[Recensione] Zerocalcare – Macerie Prime

 

Non è mai facile recensire un libro di Zerocalcare.
Per me, intendo, non in senso assoluto.
Perché (troppo) spesso mi ritrovo nei pensieri e nei comportamenti che ha il protagonista dei suoi fumetti, generando quell’empatia naturale che probabilmente ho provato da ragazzino solo con Charlie Brown. Perché per quanto mi piacerebbe somigliare a un supereroe, alla fine sono solo un tizio che cerca di combattere contro le avversità della vita schivando bucce di banana su cui, inevitabilmente, ogni tanto scivolo. È la vita, bellezza.

Con questa prima parte di Macerie Prime (la conclusione arriverà a maggio 2018), Zerocalcare dà vita al suo primo, vero racconto corale: stavolta non c’è solo al centro della storia, ma tutta una serie di personaggi che abbiamo imparato a conoscere nel corso degli anni attraverso le sue strisce e i suoi libri. Se in Dimentica il mio nome l’autore aveva voluto esplorare l’evoluzione di sé stesso all’interno della sua famiglia, scavando nella parte più intima della sua personalità, stavolta è il turno di misurarsi con gli amici: il lavoro spesso porta Calcare lontano da casa e inevitabilmente finisce con il sentirsi meno con gli amici storici. Non è un dramma, chiaramente. Capita a tutti di passare momenti particolarmente carichi di cose da fare, che ti costringono involontariamente a trascurare qualcuno. Forse perché pensi che anche gli altri siano pieni di cose fa fare o più semplicemente, perché li dai per scontati… nel senso che ci sono sempre stati, dunque continueranno a esserci, giusto? Anche se di punto in bianco ti rendi conto che sai sempre meno delle loro vite, anche se di punto in bianco ti rendi conto che non siete più ragazzini e che la vita non è stata tenera con tutti.

Alcuni si sono cristallizzati in situazioni senza (apparente) via d’uscita, altri lottano per un posto nel mondo che forse nessuno gli darà. Perché non sempre il mondo è giusto, anzi. Ci sono poi altre persone, che fanno parte della nostra cerchia di amicizie, a cui vogliamo bene… ma che ci rendiamo conto che grazie a qualche spintarella hanno ottenuto fin troppo rispetto ai loro reali meriti. E allora che fai? T’incazzi perché loro hanno quello che (forse) meriteresti tu o gioisci comunque per un amico che si è sistemato?

Le domande che questo libro vi farà accendere nella testa sono tante, tantissime. Al punto che forse vi verrà voglia di farvi un piccolo esame di coscienza al termine della lettura, No, non sto esagerando, inutile che fate quelle facce. Purtroppo con Zerocalcare è così: ti sbatte in faccia la TUA realtà, quello che provi o che non sai minimamente di provare, magari perché sei troppo impegnato a pensare ad altro.

Immaginate di realizzare il vostro sogno: nel caso dell’autore era ovviamente quello di diventare un fumettista e c’è riuscito alla grande. È arrivato il successo, la fama, (credo) i soldi… ed è tutto magnifico, no? Ovviamente no. Perché dove la luce è più intensa, l’ombra è chiaramente più nera: il rovescio della medaglia di tanto successo sono quelli che Zerocalcare chiama gli accolli, di ogni tipo, forma e sostanza, che spesso per far tacere il suo enorme senso di colpa nei confronti di tutto è costretto ad appoggiare, anche se non ne ha tanta voglia. Eventi, locandine per centri sociali, pressioni affinché prenda una posizione su questo o quell’argomento, interviste, appoggio per le cause più disparate e disperate. Gli chiedono tutto e lui prova a fare tutto, non perché vuole piacere a tutti i costi, ma perché crede sia giusto non deludere i suoi lettori, quelli che lo ammirano per il suo pensiero. Che succederebbe se rinunciasse a un evento sociale? Se non appoggiasse una determinata causa? Il delirio. Perché il web non perdona e spesso sei costretto pure a giustificare se ti fai una foto con uno, piuttosto che con un altro.

Zerocalcare (il personaggio protagonista del fumetto, non l’autore) a questo punto non sa più qual è il bene e il male. Non sa più cosa fare e crolla psicologicamente.
L’amico Armadillo, sua fedele coscienza, sparisce in favore di un più cinico Panda, che lo convincerà a chiudersi in sé stesso, allontanando non solo gli accolli (che oggettivamente immaginiamo siano veramente tanti), ma anche gli amici.

Una storia intensa, che non è tanto lontana da tutti noi.
La scrittura è sempre più fluida, la storia davvero mai banale, con quegli innesti fantasy che… no, vabbè, su quelli non vi dico niente.

Non vedo l’ora di leggerne la conclusione, che in qualche modo mi aspetto dal sapore agrodolce.

Daje, Calcà.

 

 

Abbiamo parlato di:

Mr. Kent

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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.

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