Stranger Things 3 – Un’estate può cambiare tutto

Eccoci di nuovo alle prese con le avventure dei nostri nerd preferiti in quel di Hawkins: la terza stagione di Stranger Things è sbarcata su Netflix e noi ci siamo fiondati subito a vedere i nuovi episodi. Ecco la nostra recensione, ovviamente senza spoiler

La seguente recensione è priva di spoiler e le poche righe di trama riportate qui sotto fanno parte solo dei primissimi minuti del primo episodio, come introduzione alle nuove puntate

La seconda stagione di Stranger Things ci aveva lasciato con una promettente evoluzione dei protagonisti e la terza stagione non ha deluso sotto questo punto di vista.

Nancy Wheeler (interpretata da Natalia Dyer) è diventata stagista per un quotidiano locale l’Hawkins Post, assieme al fidanzato Jonathan Byers (Charlie Heaton), impegnato nel reparto sviluppo fotografie.
L’amato Dustin (il simpaticissimo
Gaten Matarazzo), sempre più nerd, formerà un solido duo con Steve Harrington (interpretato da Joe Keery) che nel frattempo ha trovato lavoro in una gelateria del centro commerciale di Hawkins, l’imponente Starcourt Mall, dove troveremo anche nuovi personaggi.
Max e Lucas (Sadie Sink e Caleb McLaughlin):, Undici e Mike (Millie Bobby Brown e Finn Wolfhard) saranno sempre più affiatati con buona pace del loro amico Will (Noah Schnapp) e la frizzante accoppiata Joyce – Hopper (Winona Ryder e David Harbour) farà da fondamenta a tutta la serie per l’arrivo del climax finale.
Non meno importanti le altre trame parallele, specialmente quella di Billy Hargrove (Dacre Montgomery).

Molte cose risultano da subito evidenti, come la crescita di ogni personaggio, la volontà dei Duffer Brothers di allargare il più possibile il bacino di utenza, unendo più generi e target, con il sempre presente richiamo nostalgico agli anni ’80.

La terza stagione ha l’innegabile pregio di riuscire contemporaneamente ad intersecare più generi come lo sci-fi, l’horror, l’avventura, lo spionistico e la commedia, senza creare un minestrone insapore o troppo saporito (passateci la metafora).
In alcune scene però la sottotrama comica risulta un po’ troppo forzata, così come i richiami al decennio di riferimento, inseriti in un modo troppo esplicito ed invasivo.

Abbiamo persino notato qualche deficit nelle prove attoriali dei singoli, specie se messe a confronto con la prima stagione.

Forse l’unico grosso problema di questa stagione è proprio il confronto con la prima, più cupa, più intrigante e misteriosa e che non scordiamolo: fu pensata per essere già la conclusiva.

Tuttavia questa terza avventura a Hawkins risulta essere molto piacevole, la narrazione è fluida e gli intrecci tra i personaggi sono interessanti. Il nuovo elemento inserito nel gruppo (Maya Hawke, figlia d’arte ) è credibile e solido.

Wynona Ryder è sempre una garanzia, così come David Harbour e perché no, anche Millie Bobby Brown, che sta crescendo moltissimo sotto tutti gli aspetti.

Anche Dacre Montgomery regala un’interpretazione intensa e molto d’impatto.

Insomma, Stranger Things 3 mantiene la freschezza che da sempre l’ha contraddistinta, anche se sacrificando un po’ di quella parte misteriosa che le apparteneva per allargare la fetta di pubblico, implementando più generi possibile.

Sperando che non viri troppo verso uno stile Buffy L’ammazzavampiri (senza nulla togliere alla suddetta, ovviamente) non possiamo fare altro che consigliarvi di continuare a seguire questa serie, che si avvia verso la conclusione con la sua quarta stagione, che già sappiamo ambientarsi al di fuori di Hawkins.

Ma non vogliamo rovinarvi troppo la sorpresa, gli spoilers sono sempre dietro l’angolo, dunque sbrigatevi!

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