Wonder Woman – La giustizia inizia con lei

recensione wonder woman

Dopo la visione del controverso Batman v Superman: Dawn of Justice, in molti concordavano su una cosa: Gal Gadot era una Wonder Woman perfetta, probabilmente la cosa più riuscita dell’intero film. La nuova Principessa di Themyshira del DC Cinematic Universe aveva messo d’accordo tutti, dunque era comprensibile che si creasse un certo hype intorno alla prima pellicola dedicata all’Amazzone ad arrivare sul grande schermo.

Chiariamo subito un punto, per sgomberare il campo a facili fraintendimenti: secondo l’opinione di chi scrive (dunque è un parere assolutamente personale, non una sentenza divina), Wonder Woman è il film più riuscito da quando Warner e DC hanno deciso di creare l’universo cinematografico condiviso (cioè quello in cui vivono tutti gli eroi della casa editrice ed è plausibile che le loro vicende s’intreccino, un po’ come succede da quasi 10 anni nelle pellicole Marvel). Il fatto che sia il film più riuscito, ovviamente, non lo inserisce nella lista dei capolavori di genere. Si tratta di un film godibile, con una prima parte davvero molto bella (la resa dell’isola di Themyshira è fantastica) e un secondo tempo decisamente più debole, che penalizza un po’ il prodotto finale.

Il film narra ovviamente le origini del personaggio, veniamo dunque trasportati nel passato di Diana, quando era una piccola principessa che sognava di diventare una grande guerriera. Almeno in questa parte di film vengono finalmente abbandonati i toni cupi e spogli proposti dalla DC nelle pellicole precedenti e ci godiamo un’Isola Paradiso (Themyshira) ricca di luce, colore e speranza. Si tratta di un luogo incontaminato e segreto, che gli Dei proteggono dall’animo malvagio dell’umanità. Secondo quanto narrano le leggende di Themyshira, l’uomo è stato creato da Zeus con una natura imperfetta, fallibile. Secondo Ares, addirittura detestabile: ecco perché il Dio della Guerra decise di ribellarsi al padre di tutti gli Dei dopo la genesi dell’uomo. Nella lotta tra Dei, Zeus ebbe la meglio ed esiliò il malvagio Ares.
Vennero dunque create le Amazzoni, una popolazione di donne guerriere pronte a ergersi come ultimo baluardo qualora fosse tornato il malvagio Dio della Guerra.

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Dopo secoli di pace, nella calma dell’Isola Paradiso, ecco nascere la piccola Diana, figlia della regina Ippolita. La principessa potrebbe avere tutto, ma sogna solo di diventare una grande guerriera, di rendere fiera sua madre e lottare per proteggere il mondo. In lei brilla la scintilla di Zeus, è chiaramente diversa da ogni altra Amazzone. Con estrema riluttanza, Ippolita acconsente all’allenamento di Diana: sa che se ben guidata, la sua forza potrebbe non avere limiti. L’arrivo totalmente inaspettato sull’isola di uomini provenienti dal mondo civile, sconvolge le normali abitudini delle Amazzoni e affascina Diana: ha scoperto che c’è una grande guerra in corso e sa di potergli mettere fine, se solo la madre acconsentisse a lasciarla partire. Abbandonare l’isola vorrebbe dire non poter più farne ritorno e questo sarebbe un dolore troppo grande per una madre… ma la nostra principessa, infatuata di Steve Trevor, uno degli uomini arrivata sull’isola, è determinata: vuole scoprire il mondo. Vuole essere una paladina del bene in un mondo dilaniato dal male.

Una storia delle origini dal sapore quasi fiabesco, in cui entreremo in castelli che custodiscono spade magiche, in luoghi dove il mito si fonde con la storia e forgia il carattere di una donna destinata a cambiare il mondo. L’arrivo di Diana nel mondo dell’uomo è fatto in modo simpatico e curioso, con diversi omaggi al Superman di Richard Donner e alla serie televisiva classica con Lynda Carter (che purtroppo non compare in alcun cameo). Molto bene Chris Pine nel ruolo di Steve Trevor, ma il cast dei comprimari è purtroppo totalmente da bocciare: personaggi stereotipati che non aggiungono nulla alla narrazione se non qualche gag prevedibile. La rivelazione del cattivo finale appare un po’ scontata, così come tutta la seconda parte del film, un po’ troppo prevedibile e con un forte ritorno all’atmosfera cupa che ha caratterizzato i precedenti film targati Warner/DC. Dobbiamo purtroppo sottolineare che neanche in questo caso si è riusciti a creare un “cattivo” degno di questo nome, in grado di lasciare il segno ed essere ricordato nel tempo: in questo sia DC che Marvel hanno un punto in comune.

Il film comunque è perfettamente godibile ed è un buon intrattenimento per poco più di due ore. Sicuramente un passo in avanti rispetto a Suicide Squad, ma c’è ancora da lavorare per far uscire gli spettatori pienamente soddisfatti dalle sale. La pellicola lascia ben sperare per il prosieguo di questo universo cinematografico e speriamo davvero che questo possa essere davvero un punto di svolta per vedere pellicole sempre più appassionanti. Bisognerebbe lavorare un po’ più sulla scrittura e cercare di catturare ancor di più lo spirito stesso di personaggi così iconici da essere entrati nella cultura popolare occidentale.

Prima di essere Wonder Woman, Diana era la principessa delle Amazzoni, addestrata per diventare una guerriera invincibile e cresciuta su un’isola paradisiaca protetta. Quando un pilota americano si schianta sulla costa e avverte di un enorme conflitto che infuria nel mondo esterno, Diana decide di abbandonare la sua casa convinta di poter fermare la catastrofe. Combattendo assieme all’uomo in una guerra per porre fine a tutte le guerre, Diana scoprirà i suoi poteri e… il suo vero destino.

Gal Gadot è protagonista di Wonder Woman in uscita in Italia il 1 giugno 2017, con la regia di Patty Jenkins. Nel cast anche Chris Pine, Robin Wright, Danny Huston, David Thewlis, Connie Nielsen, Ewen Bremner, Saïd Taghmaoui, Elena Anaya e Lucy Davis. Lo script è firmato da Allan Heinberg e da Geoff Johns, su una storia di Zack SnyderAllan Heinberg.

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Mr. Kent

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Appassionato di fumetti, curioso per natura, attratto irrimediabilmente da cose che il resto del mondo considera inutili o senza senso. Sono il direttore di MegaNerd e me ne vanto.

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