Halloween Havoc 1995, un evento terrificante (seconda parte)

A Wrestling Vintage è ancora Halloween. In uno speciale di due puntate, quella della settimana scorsa e questa, stiamo celebrando questa festa d’oltreoceano a modo nostro, rivisitando un evento che abbiamo definito “terrificante”: Halloween Havoc 1995 della World Championship Wrestling

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Siamo giunti al main event della serata che è addirittura diviso in due parti. I protagonisti di entrambe, però, sono sempre loro: il campione dei campioni Hulk Hogan e lo sfidante di allora, The Giant (successivamente Big Show in WWE) del famigerato Dungeon of Doom.

Solo che la prima battaglia non è su un ring: è, invece, un Monster Truck Match. Eh??? Sì, avete presente quei fuoristrada con ruote mastodontiche che fanno acrobazie negli spettacoli sui motori? Ecco, quella roba lì.

È francamente complicato spiegare come in WCW fosse stata concepita l’idea di far scontrare Hogan e The Giant alla guida di questi enormi veicoli sul tetto di un parcheggio. Oltretutto, provare a farlo con la speranza che il tutto assuma un qualche senso per il lettore è impresa proibitiva. Diciamo solo che Eric Bischoff, l’allora presidente della federazione, accettò di abbinare una grossa sponsorizzazione alla rivalità fra i due lottatori che si stava raccontando in quel periodo senza curarsi del prevedibile pessimo risultato.

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Nel 1995 The Giant è un rookie. Data la sua impressionante stazza, che ricordava molto quella di un altro gigante, il francese Andre (che nella storyline veniva indicato come suo padre), viene subito buttato nella mischia dai dirigenti che lo fanno diventare un membro del Dungeon of Doom, gruppo di lottatori nemici giurati di Hulk Hogan. Prima di venire alle mani col campione, però, gli vengono consegnate le chiavi del mostruoso fuoristrada per fare un po’ di autoscontro col rivale. Pertanto, il giorno prima della messa in onda del pay-per-view, da qualche parte nei pressi del fiume Detroit (con telecamere al seguito per registrare e mostrare il tutto in tivù la sera dopo), i due sono pronti a schiacciare l’acceleratore del proprio Monster Truck per cercare di spingere quello dell’avversario al di là di una barriera di coni segnaletici stradali collocati in cima ad un parcheggio a più piani. Chi ci fosse riuscito per primo sarebbe stato dichiarato il vincitore della gara.

Alla fine è l’Hulkster ad avere la meglio ma quello che si ricorda della contesa è soprattutto quanto accade subito dopo. The Giant, visibilmente contrariato per la sconfitta, scende dalla macchina e prova a strozzare Hogan. Questi, nel tentativo di difendersi, finisce per buttare il colosso giù dal tetto. A quel punto, in preda al panico, corre a chiamare aiuto. Se siete amanti del wrestling e del trash, ragazzi, questo è assolutamente da vedere!

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Quindi, essendo precipitato da un’altezza pazzesca, The Giant muore e finisce lo show? Neanche per sogno. Cosa vuoi che siano dodici piani (di morbidezza) nel wrestling? Il fatto che si possa assistere alla seconda parte della battaglia viene messo in dubbio per qualche minuto, certo. Hogan arriva persino a scusarsi col pubblico per aver accidentalmente ucciso il proprio avversario (vi ricordate quando Johnny Stecchino si lamenta del fatto che Cozzamara se la sia presa tanto nonostante le scuse per avergli accidentalmente ammazzato la moglie?). Ma il campione non fa neanche in tempo a finire la frase che The Giant si presenta sul ring vivo e vegeto. E il bambino davanti alla tivù a quel punto pensa: questo qui deve essere proprio impossibile da battere, persino per Hogan, se è sopravvissuto a una caduta del genere!

L’azione sul quadrato non è proprio esaltante. The Giant è ancora fin troppo inesperto e si vede. Dopo essersele date un po’ a turno, lo sfidante mette Hogan al tappeto con la sua chokeslam ma – sorpresone – il nostro eroe riesce a interrompere il conto di tre dell’arbitro e a riprendere in mano il pallino del match. Esattamente come aveva fatto anni prima con Andre The Giant, l’Hulkster solleva il futuro Big Show e lo sbatte a terra. Finita? No. Compare Jimmy Hart che mette l’arbitro KO e i “cattivi” del Dungeon of Doom corrono in massa a pestare il beniamino del pubblico.

Infine, come se non fosse già tutto così grottesco, il capo della banda, Taskmaster, decide di cogliere l’occasione per presentare al mondo la sua “assicurazione”: fa così il suo debutto in società lo Yeti!

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In effetti, potevamo farci mancare uno Yeti ad Halloween? Grazie al buon vecchio Taskmaster, da quella sera (e per poco tempo, per fortuna), il roster della WCW avrebbe potuto “vantare” anche la presenza di un’enorme mummia (con le bende e tutto il resto, eh) che era rimasta congelata per secoli in un blocco di ghiaccio recuperato da una spedizione ai confini più remoti dell’Himalaya.

La conclusione dell’incontro è piuttosto confusa. Sotto minaccia, The Giant viene dichiarato ufficialmente vincitore per squalifica e, per una qualche clausola nascosta nel contratto, gli viene pure assegnata la cintura di campione del mondo che, però, gli sarà tolta d’ufficio la settimana seguente. Sipario.

E qualcuno, ancora oggi, si chiede come sia possibile che la WCW sia fallita solo sei anni dopo.

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Gianluca Caporlingua

Cresciuto (???) giocando a calcio e sbucciandomi le ginocchia sui campi in terra della provincia siciliana. Da bambino, però, il sogno (rimasto nel cassetto) era quello di fare il wrestler. Dato che mia madre non mi avrebbe mai permesso di picchiare gli altri, ho deciso di cominciare a scrivere le storie dei miei eroi. Oggi le racconto filtrandole coi ricordi d'infanzia.

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