JBL’s Greatest Hits

JBL è, senza alcun dubbio, un meraviglioso “cattivo” degno della Hall of Fame del wrestling. Questa è la sua incredibile storia

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Fra gli indotti, con un anno di ritardo a causa della pandemia, nella classe del 2020 della Hall of Fame della WWE c’era anche John “Bradshaw” Layfield. I fan italiani lo ricordano soprattutto nei panni del miliardario texano che arrivava a bordo ring nella limousine bianca con le corna sul cofano e disprezzava il pubblico e gli avversari dall’alto dei suoi milioni di dollari.

La nascita di JBL è certamente il picco più alto della carriera di questo atleta che, dismessi i panni della rissosa guardia del corpo in favore di giacca e cravatta con cappello da cowboy e banconote che odorano di petrolio, a metà dei Duemila diventa campione assoluto. Un meraviglioso “cattivo” – anzi “aaaaaa Wrestliiing…God!!!”, come era solito autodefinirsi con la consueta modestia – che gli appassionati adoravano odiare e di cui oggi, nella nostra rubrica, vogliamo ricordare i più grandi successi.

Nell’autunno del 1995 John Layfield firma un contratto con l’allora World Wrestling Federation e, all’inizio del 1996, debutta come Justin “Hawk” Bradshaw, un vaccaro texano accompagnato sul ring dal manager Uncle Zebekiah, uno ancora più vaccaro di lui che, per dimostrarlo, sfoggia una barbona del secolo scorso. Dopo ogni vittoria, Zebekiah porge a Bradshaw il ferro usato per marchiare il bestiame affinché questi lo usi sugli avversari sconfitti (per fortuna il nostro si serve solo di inchiostro, bontà sua).

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Dopo qualche mese di imbattibilità, il primo aprile del 1996, Layfield fa il suo debutto a Monday Night Raw dove beve, per la prima volta, l’amaro calice della sconfitta servitogli da quello specialista del dolore che risponde al nome di Undertaker. Seguiranno alcuni mesi di alterne fortune che, a fine anno, porteranno Bradshaw alla decisione di sbarazzarsi, alla maniera dei peggiori cowboy, dello zio Zebekiah. Quando si dice parenti serpenti.

Per rilanciarsi, nel 1997 il mandriano si allea con un altro texano: Barry Windham, figlio del leggendario Blackjack Mulligan che, insieme al compagno Blackjack Lanza, circa vent’anni prima, aveva formato la coppia dei Blackjacks vincendo vari titoli di coppia. E dato che Layfield è imparentato proprio con Lanza, di cui è nipote, quale migliore idea se non quella di unirsi nel tag team dei New Blackjacks? Forse una trovata non molto originale, certo, ma sicuramente in linea con la tradizione familiare. La coppia, però, non ottiene il successo sperato e Windham tradisce Bradshaw all’inizio del 1998.

Il nostro vaccaro, però, non si perde d’animo e, quello stesso anno, si trova un altro partner. Alle Survivor Series, infatti, lui e l’ex leader della Nation of Domination, Farooq, formano il duo degli Acolytes e, dopo un breve periodo sotto la guida di uno strano tipo di nome Jackyl, si uniscono all’inquietante gruppo agli ordini dell’Undertaker: il Ministry of Darkness. L’alleanza col becchino porta i suoi frutti e gli Acolytes conquistano i titoli di coppia battendo gli Hardy Boyz nella puntata di Raw del 25 maggio 1999. Successo che viene bissato a luglio, quando Bradshaw e Farooq battono nuovamente gli Hardys (che nel frattempo erano tornati campioni) al pay-per-view Fully Loaded.

Gli Hardy Boyz
Gli Hardy Boyz

All’inizio del 2001, mentre la WWE è sotto scacco per l’invasione da parte degli ex wrestler della WCW e dell’ECW (ne abbiamo parlato qui), Farooq e Bradshaw si trasformano negli Acolyte Protection Agency, due guardie del corpo che mettono i propri talenti al servizio di chiunque sia disposto a pagare. Il 9 luglio, grazie alla vittoria sui Dudley Boyz, arriva anche il terzo regno da campioni di coppia che gli APA festeggiano, come sempre, bevendo birra, fumando sigari e giocando a poker.

A.P.A (Acolytes Protection Agency)
A.P.A (Acolytes Protection Agency)

Ma il 2001 è anche l’anno della prima cintura da lottatore singolo. Battendo The Hurricane nell’episodio di Raw del 22 ottobre, Layfield diventa campione europeo. Qualche tempo dopo, a marzo del 2002, in occasione del primo draft della storia della WWE che assegna i propri lottatori in esclusiva a Raw o Smackdown, il suo cammino si separa da quello di Farooq. Ormai, però, Bradshaw se la cava benissimo anche per conto suo e, infatti, a giugno vince il primo di ben diciassette titoli Hardcore.

Purtroppo, il destino bastardoporco, come direbbe Gioele Dix/Ravanelli, riserva una brutta sorpresa all’ex cowboy che, verso la fine dell’anno, subisce un grave infortunio, di quelli che pongono seriamente in dubbio la continuazione della carriera di un atleta. A metà del 2003, però, Bradshaw fa il suo ritorno e si riunisce con l’amico Farooq nel team degli APA a Smackdown. La rimpatriata, purtroppo, durerà solo pochi mesi perché, a marzo del 2004, il perfido GM dello show blu, Paul Heyman, licenzierà Farooq ponendo fine all’alleanza fra i due.

Una settimana dopo, il 25 marzo, messe da parte le risse da bar, l’alcol e i sigari, Layfield si presenta al pubblico nei nuovi panni di JBL. L’evoluzione è così completata: il mandriano sporco e cattivo si è ripulito e, grazie alle sue ingenti risorse economiche, è pronto a scalare la federazione.

Il resto è storia.

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A Judgment Day JBL è protagonista di un violento match col campione del mondo Eddie Guerrero a cui, un mese più tardi, il 27 giugno in occasione di The Great American Bash, strapperà la cintura vincendo un Texas Bull Rope Match, un incontro in cui i due contendenti sono legati da una di quelle corde con campanaccio che i vaccari del west usano per legare i tori.

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Solo un presuntuoso petroliere texano, anzi “aaaaaa Wrestliiing…God!!!”, poteva fregare un furbo latino come Eddie. È per questo che JBL è, senza alcun dubbio, un meraviglioso “cattivo” degno della Hall of Fame del wrestling.

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Gianluca Caporlingua

Cresciuto (???) giocando a calcio e sbucciandomi le ginocchia sui campi in terra della provincia siciliana. Da bambino, però, il sogno (rimasto nel cassetto) era quello di fare il wrestler. Dato che mia madre non mi avrebbe mai permesso di picchiare gli altri, ho deciso di cominciare a scrivere le storie dei miei eroi. Oggi le racconto filtrandole coi ricordi d'infanzia.

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