Made in Italy – 5 videogiochi italiani da provare assolutamente

Player.it e MegaNerd.it vogliono dimostrarvi che esistono videogiochi nostrani di pregevole fattura, soprattutto nella scena indie. Ve ne mostriamo cinque che secondo noi dovreste provare assolutamente

Chi lo dice che gli italiani non sanno fare i videogiochi? Certo, Bethesda non ha sede a Livorno e il game director di God of War non si chiama Vincenzo Rossi, ma anche in Italia si fanno videogame. Vediamo cinque videogiochi italiani da provare assolutamente:

 

Last Day of June

Sviluppato da Ovosonico, la software house italiana più famosa dopo Ubisoft Milano, Last Day of June è una storia d’amore di cui tanto si è parlato e con merito. Il creatore di questo emozionante titolo è Massimo Guarini, nome di spicco dell’industria videoludica italiana: ha lavorato con mostri sacri come Goichi Suda e Shinji Mikami.

Last Day of June è un racconto delicato ma struggente sull’amore che viene sradicato via dal destino ineluttabile. Cos’è disposto a fare Carl per ricongiungersi alla sua amata June? Anche rivivere cento volte il tragico evento per cercare di cambiare il corso degli eventi. Provate questo titolo perché non ve ne pentirete neanche per un secondo.

 

 

Slaps and Beans

Se siete cresciuti a schiaffi e fagioli, non potete mancare l’appuntamento con Slaps and Beans, il videogioco ufficiale di Bud Spencer e Terence Hill. Sviluppato da Trinity Team, è un ricco omaggio alla cinematografia della celebre coppia, sotto forma di picchiaduro a scorrimento a 8 bit.

Musiche originali, scene tratte dai loro film, le tipiche scazzottate che abbiamo amato alla follia per almeno un ventennio e con cui continuiamo a ridere ancora oggi (c’è anche il “piccione” di Bud). C’è tutto per i fan di Lo Chiamavano Trinità, Altrimenti ci arrabbiamo, Due superpiedi quasi piatti, Nati con la camicia ecc, ecc.

Un tributo riuscitissimo da prendere al volo.
Se volete, se parliamo più diffusamente in questo speciale.

 

 

The Wardrobe

Avventura grafica che omaggia e fa un po’ il verso ai classici del genere. Sviluppato da dei buontemponi che fanno parte di C.I.N.I.C. Games, The Wardrobe è un videogioco dissacrante e pieno di riferimenti ad altri videogiochi, ai film e al mondo nerd e geek in generale.

Durante un pic-nic, Skinny mangia una piccola prugna scambiandola per un acino d’uva e va in shock anafilattico lasciandoci le penne, davanti al suo amico Roland che scappa via terrorizzato. Skinny si “risveglia” con le sembianze di uno scheletro all’interno dell’armadio di Roland, con lo scopo di vegliare su di lui a sua insaputa.

Humour nero e stile grafico coloratissimo per una delle migliori avventure grafiche degli ultimi anni… visto che gli italiani ci sanno fare?

 

The Town of Light

Sviluppato da LKA, studio di sviluppo indipendente con sede a Firenze, The Town of Light è stato da molti definito come un survival horror. Non è del tutto esatto. Il videogioco è ambientato a Volterra, in Toscana, in ciò che rimane del vecchio manicomio che rimase aperto fino al 1978.

La protagonista è Renée, una donna che torna in quel luogo dove anni prima fu rinchiusa. Dovremo aggirarci tra le macerie e gli stretti corridoi dell’ospedale psichiatrico, leggere documenti per fare luce sugli atroci metodi che venivano adottati dai medici della struttura, visitare stanze e celle in cui le pazienti erano ammassate.

Non ci sono, però, fantasmi né entità maligne. The Town of Light è un’esperienza malinconica, più che spaventosa. I veri nemici da affrontare sono i ricordi.

 

Milanoir

I più giovani forse non lo ricorderanno, ma chi ha qualche anno in più sul groppone non può non rammentare quel genere cinematografico italiano definito poliziottesco. Film polizieschi all’italiana che ricalcavano le orme a modo loro dei classici del cinema americano come L’ispettore Callaghan e Serpico.

I poliziotteschi erano ambientati solitamente a Milano o a Napoli ed erano caratterizzati da una violenza inaudita, tra rapine a mano armata, sequestri di persona, stupri e bande criminali senza scrupoli. Gli attori iconici di questo genere erano Tomas Milian, Luc Merenda, Gian Maria Volonté, Franco Nero.

Altro tratto distintivo erano i titoli, spesso lunghi e che strappavano un sorriso nonostante la crudezza della storia: La città sconvolta: caccia spietata ai rapitori, La polizia interviene:ordine di uccidere, Due magnum 38 per una città di carogne, Il cinico, l’infame, il violento.

Ebbene, Milanoir è un tributo coi fiocchi a questo genere. Sviluppato da Italo Games, Milanoir ci porta in una Milano violenta con un stile retro che ricorda un po’ i GTA usciti su Playstation. Uno dei titoli più interessanti nella scena italiana videoludica.

 

Michele Longobardi

 

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