Le innumerevoli avventure di Kitaro

“Il mondo che vivi non è l’unico esistente. Ci sono cose che non possono essere colte dall’occhio umano. Guarda bene, nell’oscurità dietro di te…” grazie a J-Pop Manga ritorna Kitaro, il personaggio più famoso di Shigeru Mizuki

Nel lontano 1959 dalla matita di Shigeru Mizuki nacque Kitaro, il cui titolo originale è Hakaba no Kitaro, tradotto come Kitaro del cimitero. Viene cambiato dai produttori della Toei Animation con GeGeGe no Kitaro per l’utilizzo del versetto in tutte le storie da parte dell’autore.

“Ge” è una possibile lettura del pittogramma giapponese che significa “sotto”, nello stesso tempo è un’onomatopea di disgusto e orrore. “GeGeGe” però è anche una parola che fa parte dell’infanzia dell’autore stesso: si dice che Shigeru non fosse in grado di pronunciare bene il proprio nome e che parlando di sé riuscisse a dire solo “Geru” o “Gegeru”. Ecco perché alla fine di ogni racconto di Kitaro riecheggia questo suono.

Per chi non lo conoscesse, questo mangaka è stato uno dei più importanti della storia. Nato a Saikaiminato nel 1922 e morto a Tokyo nel 2015, impara a disegnare con la mano destra, pur essendo mancino a causa della perdita del braccio sinistro durante la Seconda Guerra Mondiale. Proprio per questo trauma subito da bambino, usa fondere gli orrori della guerra con quelli del folklore giapponese. le sue storie hanno per protagonisti gli Yokai, spiriti che fanno apparizioni nel mondo umano – alcuni sono buoni altri più maligni – che sono parte radicata della cultura del Sol Levante.

Kitaro è senza dubbio la sua creazione più famosa: è un bambino deforme nato da due spiriti, venuto fuori dalla tomba della madre sepolta e accompagnato dal padre ridotto a un bulbo oculare in grado di camminare. Grazie a lui Mizuki riesce a trasmettere il gusto per il macabro e il grottesco, crea brevi racconti poetici e intrisi d’amore per la vita. La sua dedizione lo ha portato a vincere nel 2007 il premio di Angouleme e nel 2012 anche il premio Eisner.

Ma Kitaro è uno spirito buono o cattivo? Il piccolo bimbo, nato senza un occhio, vive parte della sua infanzia con dei genitori umani. Quando mostra di avere abitudini insolite, come giocare con morti e fantasmi nei cimiteri, viene allontanato da tutti e prosegue le sue avventure con il padre “biologico”. La sua esperienza nel nostro mondo lo ha reso una creatura buona, si metterà al servizio di tutti gli umani alle prese con gli yokai più maligni e diventerà una leggenda. Soprattutto tra i bambini della sua età, ai quali basterà scrivergli una lettera e imbucarla in una cassetta speciale per farlo accorrere in proprio aiuto.

Kitaro può contare sulla protezione e sul potere del suo chanchanko a righe, una specie di giacca tradizionale giapponese, creato coi capelli dei suoi antenati. Porta sempre dei geta ai piedi che avvisano rumorosamente del suo arrivo e i suoi capelli possono diventare degli aghi utili negli scontri.

Alcuni sostengono che la figura di Kitaro risalga ai primi anni trenta, nata nella forma di un Kamishibai, cioè come storia raccontata da interpreti diversi, e che quindi Mizuki non fu l’unico coinvolto nella sua creazione. Dopo la seconda guerra mondiale però nessun altro artista si dedicò alla sua trasposizione in manga e quindi ne fu riconosciuto come unico ideatore. Il primo manga di Hakaba no Kitaro fu pubblicato nel 1959, ma venne giudicato troppo spaventoso e tetro per i bambini, così da aspettare il 1967 per essere ribattezzato in GeGeGe no Kitaro e riapparire su Shonen Magazine e di seguito su molte altre riviste. Nel 2002 viene tradotto finalmente in lingua inglese per la Kodansha Bilingual Comics, e nel 2006 arriva in Italia una raccolta intitolata Kitaro dei cimiteri, curata da D/Visual,  in tre volumi contenenti le sue storie più rappresentative.

Nel 1968 GeGeGe no Kitaro divenne un anime grazie alla Toei Animation e fu trasmesso dalla Fuji Television. Composto da 5 stagioni è andanto in onda fino agli anni 2000, successivamente è stata prodotta una sesta serie, ribattezzata Hakaba Kitaro. Stavolta lo stile era molto più serio, conta 11 episodi e venne trasmessa nel 2008. Il tono drammatico e macabro risultò meno adatto ai ragazzi, seppur con la presenza di note demenziali e grottesche. Infine proprio quest’anno, per l’anniversario dei suoi 50 anni, è stata creata un’ultima serie rivisitata e moderna, andata in onda in Giappone da aprile 2018 dopo la fine di Dragon Ball Super.

Il personaggio di Kitaro ha ispirato anche la creazione di numerosi film di animazione, anche questi inediti in Italia tranne Kitaro dei cimiteri-il film, prodotto con attori in carne ed ossa dalla Shochiku, e Kitaro e la maledizione del millennio (suo sequel). Sono stati trasmessi su Man-Ga (Sky, canale 133) in lingua originale con sottotitoli in italiano, tra aprile e giugno 2015.

In Giappone il successo di Shigeru Mizuki e dei suoi personaggi, fu tale da dedicargli una strada, la Mizuki Shigeru Road. Un viale di 800 metri che parte dalla stazione JR Sakaiminato della citta’ omonima (pref. di Tottori).

In questa strada ci sono 153 statue di bronzo degli Yokai che appaiono nel manga di Kitaro. Ci sono anche negozi e sale da te’ a tema, pane e altri cibi a forma di personaggi del mangaka.

Anche in Italia c’è stata un eco del suo successo, il cantante Caparezza, nel suo album Caparezza Museica ha intitolato la traccia 14 proprio Kitaro. Il brano non è altro che una rivisitazione della sigla originale dell’anime giapponese.

Dal 2006 il manga non vide più ristampe italiane, era ormai introvabile. Grazie alla J-Pop  (brand manga di Edizioni BD) è tornato recentemente sugli scaffali di fumetterie e librerie, con una serie di volumi speciali che ne raccolgono le storie più belle. Il primo uscito è stato Le spaventose avventure di Kitaro, seguito da Le inquietanti avventure di Kitaro e I segreti di Kitaro.  Quest’ultimo contiene interventi dell’autore e di Kitaro in persona, insieme ad alcune curiosità di altri yokai. Delle vere chicche per cui dovremmo essere grati a questa casa editrice che ci sta portando tesori giapponesi sottovalutati in Occidente. I volumi contengono varie storie e sono rilegati alla perfezione. Dovete assolutamente averli!

Abbiamo parlato di:

Saki

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Cuore giapponese in un corpo italiano, leggo manga dalla più tenera età e sogno ancora di cavalcare Falcor! Curiosa fino allo sfinimento, sono pronta a parlarvi delle mie scoperte!

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