Conan il ragazzo del futuro – La speranza corre a piedi nudi

In occasione dei 40 anni di Conan il ragazzo del futuro, proviamo a spiegare come mai quest’anime è più attuale che mai, regalandoci ancora insegnamenti preziosi

Fateci caso. Se parlate della vostra infanzia e iniziate uno di quegli elenchi infiniti su cosa vedevate in tv da piccoli, appena si nomina Conan il ragazzo del futuro succede di tutto. Voci strozzate dall’emozione; l’orco odia umani vicino a voi, diventa più dolce di un cerbiatto. Il più delle volte chi sta alla quarta pinta si butta in un’imitazione adorante di Giorgia Lepore che con la sua voce inconfondibile ci incoraggiava cantando “se qualcuno sorride a te, un futuro ancora c’è.”

In quest’era dove le gabbie sono state aperte e chiunque può dar libero sfogo alla propria idiozia (cito, sapendo che rimarrà negli annali, il cabaret di Rita Pavone che si scaraventa su Twitter contro i Pearl Jam), pensiamo a salvare le cose belle.  Ad esempio, ricorrono i quarant’anni dalla prima messa in onda di Conan il ragazzo del futuro –  Mirai Shonen Conan (1978-2018).

Poesia visiva e d’intenti, la storia del piccolo Conan è così attuale da non poter essere semplicemente menzionata quando ci si abbandona alla nostalgia canaglia. Viviamo perennemente sull’orlo della crisi; siamo nati in un finto stato di grazia tanto da essere stati costretti a prendere coscienza del baratro in cui sono finiti gli uomini e il Pianeta che abitiamo.

E la speranza allora? Da qualche parte dicono ci sia ancora. Se è così, non può che avere le sembianze di un ragazzino che corre felice a piedi nudi in una lontana Isola Perduta.

Conan il ragazzo del futuro è un anime di soli 26 episodi, un prezioso racconto da recuperare qualora non sia mai stato visto, un verbo da diffondere come regalo alle nuove generazioni. E, per noi bimbi sperduti, una storia che è arrivata l’ora di apprezzare da grandi.

Splendida rielaborazione ad opera dei sommi Maestri dell’animazione nipponica, Conan trae origine dal serioso romanzo per ragazzi The Incredible Tide (L’incredibile marea) di Alexandr Key. Opera in pratica avulsa dal suo originale su carta, Conan il ragazzo del futuro è l’esempio principe dell’espressione immaginifica di Miyazaki che lo rimaneggia completamente, facendovi confluire i temi a lui più cari: la condanna della guerra, la salvaguardia dell’ambiente e, soprattutto, far sentire grandi i bambini, e far tornare bambini i grandi. Accanto al Maestro Miyazaki troviamo la firma del compianto Maestro Isao Takahata; la regia fu inoltre curata in parte da Yoshiyuki Tomino. Tre nomi che vogliono dire eccellenza.

Episodi insolitamente lunghi – quasi mezz’ora ciascuno – raccontano un futuro non troppo lontano, dove la Terza Guerra Mondiale, nel 2008, ha distrutto la Terra, ridefinendone la geografia. Vent’anni dopo, il piccolo Conan vive disperso nell’Isola Perduta insieme al nonno e crede che nessun altro sia sopravvissuto oltre a loro. Eppure un giorno che sembra iniziato come gli altri, naufragherà sull’Isola Lana, una splendida ragazzina fuggita da Industria (o Indastria), città ipertecnologica governata dal tirannico Lepka che vorrebbe accedere a un nuovo tipo di energia che solo il nonno di Lana, il Dottor Rao, conosce. Quando Lana verrà catturata sull’Isola Perduta, Conan intraprenderà un lungo viaggio pieno di avventure per trarla in salvo e sconfiggere Lepka.

