I meravigliosi anni 90 – 1994: La World Wrestling Federation sull’orlo del baratro

Il grande racconto dei meravigliosi anni 90 del wrestling prosegue anche questa settimana con un episodio davvero speciale: parleremo infatti della mitica Royal Rumble del 1994 e di quella volta in cui la WWF è stata davvero a un passo dal fallimento

wrestling vintage 1994

I fan più giovani, oggi, conoscono Vince McMahon come il proprietario di un florido impero dello “sport-intrattenimento” – come lui preferisce chiamare il wrestling – che è talmente sviluppato a livello mondiale da sembrare incrollabile. In realtà, non tutti sanno che, circa venticinque anni fa, la World Wrestling Federation si ritrovò sull’orlo del fallimento. Di fatto, il 1994 marcò l’inizio di un periodo di grandissima difficoltà che sarebbe stato faticosamente del tutto superato solo quattro anni dopo. Per noi appassionati italiani, invece, quello fu l’ultimo anno delle trasmissioni televisive del wrestling prima del lungo blackout.

Per il chairman della WWF l’anno non si era aperto nel migliore dei modi. Come abbiamo visto, nel 1991 era scoppiato lo scandalo per cui, nel biennio seguente, era stato indagato con l’accusa di distribuire steroidi ai suoi lottatori. Nel 1993 era poi arrivata la formale incriminazione e McMahon, adesso, si trovava ad affrontare il processo in un tribunale federale. A testimoniare furono chiamati molti dei wrestler che lavoravano per lui o che erano stati suoi dipendenti in precedenza. Fra questi c’era anche Hulk Hogan, la star che aveva contribuito all’espansione internazionale della WWF proprio negli anni a cui facevano riferimento le accuse. Nonostante Hogan non fosse più legato a Vince da alcun vincolo professionale e qualcuno malignasse su possibili dissapori fra i due, con la sua testimonianza (in cui ammetteva di aver fatto uso di steroidi ma senza essere mai stato in alcun modo obbligato dal suo ex datore di lavoro), l’ex campione avrebbe contribuito a scagionare McMahon da ogni accusa e, nel mese di luglio, sarebbe quindi arrivata una sentenza di assoluzione.

hulk hogan testimonia al processo

La forzata assenza del proprietario e le ombre che il processo aveva gettato sulla sua reputazione furono un duro colpo per la WWF. Ma c’era anche un altro problema a cui, a Stamford, dovettero far fronte. Oltre alle questioni di carattere legale, infatti, quello stesso anno, la federazione si trovò ad affrontare la spietata concorrenza della rivale World Championship Wrestling che, sotto la guida di Eric Bischoff e grazie agli ingenti investimenti del magnate dei media Ted Turner, stava effettuando una grande operazione di rilancio del proprio brand. Secondo Bischoff, infatti, per poter risollevare le sorti della compagnia di Atlanta, per prima cosa, era necessario renderla credibile agli occhi dei fan. E questo risultato si poteva ottenere solo annoverando fra le proprie fila stelle di primo piano, capaci di attrarre anche lo spettatore occasionale. Uno dopo l’altro, quindi, la WCW strappò alla concorrenza lottatori come Hulk Hogan (il cui passaggio alla corte di Turner fu clamoroso ai tempi), Randy Savage, The Big Boss Man, Earthquake e personalità come i manager Bobby “The Brain” Heenan, Jimmy Hart, Sensational Sherri e l’intervistatore “Mean” Gene Okerlund. Esattamentse come McMahon aveva fatto anni prima, a partire dal 1994, Bischoff cominciò a lavorare per rendere la sua federazione mainstream.

