[Recensione] NonNonBâ, storie di fantasmi giapponesi

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La fantasia appartiene ai bambini, o  meglio, fantasticare su tutto ciò che ci circonda, appartiene ai bambini. Sono in grado di guardare lo stesso panorama o lo stesso oggetto nel medesimo momento di un adulto e vedervi cose incredibili. Una scatola di scarpe diventa una casa per bambole, una tenda diventa un rifugio degli indiani, tappeti e scope possono facilmente volare e gli animali comunicare con loro! Beh, forse grazie alla tecnologia, i bambini nati nell’ultimo decennio hanno bisogno di altro per essere stimolati, ma senza dubbio tutto ciò che s’immagina durante l’infanzia deriva dalle storie che ci raccontano i  “grandi” e dalle letture, o i film, che ci trasportano in un mondo parallelo. Le fantasie che derivano dal cinema o dai cartoni sono – se vogliamo – più limitate, nel senso che immaginiamo di giocare o parlare con quei personaggi ben raffigurati e conosciuti, cavalchiamo Falcor de La storia infinita o pronunciamo incantesimi vicino Harry Potter, oppure voliamo vestiti da Superman e schiacciamo palle come Mila Azuki.

Ma se una storia ci viene raccontata da bambini, ci si focalizza sempre su dettagli poco chiari o del tutto improbabili, proprio perché questi permettono di fantasticare in maniera illimitata. Così nascono sogni, incubi e amici immaginari! A mio avviso il nostro folklore non aiuta con i sogni, bensì con gli incubi dell’infanzia, visto che abbiamo un repertorio di filastrocche e ninna-nanne che invece di far addormentare i bambini regalano loro immagini oltremodo inquietanti. Ancora adesso penso a  “Questa bimba a chi la do? La daremo all’uomo nero che la tiene un anno intero”, oppure “Tre civette sul comò che facevano l’amore con la figlia del dottore” e mi chiedo, perché?!

Primo posto per il premio “Racconti inquietanti” va senza dubbio ai nonni e agli anziani, loro ne sanno tantissime! Qualche storia è pura leggenda, altre sono inventate di sana pianta per impedire ai nipoti di farsi male o di cacciarsi in situazioni pericolose, fatto sta che tutto quello che ci hanno raccontato e insegnato ci accompagnerà per sempre.

NonNonBâ  è ambientato nel Giappone degli anni ’30, è un opera autobiografica in cui l’autore affronta le “verità” del mondo dell’infanzia. Commovente e nostalgica, ci apre al  mondo dello yokai, ossia quella sfera della tradizione del Sol Levante che racchiude le storie sulle apparizioni di spiriti, demoni e creature misteriose radicate nel folklore nipponico.

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Protagonista è  Shigeru, un bambino goffo e pauroso che vive le sue giornate accompagnato da un’anziana signora, una contadina rimasta vedova che gli fa da tata. La vecchietta è un’esperta di spiriti, nutre l’immaginazione del bambino con ogni tipo di tradizione popolare, tanto che lui finisce presto per appassionarsi a quei racconti. I protagonisti sono tutti mostriciattoli che secondo varie storie tramandate, vivono nell’ombra del nostro mondo. A volte c’insegnano qualcosa, altre sono puramente dispettosi o maligni.

C’è Otoroshi, che punisce chi prega solo per chiedere favori, l’enorme Betobeto san, che si annuncia ai viandanti con lo spaventoso ticchettìo dei suoi zoccoli di legno, NuruNuru Bozu, uno spettro che vive nei pressi del mare e ti si attacca alla schiena per succhiarti le forze e gli Hadarugami, spiriti incappucciati che attaccano i viaggiatori stanchi e affamati.

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Ad elencarli così sembrano solo protagonisti di incubi, invece la nonnina tramite queste storie riesce a spiegare a Shigeru molte paure che lo atterriscono, lo mette in guardia su situazioni che lo metterebbero in pericolo e – vedendolo pigro e svogliato –  a tramandargli il senso di responsabilità e del dovere. L’opera è divertente e toccante, vissuta nel pieno dell’infanzia a volte mette in difficoltà il lettore, che non capisce bene se sta viaggiando sul binario della realtà o della fantasia. È lo stesso autore che trae in inganno con i suoi disegni, con un tratto meticoloso e dettagliato dà forma a dei mostri che sembrano veri, tanto da farci sentire i protagonisti stessi dei racconti della nonnina. Sembra che Mizuki, autore del volume, abbia nitidamente in testa tutti i paesaggi rappresentati e tutti i personaggi a cui fa prendere vita, tanto che a un certo punto tutto risulta credibile e non ci si chiede più se sia realistico o meno.

L’AUTORE

MIZUKI

Shigeru Mizuki (Osaka 1922, Tokyo 2015) è stato uno dei più popolari mangaka del Giappone: pensate che la sua vita e quella della moglie vengono raccontate in una fiction televisiva molto popolare. Mizuki è un vero e proprio autore di culto, tanto che la sua città natale gli ha dedicato un centro culturale internazionale e la Shigeru Mizuki Road, una strada popolata di cento statue che rappresentano i suoi personaggi.

Vincitore di numerosi premi, membro della Società di Antropologia Culturale Giapponese, ha pubblicato le proprie opere in Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Francia, Spagna e Italia. Tra le sue pubblicazioni più famose ricordiamo Kitaro dei cimiteriAkuma-kun e Yamato. Autore anche dei libri Enciclopedia degli spiriti Giapponesi e Enciclopedia dei mostri Giapponesi.

Con NonNonBâ vince nel 2007 il premio Miglior Opera al Festival del fumetto di Angouleme, regalandoci un racconto fantastico, ma realisticamente ambientato in un’epoca di transizioni e sconvolgimenti, è un’opera buffa e toccante, favolosa come le più strane creature che popolano la fantasia di ogni bambino.


Saki

Abbiamo parlato di:

nonnonba copertinaNONNONBÂ – STORIE DI FANTASMI GIAPPONESI

Autore: Shigeru Mizuki
Formato: 24×17 cm., brossurato, 416 pp. b/n
Volumi: Volume unico
Editore: Rizzoli Lizard
Prezzo: € 22,00

Voto: 8

 

 

Saki

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Cuore giapponese in un corpo italiano, leggo manga dalla più tenera età e sogno ancora di cavalcare Falcor! Curiosa fino allo sfinimento, sono pronta a parlarvi delle mie scoperte!

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