[Recensione] Ducktales, la prima puntata del remake più atteso dell’anno

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L’abbiamo aspettata per mesi, probabilmente per anni… e alla fine è qui, finalmente. La nuovissima serie dei Ducktales è uscita negli Stati Uniti proprio a ridosso di ferragosto, portando con sé una ventata di freschezza che normalmente queste operazioni di remake/reboot difficilmente hanno. Ma qui la Disney gioca in casa, questo è il suo pane quotidiano e se decide di rimettere mano a una delle serie più amate della sua scuderia, probabilmente è perché l’idea giusta era lì, pronta per essere usata e donata a tutti gli appassionati, vecchi e nuovi, del mondo dei paperi. Il 26 novembre, finalmente, DuckTales è arrivato anche in Italia, su Disney Channel!

Artefici di questa nuova serie sono gli showrunner Matt Youngberg e Francisco Angones, i quali hanno attinto a piene mani dall’incredibile bacino di storie messo a disposizione sia dal grande Carl Barks (chinate per qualche secondo il capo in segno di rispetto, per favore), che dalla Saga di Don Rosa: storie imprescindibili per chiunque voglia iniziare a scrivere di Paperi e dintorni.

Se le storie di Barks apparivano più rassicuranti, quelle di Don Rosa erano probabilmente un velo più spigolose.  I due autori, che almeno in questa prima fase hanno dichiarato d’ispirarsi a quel mondo, hanno sapientemente mixato il tutto per regalarci una serie moderna, che ha davvero pochi legami con quella storica e punta decisamente a un pubblico ampio, non necessariamente composto da bambini.

La prima, grande novità di questo nuovo corso è sicuramente rappresentata da Paperino: se nella precedente incarnazione dei Ducktales era relegato (inspiegabilmente…) a un ruolo di guest star, qui entra finalmente in campo da titolare. Ovviamente il personaggio è quello che conosciamo, ovvero perseguitato dalla sfortuna, senza un soldo e con i nipotini a carico. Non viene però rappresentato come un lavativo: Paperino cerca di darsi da fare per mandare avanti la sua piccola abitazione galleggiante, cercando disperatamente di sbarcare il lunario e magari sistemarsi con un lavoro dignitoso.

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Accanto a lui, immancabili, ci sono Qui, Quo, e Qua… finalmente cresciuti. No, non fraintendetemi: non sono diventati degli adolescenti, sono sempre dei ragazzini, ma stavolta hanno personalità diverse: non più personaggi intercambiabili, ma ognuno col suo carattere. Inoltre non sembrano più  i  “saputelli” di una volta, si capisce che sono molto svegli per la loro età, ma fondamentalmente rimangono dei bambini che vogliono giocare e divertirsi, esattamente come tutti. Quest’evoluzione non è affatto da sottovalutare e sono sicuro che anche grazie a loro, ne vedremo delle belle.

Poi c’è lui. Il vero protagonista. Colui che potrebbe comprare tutto e tutti, condurre una vita agiata e magari – perché no – fare da “nonno” (anche se in realtà è lo zio…) ai suoi nipotini, passando il tempo a raccontare storie incredibili su com’è riuscito ad accumulare una ricchezza spaventosa partendo da 1 centesimo… ovviamente stiamo parlando di lui, Paperon De Paperoni, ancora affamato d’avventure, più che di denaro.

In questa prima puntata capiamo che tra lui e Paperino non corre affatto buon sangue e che anzi, i due non si frequentavano da tempo: pensate che Paperone non ha mai neanche conosciuto Qui, Quo e Qua. Sarà proprio in questa premier che l’incontrerà per la prima volta… e no, non sarà sicuramente contentissimo di fare da balia a tre marmocchi mentre il nipotastro è in cerca di un lavoro.
Da segnalare che qui il vecchio Paperon De Paperoni è rappresentato come un grande esploratore, ed è un vero e proprio mito per i nipotini, che saranno addirittura emozionati nel conoscerlo.

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Ovviamente ritroviamo anche il cast di comprimari: c’è la Tata Mrs. Beakley (probabilmente il personaggio che ha subito il cambiamento più drastico) con la sua piccola Gaia (non esattamente il tenero frugoletto che ricordate), c’è il mitico Jet McQuack (sostanzialmente rimasto quello di un tempo) e poi sì, c’è anche lui. La nemesi per eccellenza di Paperone: stiamo parlando ovviamente di Cuordipietra Famedoro, che irrompe sulla scena nel modo più inaspettato che possa venirvi in mente.

Da segnalare che rispetto alla precedente serie, in questa notiamo subito che c’è una serialità del racconto. Se prima ogni episodio era sostanzialmente autoconclusivo (un po’ come le storie a fumetti Disney), qui è stato per la prima volta sdoganato il concetto di continuity: ogni puntata sarà dunque una diretta conseguenza della precedente.

Considerate che noi di MegaNerd abbiamo assistito tutti insieme alla prima puntata di DuckTales e alla fine, un solo grido ci ha unito:

Woo-oo!

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Mr. Kent

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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.

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