Kraken, di Emiliano Pagani e Bruno Cannucciari – Recensione

Da sempre l’uomo cerca di dare una spiegazione e un senso a ciò che non gli appartiene, a quei fenomeni che non può controllare, capire e manipolare. Quello che non arriviamo a comprendere ci fa paura, ci spaventa e ci lascia in quel limbo in cui non sappiamo se dare sfogo a sentimenti rassicuranti o alimentare quell’idea che in fondo in fondo ci terrorizza. Ecco cos’è Kraken, di Emiliano Pagani e Bruno Cannucciari.

recensione kraken

Kraken – Alla ricerca del mostro mitologico

Nascono così i “mostri”, creature mitologiche e leggendarie che danno una parvenza di spiegazione a tanti fenomeni inspiegabili. Pur di non dare mai la colpa all’uomo, la storia e la letteratura hanno dato luce a creature oscure, tetre e spaventose, che a distanza di centinaia di anni ancora terrorizzano chi si trova a visitare i luoghi a cui appartengono o nei periodi dell’anno in cui sono soliti “apparire”, dunque, io non discendo da una famiglia di esperti nuotatori, personalmente direi di non saper nuotare – piuttosto galleggio- quindi immaginate che sensazione ho provato ad avere tra le mani Kraken, la nuova graphic novel edita dalla Tunué che vede all’opera Emiliano Pagani (storia) e Bruno Cannucciari (disegni)…

Già la copertina ha un netto tono epico: un peschereccio malconcio, con una figura di spalle armata solo di una lampada ad olio e di un arpione. Davanti a lui l’oscurità più assoluta, in balia di un mare in tempesta, ombre imponenti e suoni di onde che si scagliano con violenza su tutto ciò che trovano, in quell’immenso panorama terrificante, si intravedono due punti in lontananza, di un giallo vitreo, come due occhi che osservano la miseria di quell’insignificante piccolo uomo, sicuramente è un immagine che si misura con la grandezza di sogni e incubi, ha a che fare con l’ignoto e l’indefinito.

Il Kraken è un mostro abissale, o forse delle profondità ancora più recondite, è la creatura marina più grande del mondo e se ne parla dal 1700. Si dice che sia una bestia piuttosto crudele e ostile nei confronti dell’uomo, ha in se tutta la forza aggressiva della natura e non mostra pietà davanti a niente e nessuno. Quanto siano attendibili le leggende nessuno può saperlo, e nessuno riesce nemmeno a screditarle fino in fondo. Bisogna ammettere però che la storia di queste creature misteriose ha sempre avuto molto fascino e l’uomo tendenzialmente preferisce restare nel dubbio, piuttosto che affrontare la realtà: basti pensare al mostro di Lockness, un mito che ancora oggi genera curiosità e attenzione mediatica.

Kraken  La storia

Kraken

Dopo una breve introduzione a Parigi, la storia si svolge a Selalgues, un piccolo paesino sulla costa della Francia del nord. Selalgues è un posto abitato da famiglie di pescatori, da generazioni vive di pesca e non è affatto un porto di mare assolato e piacevole, tutt’altro. Il cielo è sempre grigio, plumbeo, si sente quasi l’odore dei vecchi pescherecci logori e del legno marcio, la comunità è piegata dalla penuria e dall’ignoranza, tutto il loro malessere è riconducibile al pregiudizio e alla superstizione. Il paese si fa carico di tragedie e morti che vanno avanti dal 1935, quando dopo un terribile naufragio si diffuse la leggenda della presenza del Kraken, un mostro primordiale risvegliato dall’avidità dell’uomo, venuto in superficie per dare un segnale ed esigere dei sacrifici.

Kraken

Ad essere completamente risucchiato da questa leggenda, vittima della grettezza del paese, è senza dubbio Damien, un bambino “particolare” e alquanto difficile, che ha perso in mare quasi tutta la sua famiglia ed è fortemente deciso a uccidere il mostro. Damien è convinto che il Kraken esista davvero, dice di averlo visto coi suoi occhi, ma come per tutte le fantasie dei bambini, non c’è mai qualcuno che ci creda davvero. In questo caso, il bambino si ritrova del tutto incompreso, denigrato e solo, perché considerato ritardato. Si porta sulle spalle il fardello di essere considerato un rifiuto per lo stesso mare: mentre suo padre e suo fratello furono inghiottiti da una terribile tempesta, lui ne uscì illeso. Damien è agli occhi di tutti un simbolo di sventura e disgrazia, proprio come il Kraken per i pescatori… e purtroppo ogni epoca ha i suoi mostri a cui sacrificare la propria innocenza, in cambio di speranza e buona sorte. Oltre che di mostri e tragedie, Kraken è una storia che ci parla di solitudine, quella solitudine che offusca la realtà e non ci fa accettare le cose per come sono. I protagonisti sono persone che oziano nel sonno della ragione, preferiscono “vedere” e non “guardare”. L’uomo sa essere tanto stolto quanto arrivista per sopravvivere, a volte bastano gli occhi di uno sconosciuto per far luce su un incubo che continua da anni.

Kraken – Gli autori

Emiliano Pagani Bruno Pagani

Emiliano Pagani e Bruno Cannucciari ci regalano una fiaba nera per eccellenza, una di quelle storie che va analizzata e di cui ne va digerita la morale. Lo stile dei disegni abbraccia pienamente il tema dei sogni e dell’immaginazione e i tratti grotteschi di Cannucciari rendono quasi buffi i loschi abitanti di Selalgues. Emiliano Pagani inizia collaborando con Il Vernacoliere nel 1991, pubblica il primo albo a fumetti nel 2005 raccogliendo le storie della Famiglia Quagliotti. Il suo maggior successo è la serie di Don Zauker, prete esorcista, bestemmiatore e iracondo, tra gli altri suoi lavori ricordiamo X-nerd- Eroi di pace (2011), Nirvana (2011), Slobo e Golem (2016).

Bruno Cannucciari, ha esordito giovanissimo su Comic Art riprendendo il personaggio di Yellow Kid in una storia un po’ folle e piena di colpi di scena. Ha realizzato per la stessa testata molte storie sul mondo dei fumettisti visto “dietro le quinte”, ritraendo anche se stesso e l’autore dei testi (Franco Fossati). Dal 1986  abbandona il mondo del fumetto dopo essere stato assunto dal quotidiano Italia Oggi come vignettista e illustratore. Nel 1988 dà vita al personaggio di Winny sulle pagine di Lupo Alberto, per dedicarsi poi interamente alla creatura di Silver.

 

Vi do un consiglio, affrontate il Kraken!

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Saki

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Cuore giapponese in un corpo italiano, leggo manga dalla più tenera età e sogno ancora di cavalcare Falcor! Curiosa fino allo sfinimento, sono pronta a parlarvi delle mie scoperte!

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