Dylan Dog n. 371/Dampyr n. 209: il primo crossover Bonelli – Recensione

«È strano che le nostre strade non si siano mai incrociate prima», dice Harlan Draka a Dylan Dog nel crossover, primo in casa Bonelli, iniziato proprio sul numero 371 di Dylan Dog (“Arriva il Dampyr”), con la sceneggiatura di Roberto Recchioni e Giulio Antonio Gualtieri, i disegni di Daniele Bigliardi e le due copertine speculari di Gigi Cavenago. L’incontro è terminato sul numero 209 di Dampyr   “L’indagatore dell’incubo” –  scritto da Mauro Boselli con i disegni di Bruno Brindisi e le copertine di Enea Riboldi.

Il crossover fa incontrare i due personaggi bonelliani, ma ne mette in risalto le differenze. Da questo incontro/scontro emergono le caratteristiche peculiari dei due: Dylan Dog romantico e affascinante, disposto a tutto per tener fede a una promessa, ma anche più pensieroso e riflessivo di Harlan: forte, veloce, pronto all’azione e che non manca mai di schernire Dylan per la sua buona fede. L’inquilino di Craven Road è l’antieroe, non ha poteri soprannaturali (escludendo il quinto senso e mezzo), né enormi qualità: «non sono che un investigatore da quattro soldi» dice, senza contare i complimenti che gli rivolge Tesla. Harlan Draka è invece figlio di un maestro della notte e una mortale, non un semplice umano, il Dampyr l’uccisore di vampiri che gira il mondo non soltanto per salvarlo dall’oscurità a cui vorrebbero condannarlo i maestri della notte, ma soprattutto per scavare nelle sue radici e trovare uno dei maestri più potenti di sempre: suo padre.

La storia inizia in un tumultuoso locale, ma prende spunto da un ben più violento fatto storico: l’attacco dei Vichinghi alle coste inglesi. Il Maestro della Notte che Dylan e Harlan si trovano ad affrontare è infatti Lodbrok, corrispondente alla figura semi – mitologica del re vissuto nel IX sec. della tradizione scandinava portata ultimamente alla ribalta dalla serie tv “Vikings”.

Lodbrok non è mai riuscito a superare la sconfitta inflittagli da Angus Og, ovvero Lord Marsden, sullo Stanford Bridge (avvenuta storicamente nel 1066, quando l’esercito norvegese guidato da Re Harald è stato sconfitto dal Re inglese Aroldo II Godwisson). Con questa sete di vendetta Lodbrok sembrerebbe volere non solo fare a pezzi il suo nemico, ma anche distruggere la popolazione inglese. È per questo che il “team dei buoni” si unisce, anche se in un primo momento non sembrano simpatizzare molto tra loro. Nonostante le pessime intenzioni di Lodbrok non riescono a fermarlo al primo incontro, complice lo stesso Dylan che ha promesso di non uccidere il maestro alla conturbante skjaldmær (vergine dello scudo) Lagherta, protettrice del Maestro della Notte. Dovranno quindi fare i bagagli: Dylan e Groucho dovranno lasciare il loro naturale habitat londinese e andare con Harlan, Kurjak e Tesla in Scozia, dove avverrà la battaglia finale.

L’enorme potenza del vampiro riuscirà a dividere il gruppo e a soggiogare la volontà di Tesla, ma non quella degli altri: Harlan ha il potere di schermare la sua mente e quella di Kurjak, Dylan farà lo stesso grazie all’aiuto di una selkie, creatura mitologica della tradizione scozzese che può trasformarsi in foca e Groucho invece risulta completamente immune al potere del maestro.

Crossover-Dylan-Dog-Dampyr

Harlan e Dylan riusciranno ad arrivare allo scontro con Lodbrok lucidi e preparati, anche se ad attenderli non ci sarà un semplice vampiro: il Maestro della Notte entrerà in scena sotto forma di drago Niddhoggr (creatura che tormenta i morti e se ne nutre: questo tipo di mostro mitologico anche conosciuto come Lindworm è associato alla figura di Ragnar Lodbrok in quanto secondo la leggenda, riuscì ad ucciderne due che tormentavano il territorio seuone), dunque il Dampyr, coadiuvato da Kurjak, farà il possibile per ucciderlo… ma dopo la visione di Londra che esplode, verrà definitivamente sconfitto da Dylan.

A vincere però non saranno i buoni, ma una vecchia conoscenza di Dylan che da dietro le quinte ha manovrato magistralmente tutti gli attori: John Ghost.

johngost

L’incontro tra Dylan e Harlan è suggellato nel Dylan Dog dai disegni magistrali di Daniele Bigliardo, che trasportano il lettore non solo in un’oscurità cupa e soffocante dove Lodbrok ed il suo seguito di non morti consumerà le peggiori atrocità, ma anche fuori dal nostro tempo, regalandoci pagine spettacolari che ritraggono le campagne di conquista di Ragnar in Inghilterra. I volti di Bigliardo poi sono estremamente significativi e racchiudono una grande potenza recitativa. Nel 209 di Dampyr i disegni sono affidati a Bruno Brindisi, che attraverso pagine più pulite ci mostra la spettacolare trasformazione di Lodbrok in drago e la distruzione di Londra, senza dimenticare l’ottima ricostruzione dell’attacco vichingo a Parigi delle primissime pagine.

L’incontro tra Harlan e Dylan è stato proficuo e oltre a salvare Londra e a sconfiggere il potente Lodbrok ha regalato uno, anzi due bellissimi fumetti ai lettori, che da quanto successo nell’ultima pagina potrebbero ben sperare in un nuovo incontro.

 

 

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Carla Gambale

Non si ha memoria di quando abbia iniziato a leggere, ma non ho mai smesso. Lotto da tempo immemore con mia madre per farle comprare una nuova libreria. Tra un'emicrania e l'altra mi adopero a leggere, scrivere e parlare di libri, fumetti e serie tv, poi nel tempo libero studio anche archeologia

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