Boris 4 – Paolo Calabresi spiega perché una nuova stagione è improbabile

Paolo Calabresi, il celebre Biascica in Boris, ha affermato: «Tutti vorremmo Boris 4, ma senza Mattia Torre è improbabile»

Boris 4 - Photo Credits: Web

Paolo Calabresi, interprete di Biascica nella iconica serie tv Boris, ha rilasciato un’intervista in cui spiega ai fan il perché non ci sarà una quarta stagione. Nonostante infatti le petizioni dei fan a Netflix, Calabresi spiega che dopo la morte dell’autore Mattia Torre è impossibile andare avanti con un Boris 4.

Accanto agli aneddoti e ai ricordi, Calabresi confessa l’irripetibilità di questa esperienza: «Boris è l’unico prodotto in cui, quando mi rivedo, non mi faccio schifo. Anzi mi faccio ridere e questa cosa è unica».
Eccovi alcuni estratti dall’intervista, rilasciata al sito Fanpage.it:

Al di là dell’aspetto celebrativo della cosa, credi ci siano concrete speranze per una quarta stagione di Boris?

È doloroso dirlo ma purtroppo no. Mai dire mai, ma quelle difficoltà che avevano impedito la produzione di un’altra stagione quando Mattia Torre era ancora vivo, oggi rendono improbabile la fattibilità della cosa. È una mia sensazione.

Mattia Torre era il motore del trio?

Erano un mostro a tre teste, perfettamente equilibrati, ognuno con le sue peculiarità. Giacomo Ciarrapico è un dialoghista unico, Luca Vendruscolo ha un approccio scientifico alla materia, Mattia era quello con la visione mai scontata, che andava sempre oltre. La sinergia era perfetta.

Possibile che nessuno abbia mai proposto di continuare?

Gliel’hanno chiesto tutti in verità, da Fox a Sky e sembravano quasi in procinto di farla, dipendeva solo da loro. Gli attori non vedevano l’ora, i fan non vedevano l’ora, le reti non vedevano l’ora.

Qualcosa è andato storto?

Siccome loro sono degli sceneggiatori molto particolari, che fanno le cose solo quando se le sentono davvero dentro, sostenevano che le condizioni della situazione televisiva italiana presenti quando è nato Boris – per intenderci, un diffuso Occhi del cuore 2 – fossero terminate in quanto c’era stata un’evoluzione, con piattaforme come Netflix e altre. In sostanza si poteva scegliere, non c’era più quella prigione che costringeva gli spettatori prima, o questo o niente.

Discorso anche condivisibile.

Condivisibile, ma io ho sempre obiettato in nome del fatto che secondo me, proprio in virtù di questa grande varietà di offerta, tutta la zona Occhi del Cuore 2 era diventata più circoscritta e meno diffusa, ma sempre più Occhi del Cuore. Per molte fiction attualmente in onda il tempo non è passato e non vuole passare.

Quando avete iniziato la lavorazione, eravate consapevoli che in Boris ci fosse qualcosa che andava oltre?

Ce ne siamo accorti subito per il livello di scrittura, ma mai avremmo pensato che sarebbe accaduto quello che è successo negli anni. La serie non è invecchiata, i ventenni di oggi la vedono per la prima volta e non è cambiato nulla.

In America Better Call Saul, nata dall’acclamatissima Breaking Bad, ha avuto un grande successo. Dovessi immaginarti uno spin off verticale di Boris su uno dei personaggi, chi sceglieresti? Biascica non vale…

Se si va ad analizzare credo che moltissimi personaggi ne meriterebbero uno. René su tutti, ma anche Corinna, Stanis, Arianna, chissà come vive nel privato Arianna. Su Biascica e Sergio potremmo metterci su cinque o sei stagioni, proprio come Better Call Saul.

Forse l’unico su cui non si potrebbe fare uno spin off è il celebre dottor Cane.

L’attore che lo interpretava, Arnaldo Ninchi, è stato il primo delle tre dolorose morti che abbiamo avuto noi di Boris. Era uno strepitoso attore di teatro ed è significativo come per Boris avesse accettato di fare una parte senza mai essere inquadrato in volto, intuendo il valore dell’opera.

Un po’ come accadde per Roberto Herlitzka nella prima stagione. L’impressione è che voi attori la quarta stagione di Boris la fareste anche gratuitamente.

Siamo una grande famiglia, tutti viviamo la sensazione di aver preso parte a qualcosa di irripetibile.

 

 

 


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