Questa serie è stata ampiamente saccheggiata da successivi lavori leggendari che rispondono al nome di Ken il Guerriero con i suoi scenari alla day after in cui l’umanità si ritrova a vivere nel peggiore dei mondi possibili, mentre un eroe parte alla ricerca della donna amata, attraversando Paesi che contribuisce ad affrancare dalla tirannia cui sono sottoposti. E ancora, dalla prima serie di Dragon Ball dove ritroviamo il piccolo Goku allevato solo dal nonno, ignaro del mondo che lo circonda.

Conan e Lana sono l’amore puro privo di ogni malizia. Due anime innocenti si incontrano per parlare al mondo della rottura di quell’equilibrio fragile tra natura e progresso, della tirannia subdola dei potenti che aspirano al controllo totalitario del Pianeta. Raccontano di uomini e donne che si ribellano in nome di ideali perduti, che riscoprono l’amore verso gli altri e ciò che li circonda.

Quando tutto sembra perduto, Conan e Lana ci hanno insegnato che si può sempre ricominciare.

Una ricchezza di tematiche tale da costituire patrimonio per la delicata missione affidata alle generazioni future: essere coraggiosi in un mondo che ha smarrito il buon senso.

Oltre al piccolo protagonista e a Lana, personaggi memorabili popolano l’anime, contribuendo a costruire un forte simbolismo in un ambiente che comunica tanto quanto gli esseri umani. Progressivamente si assiste alla conversione e alla presa di coscienza che a voler imporre un dominio spietato del ferro sul respiro vitale della Terra, è come infliggersi la massima punizione finché ci sarà vita (se così si può continuare a chiamarla). Tant’è vero che Industria è asfissiante, con l’enorme edificio della Torre del Sole che domina sulla popolazione divisa in caste: dal Consiglio degli Scienziati alla milizia, fino ai ribelli ridotti in schiavitù imprigionati nelle viscere della città. A questo scenario agghiacciante si contrappone la selvaggia isola di Conan, nonché l’opalescente Isola di Hyarbor da cui proviene Lana, figlia di un’utopica comunità agreste retta in armonia dall’intera assemblea cittadina.


La meravigliosa storia raccontata dal Maestro Miyazaki è un concentrato di emozioni contrastanti che prendono il sopravvento in chi guarda, letteralmente stregato dal carisma incontenibile di Conan e dalle sue abilità sviluppatesi grazie allo strettissimo contatto con la natura miracolosamente sopravvissuta e incontaminata; Assisteremo alla toccante conversione del braccio destro di Lepka, Monsley, una svolta fondamentale nella narrazione, che sarà pronta a tornare a un’esistenza serena superando il suo trauma che è quello del mondo intero. Monsley a soli otto anni assistette al volo radente dei bombardieri, un evento che mise la parola fine alla sua infanzia. Nessuno dovrebbe assistere a tanto scempio; figuriamoci i bambini. E poiché  si meritano di essere citati tutti i bambini, Gimsey (o Jimsy), vale a dire il primo amico di Conan, selvaggio ragazzino proveniente dall’Isola di Plastica, ha conquistato nel cuore di tutti un posto speciale. Dal loro primo incontro sarà l’inseparabile ombra di Conan. Tra i due nascerà un’amicizia preziosa che li porterà a vivere avventure strabilianti che segnano il percorso di crescita dei ragazzi, sullo sfondo di un Paese in balia dell’oblio culturale e sociale.

Conan il ragazzo del futuro è il nostro grande interrogativo per il domani, sempre più vicino. Siamo al cospetto di un viaggio raccontato dal Maestro della poetica visiva nella follia umana e, al contempo, nella sua potenziale grandiosità.

Esattamente quello che viviamo oggi. Questo mondo si regge in punta di piedi come un funambolo in un equilibrio così precario da far spavento. Eppure non tutto è perduto. Ci sono i bambini e poi ci siamo noi, che siamo cresciuti con gli insegnamenti di Conan.

Sig.ra Moroboshi

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Contro il logorio della vita moderna, si difende leggendo una quantità esagerata di fumetti. Non adora altro Dio all'infuori di Tezuka. Cerca disperatamente da anni di rianimare il suo tamagotchi senza successo. Crede ancora che prima o poi, leggerà la fine di Berserk.

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