La WWF rispose alla razzia dei suoi campioni con il lancio della New Generation, un gruppo di atleti che avevano fatto la gavetta e che, adesso, erano pronti a prendersi il centro del palco: Bret Hart, Shawn Michaels, Diesel, Razor Ramon, Yokozuna, The Undertaker, Lex Luger, Jeff Jarrett, Owen Hart. La nuova generazione venne pubblicizzata in tivù con una serie di spot e un restyling del logo ufficiale.

wwf logo new generation
Restlyling del logo della WWF per la New Generation
La New Generation

In Italia, nonostante il grande successo delle tappe del WWF European Tour del 1992 e del 1993, a sorpresa, Tele+2 decise di non rinnovare il contratto per la trasmissione del wrestling nel nostro Paese. Per cui, dall’agosto del ’93 fino a febbraio del ’94, quando Italia1 avrebbe riportato gli show sui nostri schermi, i fan furono costretti a una pausa dal wrestling. Gli eventi più importanti, però, vennero comunque pubblicati su VHS con il commento del solito Dan Peterson. Per esempio, la Royal Rumble.

Yokozuna era il campione del mondo sin dalla metà dell’anno precedente, avendo strappato la cintura proprio ad Hulk Hogan ed avendola difesa dagli assalti di Lex Luger. In occasione del pay-per-view di gennaio, venne sancito un “match della bara” contro il temibile Undertaker. In questo genere di contesa, vince chi rinchiude il proprio avversario nella cassa da morto collocata a bordo ring: un incontro cucito su misura per il becchino. Per la prima volta, il gigante samoano si mostrava visibilmente impaurito, anche a causa della propria superstizione nei confronti delle bare. Per riuscire a superare il rivale, pertanto, alla Rumble fu necessario l’aiuto di vari altri heel che accorsero dal backstage in sostegno del campione proprio quando questi sembrava sul punto di soccombere all’Undertaker. Chiusa e sigillata la bara con il tramortito deadman all’interno, tutti i “cattivi” festeggiavano la vittoria di Yokozuna. Improvvisamente, la cassa fu avvolta da uno strano fumo e sul megaschermo venne mostrato il becchino al suo interno: dopo aver spalancato gli occhi ed aver giurato vendetta, con un colpo di teatro lo “spirito” dell’Undertaker scomparve per mesi.

undertaker
Undertaker giura vendetta dalla sua bara

Superate (apparentemente) le scaramucce di Surviror Series, quella stessa sera, i fratelli Hart andarono all’assalto dei titoli di coppia detenuti dai Quebecers. Le accuse di egoismo mosse da Owen a Bret sembravano ormai acqua passata e i due avevano ritrovato l’unità di sempre. Purtroppo, durante l’azione, Bret si fece male a un ginocchio ma decise comunque di andare avanti senza dare il cambio al fratello. Il dolore, però, era talmente forte che, ad un certo punto, la contesa venne interrotta e i Quebecers furono proclamati vincitori. Subito dopo, un furioso Owen perse completamente la testa e si scagliò sulla gamba malandata di Bret, colpendolo e urlandogli di essere stanco dei suoi continui tentativi di ostacolare la sua carriera.

royalrumble

Nonostante fosse azzoppato per l’infortunio, più tardi, Bret riuscì comunque a partecipare alla “rissa reale” che avrebbe garantito una title shot a WrestleMania X, rimanendo sul ring per ultimo insieme a Lex Luger. I due fecero di tutto per eliminarsi a vicenda ma accadde l’inimmaginabile: i due beniamini del pubblico finirono fuori dal quadrato toccando terra contemporaneamente. Il pubblico, silenzioso, si chiedeva chi fosse il vincitore. Dopo un caotico conciliabolo fra arbitri e dirigenti accorsi sul quadrato, con tanto di proclamazione prima dell’uno e poi dell’altro, fu decretato un clamoroso pareggio.

Rimaneva da capire chi avrebbe affrontato Yokozuna a Wrestlemania. Paradossalmente, però, Bret Hart adesso aveva qualcosa di più importante di cui preoccuparsi.

 

I meravigliosi anni 90 – 1993: il ritorno di Hulk Hogan


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Gianluca Caporlingua

Cresciuto (???) giocando a calcio e sbucciandomi le ginocchia sui campi in terra della provincia siciliana. Da bambino, però, il sogno (rimasto nel cassetto) era quello di fare il wrestler. Dato che mia madre non mi avrebbe mai permesso di picchiare gli altri, ho deciso di cominciare a scrivere le storie dei miei eroi. Oggi le racconto filtrandole coi ricordi d'infanzia.

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