il blu e il rosso più d’effetto, anche perché non avevamo ancora un personaggio con questi due colori in Marvel.

Avevano le uniformi blu con i F4. Non c’era nulla di così potente, ma ad ogni modo gli scenari della cultura pop sarebbero comunque stati interamente differenti.

Poi gli chiesi se lui volesse la mia copia di Amazing Fantasy #15 ma lui mi disse di no e, dopo averla guardata facendo una sorta di sorriso, alla fine me la restituì. Mi disse di tenerla perché al giorno d’oggi vale un sacco di soldi.

E poi mi disse che mi avrebbe dato alcuni dei suoi nuovi fumetti, regalando a Neil e a me una pila grande così dei nuovi lavori che ai tempi stava pubblicando con l’aiuto di Robin Snyder.”


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