Botte di Natale – Parte II

Seconda parte di Botte di Natale, una serie di speciali targati Wrestling Vintage dedicati agli episodi più divertenti ed appassionanti di Prime Time Wrestling: questa settimana si torna nel 1990!

copertina wrestling vintage botte di natale 2

Dopo lo straordinario successo di critica della puntata di Wrestling Vintage della settimana scorsa (a un mio amico e suo fratello è piaciuta tantissimo…), abbiamo deciso che anche in questa edizione (ri)guarderemo con voi un vecchio episodio natalizio di WWF Prime Time, spingendoci addirittura fino al 1990, quando tutto era più semplice e i capelli erano cotonati.

In studio, stavolta, il presentatore è il leggendario Gorilla Monsoon, mentre la sua spalla è il solito Bobby “The Brain” Heenan. E fra l’albero di Natale e i festoni, sul loro tavolo c’è anche il ring con i pupazzi che avevo anch’io!

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Dopo il consueto scambio di “cortesie” iniziali degno di una coppia di anziani sposi, i due lanciano il primo match. E qui ricordiamo lo stesso concetto espresso la settimana scorsa: nei programmi televisivi, le stelle della federazione spesso si misuravano con degli scappati di casa che, più che in una palestra, sembravano essere stati raccattati nei peggiori bar di Caracas. Se non ve lo ricordate (o non ci credete, se siete della generazione successiva), a mo’ di esempio, segue il reperto numero 1

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Non sono esattamente quella che chiamereste una forza devastante”, li introduce il telecronista. Guardandoli in faccia, come fai a non essere d’accordo con lui? Contro di loro, il tag team preferito dal vostro umile redattore: i Legion of Doom! Devo scrivervelo o avete già dei forti sospetti su quale possa essere stato il risultato?

Un Report ci mostra le immagini della perdita del titolo intercontinentale da parte di “Texas Tornado” Kerry Von Erich, battuto da Mr. Perfect grazie all’interferenza di “The Million Dollar Man” Ted DiBiase che, con l’arbitro momentaneamente kappaò, sale sul ring e colpisce Von Erich con la cintura. Nel wrestling se ne fregano dei buoni sentimenti ispirati dal Natale: Texas Tornado adesso è incazzato nero e non vede l’ora di mettere le mani su Dibiase.

In un incontro di una lentezza disarmante (per gli standard moderni), si affrontano due wrestler conosciuti. Il “cattivo” è The Barbarian (che in qualunque epoca lo si guardi è sempre uguale) mentre ho (ri)scoperto una cosa che avevo completamente rimosso (forse a causa del suo osceno costume leopardato): il “buono”, nei panni dell’uomo della jungla Saba Simba, è quel Tony Atlas che, insieme al padre di The Rock, nel 1983 era stato il primo campione di coppia afroamericano della storia. Purtroppo, però, a ‘sto giro con il barbaro gli dice male.

Si parla anche del primo pay-per-view dell’anno, in questo caso il 1991, che, come di consueto, è la Royal Rumble. “Mean” Gene Okerlund ricorda la lista degli incontri fissati per l’evento. Spicca la contesa per il titolo assoluto fra il campione Ultimate Warrior e lo sfidante Sgt. Slaughter, che in quel periodo si era venduto all’Iraq di Saddam Hussein.

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Per il classico Royal Rumble match, invece, “Mean” Gene snocciola una serie di nomi di partecipanti – dal debuttante Undertaker ai Demolition a Earthquake, solo per citarne alcuni – che solo a sentirli ti commuovi. Ad ogni modo, ragazzi, non affannatevi, tanto la Rumble la vince di nuovo Hulk Hogan, come l’anno prima.

Mentre tutti i segmenti in studio vertono sui “divertentissimi” (le virgolette sono d’obbligo) tentativi di Bobby Heenan di addobbare l’albero di Natale e sui conseguenti rimbrotti di Gorilla Monsoon, scorrono le immagini di altri tre match con protagonisti – in ordine – Hercules e Paul Roma, insieme conosciuti come Power & Glory, Big Boss Man (che si porta sul ring una palla di ferro attaccata ad una catena…) e ancora un “famoso contro famoso”, una sorta di derby delle isole esotiche fra Haku e “Superfly” Jimmy Snuka. Ma  purtroppo è un altro scontro che si consuma a velocità bradipale.

L’intervista del Brother Love Show, invece, ci propone padre e figlio: il debuttante Dustin (che, qualche anno dopo, sarebbe diventato Goldust) e il suo babbo, il mitico Dusty Rhodes. Parlando di un’imminente resa dei conti con The Million Dollar Man e il suo scagnozzo, Dusty avverte i rivali con il suo solito slang: Ted DiBiase, fra padre e figlio c’è un legame che tu non potrai mai avere con Virgil, baby!

La puntata natalizia di WWF Prime Time ci porta anche al Madison Square Garden di New York, una specie di seconda casa per la federazione di McMahon, dove si affrontano The British Bulldog e  “Playboy” Buddy Rose. Rispetto ai due precedenti match di cartello (anche se sembra una battuta definirli così), in questo caso il ritmo è un tantino più elevato ma la qualità rimane abbastanza scadente. And your winner is…The British Bulldog!

Ci avviamo alla conclusione, non prima di aver assistito ad altri tre incontri, ognuno di circa due minuti e mezzo e tutti tratti da WWF Superstars, i cui protagonisti sono, rispettivamente: i campioni di coppia Bret Hart e Jim “The Anvil” Neidhart (a proposito, bellissima mossa finale la loro Hart Attack!); Jake “The Snake Roberts”, che si sbarazza rapidamente dello sparring partner per poi fargli fare un incontro ravvicinato col suo serpente Damian (questa era l’epoca della faida con “The Model” Ric Martel che, in precedenza, lo aveva accecato spruzzandogli il suo profumo negli occhi); e infine il nuovo campione intercontinentale Mr. Perfect.

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Lo show si chiude con un altro momento “comico” (ancora una volta, le virgolette non sono casuali). Gorilla Monsoon mostra al pubblico l’albero addobbato malissimo da Bobby Heenan e i due si scambiano i regali, ma quest’ultimo distrugge il suo per un equivoco.

Ha ha ha…le matte risate…

Poi però pensi che, in fin dei conti, era il 1990 e tu avevi una decina d’anni. Ti ricordi di quanto eri felice quando andava in onda il wrestling con Dan Peterson e di quanto ti piacesse guardarlo soprattutto durante le vacanze di Natale. E anche un insieme di incontri la cui qualità va da medio-scarsa a scarsissima ti sembrano improvvisamente uno spettacolo indimenticabile.

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Gianluca Caporlingua

Cresciuto (???) giocando a calcio e sbucciandomi le ginocchia sui campi in terra della provincia siciliana. Da bambino, però, il sogno (rimasto nel cassetto) era quello di fare il wrestler. Dato che mia madre non mi avrebbe mai permesso di picchiare gli altri, ho deciso di cominciare a scrivere le storie dei miei eroi. Oggi le racconto filtrandole coi ricordi d'infanzia.

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