Jigokuraku – Hell’s Paradise n.1 – Recensione

Tra inferno e paradiso arriva Jigokuraku – Hell’s Paradise, uno shonen esplosivo impreziosito da un impeccabile ambientazione storica

recensione hell's paradise

È sempre più difficile affermarsi nel mondo dei manga, il panorama odierno è ormai saturo di titoli di ogni genere. Alcune opere non sono altro che una brutta copia di capolavori ritenuti dei classici ed è sempre più raro trovare qualche prodotto con idee davvero interessanti e originali. Per la nostra gioia qualche idea originale, dalla mente di qualche mangaka creativo, arriva sempre. La casa editrice Shueisha, che ha dato i natali alla famosa rivista Weekly Shonen Jump, sta pubblicando da oltre un anno i capitoli di Jigokuraku – Hell’s Paradise, creato dalla mente di Yuji Kaku, e sembra proprio che abbia raggiunto nuove vette di copie stampate.

Gabimaru

In patria il manga sta letteralmente macinando record su record: stiamo parlando di ben 1,3 milioni di copie vendute nei sette numeri finora usciti. Un successo davvero incredibile, che finalmente arriva anche in Italia grazie a J-Pop.

La storia è ambientata nel Giappone feudale del periodo Edo, Gabimaru L’arido è il più potente e temuto shinobi (ninja mercenario) del distretto di Iwagakure. Durante una missione di sterminio viene catturato e condannato a morte. La potenza di Gabimaru è direttamente proporzionale alla sua fama, sembra proprio che nessun metodo di esecuzione riesca a porre fine alla sua vita. Dalla decapitazione all’immersione nell’olio bollente, lo shinobi ne esce praticamente illeso. Cosa lo rende così forte? Probabilmente non riesce a morire perché non teme minimamente la morte, è questo che credono in molti. Invece no, Gabimaru ha paura come tutti di sparire da questo mondo, ma la cosa che teme di più è di non essere abbastanza forte per continuare a proteggere sua moglie.

Secondo gli storici, all’epoca esistevano degli addetti alle esecuzioni, un gruppo di ronin del clan Yamada. Questi boia sono conosciuti storicamente come “Yamada Asaemon”, il cui compito era proprio quello di giustiziare i criminali o addirittura collaudare spade. Venivano chiamati anche “Asa assassini”o “Asa tagliateste” ed erano famosi per saper tagliare una testa con un solo fendente. Questi assassini a sangue freddo erano al servizio del Bakufu (governo militare dello Shogun, detto anche Shogunato) e venivano mandati per eseguire le condanne a morte.
Gabimaru, diventa una leggenda e non può che imbattersi in Sagire Yamada Asaemon, una donna dai lunghi capelli neri e maestra di spada. Davanti a lei, respirando la sua stessa aria e percependo di essere completamente vulnerabile ai suoi occhi, lo shinobi tenta finalmente di scappare alla sua morte. Proprio nel momento in cui sembra giunto alla fine dei suoi giorni, accade qualcosa di inaspettato: la sua carnefice gli offre l’assoluzione in cambio di un suo servizio. Il ragazzo dovrà trovare l’elisir dell’immortalità su un’isola misteriosa da cui nessuno è tornato vivo, o quasi. Quest’isola rappresenta lo Shinsenkyo, una sorta di nirvana (o di paradiso), una terra considerata pura, ricca e felice, dove non esiste sofferenza.

jigokuraku

A quanto pare, dopo tanto viaggiare, questo luogo idilliaco è stato trovato, ma è molto lontano dall’immagine che la storia gli aveva attribuito. Dopo avervi inviato varie squadre in perlustrazione, ne tornarono solo cadaveri fatti a pezzi da cui nascevano fiori.  Ecco perché lo shogun ha deciso di usare i criminali per realizzare il tanto ambito desiderio d’immortalità.

Il personaggio di Gabimaru è davvero molto accattivante, lontano dai canoni estetici del tipico ronin ricco di fascino, emana una potenza misteriosa e oscura. Ha una forza tale da uccidere decine di uomini da solo, anche se disarmato. Ha l’anima macchiata di sangue ma al contrario di come è stato ribattezzato, non ha per niente un cuore arido. La sua debolezza, e nello stesso tempo la sua forza, risiede proprio nei suoi sentimenti. Gabimaru ha qualcuno da proteggere contro questo mondo orribile, proprio per questo non può permettersi di morire. Sagiri Yamada sa bene da cosa è alimentato il cuore di questo criminale, proprio per questo sa che farà di tutto per tornare dalla sua donna e ottenere l’assoluzione. Dal canto suo Sagiri è cresciuta allenandosi a controllare ogni sua emozione, la freddezza e la distanza verso i condannati devono essere alla base di ogni azione.

Jigokuraku

Conoscerne la vita e la psiche aiuta il boia ad allenarsi a restare indifferente. Per effettuare un taglio netto della testa con un fendente, che non lascia spazio a dolore e sentimenti, non bisogna lasciare spazio a paura e esitazione. Ma come per Gabimaru, anche Sagiri ha un cuore umano. Hell’s Paradise è uno shonen fresco e carico di azione, in grado di far sentire il sapore dell’avventura e del sangue a chi legge. Yuji Kaku, dopo la pubblicazione di Fantasma, fa trapelare questa volta l’amore per la storia e le tradizioni, usando tratti decisi e privi di ogni decoro. I disegni sono coinvolgenti e le emozioni dei protagonisti sono tangibili dalle loro espressioni, passando per il dettaglio dello sguardo. Gli scontri e i cadaveri riempiono pagine intere, facendoci immergere in quell’aria soffocante, carica di sudore e tensione. Jigokuraku

Questo scontro tra shinobi e tagliateste si prospetta davvero interessante, che si tengano pronti i cuori di chi è orfano di shonen, sta arrivando una breccia davvero potente.

 

 

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Saki

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Cuore giapponese in un corpo italiano, leggo manga dalla più tenera età e sogno ancora di cavalcare Falcor! Curiosa fino allo sfinimento, sono pronta a parlarvi delle mie scoperte!

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