Che cos’è la spirale del silenzio e perché è applicabile ai nuovi media

Oggi parliamo di definizione fondamentale di spirale del silenzio e vediamo come questa possa essere facilmente applicabile anche alla realtà odierna dei nuovi media come i social network e Facebook in particolare

sharing-too-much-information-on-social-networks.jpg-710x450Secondo il modello sociologico attuale se un individuo vuole sondare l’orientamento dell’opinione pubblica il metodo più idoneo sarà costituito dalle rappresentazioni dei media. In particolare il mezzo televisivo è quello più studiato e idoneo per avere un’idea del modello imperante più massivamente diffuso. Si applicherà in questo caso un processo perverso, per cui le opinioni che, a torto o a ragione, verranno presentate dai media come anche solo lievemente maggioritarie, tendenti ad accrescere la loro diffusione, saranno esposte con ancora più veemenza dai propri sostenitori. Al contrario, chi sostiene opinioni o atteggiamenti presentati dai media come minoritari, oppure in discesa, sarà indotto a non esporsi in pubblico o addirittura a coltivare dubbi circa ciò di cui era convinto.

Il meccanismo perverso di spirale del silenzio applicato ai social network

Partiamo da una definizione fondamentale di spirale del silenzio e vediamo come questa possa essere facilmente applicabile anche alla realtà odierna dei nuovi media come i social network e Facebook in particolare.

Attraverso il meccanismo di spirale del silenzio ciò che è forte lo diventa ancora di più, mentre le voci anche solo lievemente più deboli sono portate, dal meccanismo di costante sostengo popolare all’opinione dominante, a farsi sentire sempre di meno. La teoria della spirale del silenzio è utile per spiegare il comportamento dell’opinione pubblica in particolari occasioni. È anche implicitamente adottata nell’applicazione di alcune norme relative alla copertura mediatica dei processi elettorali. Il modello non è utile solo in un contesto di analisi della comunicazione politica, può infatti servire a comprendere quelle occasioni in cui un’opinione, una moda, una tendenza, un insieme di comportamenti sembrano balzare all’improvviso agli onori della cronaca, come se fossero apparsi dal nulla. Questo tipo di dinamica e di meccanismo che parte da uno studio sociale complesso, oggi può essere applicato in modo aderente ai processi mediali dei social network, Facebook e Instagram su tutti. Si tratta naturalmente di dinamiche che erano già ampiamente diffuse e studiate già prima di internet e del ruolo che oggi gioca il mondo del web e quello della tecnologia digitale. Tuttavia questa concezione di pensiero unico imperante, si acuisce proprio grazie alla tecnologia mobile, nonostante in un primo momento questo ci abbia dato l’effetto opposto, diametralmente contrario rispetto all’omologazione.

Tuttavia considerare il web, il cinema o la televisione, come uno strumento monolitico e dai contenuti omogeneo, contraddice la progressiva differenziazione che è invece una caratteristica di questi ultimi tempi. Prendiamo come esempio il format televisivo attuale, il quale ha a disposizione un’offerta sempre più vasta di emittenti e canali, senza contare la crescente realtà delle piattaforme di streaming video, che dopo una prima fase di servizio esclusivamente on demand, ha inaugurato con successo anche la messa in onda di eventi dal vivo. Pensiamo a realtà come quella di Infinity, di Dazn e di Prime Video che propongono anche partite di calcio di massima divisione e di altre competizioni come la Champions e l’Europa League. In questo caso, mentre sulla tv vengono trasmessi programmi di altra natura, le piattaforme di streaming diventano settoriali e mostrano un palinsesto più coeso e in larga parte coerente con l’offerta proposta. Si tratta quindi di un orientamento di singoli prodotti verso pubblici sempre più specifici.

Tuttavia rimane sempre da dimostrare come un aumento quantitativo dell’offerta, che è innegabile, corrisponda anche a un incremento della qualità del prodotto. Ad esempio nel caso del calcio professionistico, bisognerebbe ragionare sul fatto che con un campionato a 20 squadre il livellamento sia portato verso il basso, anziché il contrario. Un aspetto che sicuramente sta alla base del betting online di scommesse.netbet.it piattaforma dedicata a quote, pronostici e news di carattere sportivo.

 

 


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