Ancora maschere, scambi di persona e impostori sul ring

Secondo appuntamento con i personaggi più folli, le maschere più strane, identità rubate e uomini del futuro: in questo nuovo episodio di Wrestling Vintage continuiamo a raccontarvi il lato più trash del nostro sport-spettacolo preferito!

copertina wrestling vintage maschere parte 2

Dopo il successo della scorsa puntata di Wrestling Vintage (che ammiocuggino è piaciuta tantissimo), abbiamo deciso di fare il bis. Anche oggi, infatti, dedicheremo la nostra rubrica a personaggi improbabili e storyline non proprio riuscite – per usare un eufemismo – della storia del nostro sport-spettacolo preferito. Sì ma non perdiamo altro tempo. Cominciamo.

diesel-razorI finti Diesel e Razor Ramon

Ragazzi, questa è una delle peggiori idee che siano mai state partorite nel mondo del wrestling. A metà degli anni Novanta, Kevin Nash e Scott Hall sono due dei lottatori di punta dell’allora World Wrestling Federation. L’uno, nei panni della (ex) guardia del corpo Diesel aveva vinto il titolo assoluto. L’altro, conosciuto ai più come Razor Ramon, era stato più volte campione intercontinentale. Ad un certo punto, però, inizia “la guerra del lunedì sera” fra la WWF e la rivale World Championship Wrestling e, per ottenere la leadership negli ascolti televisivi, Eric Bischoff convince il magnate Ted Turner ad aprire il portafogli per strappare alla concorrenza alcuni grossi nomi. Due di questi sono proprio Nash e Hall che, lasciata la WWF, fra maggio e giugno del 1996 si presentano a Monday Nitro e piantano il seme dell’nWo, la stable che, con l’ingresso e la conversione di Hulk Hogan alla causa dei “cattivi”, avrebbe scosso l’intero business – come lo chiamano gli americani – dalle fondamenta.

La perdita di due pezzi da novanta come Diesel e Razor Ramon è un duro colpo per Vince McMahon ma qualcuno dei dirigenti gli fa notare che a lasciare la federazione sono stati, sì, Kevin Nash e Scott Hall ma non i personaggi da loro interpretati, di cui la WWF detiene ancora i diritti. Ecco la scintilla per l’ideona!

E così, per qualche settimana, a Raw viene annunciato l’imminente ritorno di “Big Daddy Cool” e “Da Bad Guy”. I fan, già confusi dal fatto che, sin dal loro arrivo, Hall e Nash stanno mettendo la WCW a ferro e fuoco (sottintendendo, nei loro promo, che sia stato lo stesso McMahon a inviarli a invadere e distruggere la concorrenza), non ci capiscono più niente. Ma quindi i due wrestler sono davvero andati a fare danni in casa degli avversari e ora sono pronti a tornare alla base? È una qualche storyline o è tutto vero? L’arcano viene svelato da lì a poco. La stessa sera in cui è previsto il ritorno di Diesel e Razor Ramon a Raw, Nash e Hall sono regolarmente in diretta a Nitro. Al loro posto, sugli schermi di Raw compaiono un “nuovo” Razor interpretato da un certo Rick Bognar e Glen Jacobs vestito da Diesel.

L’idea è talmente “geniale” che i due impostori vengono subito etichettati come “fake Razor” e “fake Diesel” e, in un batter d’occhio (per fortuna), svaniscono nel nulla. Il primo sarebbe rimasto per sempre una meteora che si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato (e nei panni sbagliati). Il secondo, invece, avrebbe avuto senza dubbio più successo dando vita al personaggio di Kane circa un anno dopo.

undertakerundertakerUndertaker vs Undertaker

Prima di Sin Cara vs Sin Cara (vedi episodio precedente), c’era già stato un incontro di un lottatore contro… se stesso. Esattamente nel 1994. E devo ammettere che, da bambino, questa storia mi aveva particolarmente intrigato.

Il becchino era stato sconfitto alla Royal Rumble di quell’anno in un Casket match ed era stato chiuso in una bara da Yokozuna con l’aiuto di una dozzina di altri “cattivi”. Una volta sigillata, però, dalla cassa era venuto fuori del fumo, si erano spente le luci e sul megaschermo era comparso Undertaker per giurare che sarebbe tornato per vendicarsi e poi volare letteralmente via.

Verso l’estate, però, Ted DiBiase lo riporta a sorpresa in tivù. Inspiegabilmente, “The Million Dollar Man” sostiene di aver ritrovato il “Deadman” e di averlo convinto a entrare nella sua scuderia in nome del dio denaro. Tutto molto strano. Ma è proprio lui. O almeno lo sembra. A rendere il mistero ancora più fitto, però, ci si mette Paul Bearer, lo storico manager che promette che il vero Undertaker tornerà a Summerslam per distruggere l’impostore che si spaccia per lui.

Una roba che non stavo più nella pelle, complice il commento appassionante di Dan Peterson durante le puntate di avvicinamento al grande evento che venivano trasmesse anche da noi. Il problema è che, però, Italia1 non aveva i diritti dei pay-per-view. E io, a quei tempi, questo non lo sapevo e speravo ingenuamente di assistere a quel match. Invano, purtroppo. Avrei scoperto com’era andata a finire solo qualche anno dopo, da una VHS originale in lingua tedesca.

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Ovviamente, la conclusione è che a Summerslam riappare il vero Undertaker, i due si trovano faccia a faccia sul ring e per il finto becchino arriva inesorabilmente il momento di riposare in pace per sempre.

Qualcuno dice che questo incontro sia stato uno dei peggiori della storia della federazione. Probabilmente, però, quel qualcuno non aveva visto le puntate precedenti col commento di Dan Peterson. Se l’avesse fatto, sono certo che gli sarebbe sembrato di assistere al match del secolo.

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Gianluca Caporlingua

Cresciuto (???) giocando a calcio e sbucciandomi le ginocchia sui campi in terra della provincia siciliana. Da bambino, però, il sogno (rimasto nel cassetto) era quello di fare il wrestler. Dato che mia madre non mi avrebbe mai permesso di picchiare gli altri, ho deciso di cominciare a scrivere le storie dei miei eroi. Oggi le racconto filtrandole coi ricordi d'infanzia.

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