Ryuko: quando conoscere l’Autore è più importante dell’opera stessa

In Italia la notorietà è stata raggiunta grazie a Ryuko, manga pubblicato in due splendidi volumi da Bao Publishing, ma la fama di Eldo Yoshimizu va oltre la sua, recentissima, carriera di mangaka

Artista poliedrico, fumettista indipendente, il Maestro Yoshimizu padroneggia il talento, quello vero, destreggiandosi tra la scultura e la minimal art realizzata con la computer graphic, tanto che le sue installazioni sono richieste a gran voce in tutto il mondo e quotate a prezzi, il più delle volte, proibitivi.

Quando la Bao annunciò la pubblicazione di Ryuko, gli appassionati del manga d’autore sono andati in visibilio. Personalmente da tempo seguivo il suo lavoro in rete. Io come tanti altri abbiamo assistito alla creazione di una protagonista bella da togliere il fiato, Ryuko, il capo di un noto clan della yakuza che riesce a tenere sotto scacco le potenze mondiali imponendo il suo volere. Poi giunse la pubblicazione francese, grazie a Le Lezard Noir ed infine l’amicizia con la Bao Publishing.

Più che utilizzare uno “spazietto” su MegaNerd per parlare del finale dell’opera (del primo volume ne abbiamo parlato qui), ciò che mi spinge a parlare ancora di Ryuko è il suo Autore. Credo fermamente che i cultori della tradizione fumettistica del Sol Levante, debbano recuperare il lavoro del Sensei Yoshimizu. Il suo approdo nel mondo dei manga è anomalo, quasi unico e questo muoversi fuori dalle regole canoniche che vigilano severe sulla produzione manga, merita di essere portato all’attenzione di quanti più appassionati (o solo curiosi) possibili.

Le case editrici giapponesi esercitano un controllo perlopiù assoluto sulla propria scuderia. Gli Autori lavorano a ritmi spossanti dovendo stare dietro a pubblicazioni a termine ridotto. La rigidità inoltre contraddistingue le pubbliche relazioni degli autori, che non si muovono se non sotto stretto controllo dei redattori che ne controllano le uscite pubbliche, i rapporti sociali; la possibilità in genere di parlare del proprio lavoro. E tutto questo non è una novità.

Fuori dagli schemi conosciuti, Eldo Yoshimizu decide di muoversi in maniera indipendente. Approdando dopo i quarant’anni in questo mondo, decide di non legare il proprio nome a un editore, impone il suo ritmo di artista a tutto tondo – lento, misurato – e si espone da esteta qual è al suo pubblico.

E così prende vita Ryuko, manga in due volumi corposi, storia che soffre di essere confinata in un unico genere, così come il suo creatore sopporta a malapena paragoni altisonanti con i Maestri del passato, etichettature sterili per aiutare i fruitori a comprendere in che cosa si sono imbattuti.

Ryuko è una storia cruda che parla di una donna apparentemente senz’anima. La prima parte della storia inganna ponendo al centro di tutto la voglia di verità e vendetta della sua protagonista, che si muove sullo scacchiere internazionale senza trovare pace. Tuttavia Ryuko è altro.

Questo titolo è una finestra aperta sul tormentato animo femminile in grado di nutrirsi di sentimenti molteplici, di provare euforico amore e immediatamente dopo un dolore così potente da ferire mortalmente. La protagonista del Maestro Yoshimizu domina l’azione, riempie le tavole con la sua perfida bellezza ma, più di tutto, con la sua lucida capacità di dirigere il mondo di cui fa parte.

La narrazione è sottomessa alla sua stessa protagonista, ne deve tenere il passo perché le scelte da affrontare sono molte e non sono ammesse perdite di tempo. L’idea del movimento e del dinamismo della storia è resa dal disegno pieno di dettagli. Alcune tavole sono delle piccole opere d’arte.

Siamo di fronte a un lessico visivo libero da pregiudizi, e alternativo alla fotografia composta. Una fotografia che rinnega la staticità del momento decisivo prediligendo il movimento iniziale o finale secondo il contesto.

L’ Autore venera la sua creatura, ripone in lei un amore smisurato catturando la sua perfetta nudità , il rifiuto di una tradizione secolare che la vincola a scelte crudeli; l’amore filiale per una madre ritrovata e l’attrazione per un suo mortale nemico.

L’opera dell’Artista Yoshimizu va letta a velocità sostenuta, conclusa e poi ripresa per coglierne a tutto tondo il senso. Un’opera di pregio e unica come lo è l’Autore. Un Artista che si è messo in gioco fuori da comode consuetudini donando al mondo del fumetto la sua straordinaria capacità espressiva.

 

Abbiamo parlato di:

Sig.ra Moroboshi

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Contro il logorio della vita moderna, si difende leggendo una quantità esagerata di fumetti. Non adora altro Dio all'infuori di Tezuka. Cerca disperatamente da anni di rianimare il suo tamagotchi senza successo. Crede ancora che prima o poi, leggerà la fine di Berserk.

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